Tyson: ci rimpatriate? Torneremo, siamo tanti
Tyson: ci rimpatriate? Torneremo, siamo tanti Tyson: ci rimpatriate? Torneremo, siamo tanti PERSONAGGIO IL CAPO DELLA RIVOLTA NICOSIA (Enna) DAL NOSTRO INVIATO Non c'è accordo tra governi che tenga: «Siamo tanti, tantissimi. Potete rimandare a casa noi, ne arriveranno altri. Nel nostro Paese non c'è lavoro, non c'è vita, non c'è speranza. E' bella l'Italia, è qui che vorrei vivere». Come ogni vero capo, anche il rais «Tyson» nega di esserlo. Ma parla come un capo. Ha astuzie e lentezze arabe, un fatalismo paziente, un'umiltà ostentata al limite dell'irrisione, la menzogna come arte della sopravvivenza. Parla «Tyson», il leader del campo di Caltanissetta, l'organizzatore della grande fuga, l'uomo che ha impressionato i poliziotti per forza, agilità e carisma. Il «marocchino» che dice di chiamarsi Rachad El Aloui, 34 anni, di Tangeri. Ma anche lui, come quasi tutti i clandestini, è tunisino. Però non c'è ancora stato un riconoscimento ufficiale. Parla dal carcere di Nicosia, nel cuore della Siciba, dove l'hanno recluso da solo e dove aspetta il processo per «danneggiamenti». Parla attraverso la voce di Alessandro Pagano, deputato dell'Assemblea regionale sicihana che l'ha incontrato. L'onorevole Pagano, Forza Italia, membro dell'Antimafia regionale, ha voluto guardare in faccia all'emergenza clandestini attraverso l'uomo che ne è diventato il simbolo per verificare le sue ipotesi. Eccole. I governi africani agevolano l'immigrazione clandestina per fomentare disordini in Itaba e per ottenere finanziamenti. Tant'è vero che tv e radio italiane sono state oscurate in Tunisia perché non si sapesse dell'intesa tra i governi per respingere gli immigrati. La Sicilia, dice Pagano, è preoccupata perché il traffico di clandestini è organizzato da mafie locab collegate alla nostra. Il governo Prodi, secondo Pagano, non affronta di petto la questione (per esempio aiutando le famighe itabane nonostante la crescita a tasso zero deUa popolazione) per calcolo elettorale: i «terzomondiali saranno il proletariato del terzo millennio su cui speculare elettoralmente». E' proprio così? Queste le risposte del rais. Perché ti chiamano Tyson? «Non mi piace questo nome. Me l'hanno messo al campo perché dicono che gli somigbo. Ma io non sono forte, sono debole». Ma al campo ti tagliavi davanti a tutti per dimostrare la tua forza... «Sì, anzi no. Lo facevano tutti, mica solo io». Quando ti hanno arrestato hai dato una craniata nelle camere di sicurezza dei carabinieri e ti sei ferito: volevi di nuovo scappare? «Non è vero, guarda la mia testa se non ci credi. Vedi cicatrici nuove? Ce n'è solo una vecchia». Se ti riportano al campo, riproverai a scappare? «No, non scappo più». Cosa ti aspetti, adesso? «Non vogbo tornare a casa, Mi piace moltissimo l'Italia. Farei qualunque cosa per restare, ma non rubare o spacciare droga». Perché vuoi restare in Italia? «Perché c'è la libertà, si può fare tutto. Da noi ci sono tanti divieti, è proibito bere. Per qualunque cosa ti fermano, chiedono i documenti e la polizia ti mette dentro. Qui, invece, tutto è possibile». Com'è la nostra polizia? «Buona, brava. In Tunisia no». E qui in carcere come ti trattano? «Benissùno». Al campo invece? «Non bene, eravamo trattati come carcerati, ma non eravamo carcerati». Però vi hanno dato da mangiare e da dormire... «Sì. Mangiare molto bene. Sono molto contento del mangiare. Anche l'insalata è buonissima». Perché siete fuggiti? «Hanno fatto uscire i neri (quelli della Sierra Leone, col permesso umanitario, ndr) e aspettavamo anche noi di uscire. Invece niente. Per questo sono scappati tutti». Tu sei stato il capo e l'organizzatore della grande fuga? «Io non sono capo di niente. Non ho organizzato nuUa. Quella sera avevo mal di testa e la Croce Rossa mi aveva dato le gocce. Quando ho visto che scappavano tutti, sono scappato anch'io». Cosa conosci dell'Italia? «Niente. Ma guardo molto la tv itabana. Mi piace il mangiare e il bere itabano». Dicono che eri già stato a Canicattì a lavorare nelle vigne... «Mai stato, Canicattì e le vigne le ho viste in tv». C'è un italiano che ti piace? «Quello che canta: lasciatemi cantare...». Toto Cutugno? «Sì, proprio lui». Sei religioso? «Molto. Non mangio mai maiale, però mi piace il vino italiano e il whisky». Sei già stato in carcere? «Mai, è la prima volta». La polizia dice che sei tunisino. «No, io marocchino, faccio l'imbianchino, ho 5 figli. Papà è morto e mamma è cieca». (Si commuove). Quanto ti è costato il viaggio? «E' durato 7 giorni, in camion e in barca. Ho pagato un milione di bre itabane». Sai che non è più possibile, ci sono gli accordi con Tunisia e Marocco: chi arriva sarà rimpatriato. «Da noi sono nervosi e scontenti per questi accordi, nei campi e a casa. E continueranno a fuggire: la mia gente non si ferma». [c. m.] «Non voglio tornare a casa, è qui che vorrei vivere Nel nostro paese non c'è lavoro non c'è vita non c'è speranza» Iflil! Nella foto grande «Tyson» Rachad El Aloui accusato di avere organizzato le rivolte A destra il deputato Alessandro Pagano di Forza Italia
Persone citate: Alessandro Pagano, Aloui, Pagano, Toto Cutugno
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