Riesplode la rabbia di Sarno di Fulvio Milone
Riesplode la rabbia di Sarno Il commissario straordinario nel mirino degli alluvionati per il mancato inizio dei lavori Riesplode la rabbia di Sarno Insulti a Rastrelli: «Assassino, dimettiti» SARNO DAL NOSTRO INVIATO Dovrebbe essere il giorno dei chiarimenti e della riappacificazione, invece la rabbia si abbatte ancora ima volta come una mannaia sul capo di chi, secondo la folla inferocita, viene a portare ancora una volta chiacchiere invece che fatti. E per fatti gli abitanti di Sarno intendono ruspe e camion per mettere al sicuro il paese dalla montagna che in parte è venuta giù il 5 maggio. «Buffone, torna a casa», «assassino, dimettiti», gridano a centinaia nella piazza del Municipio, dove si è appena fermata un'auto blu. Dalla portiera spalancata esce Antonio Rastrelli, presidente della Regione e commissario straordinario per le zone alluvionate: è lui il grande accusato, il bersaglio eli uomini e donne che si fanno avanti minacciosi e tentano addirittura di aggredirlo, trattenuti a stento da carabinieri e poliziotti. «Buffone, torna a casa»: gli insulti colpiscono Rastrelli come schiaffi in pieno viso. Lui si volta verso la folla, invita alla calma con ampi gesti delle mani, ma si vede che ha i nervi a fior di pelle. E' venuto qui per spiegare le sue ragioni dopo la rivolta di lunedì notte, vuole smentire chi dice che i lavori per il risanamento sono rimasti sulla carta. Ma gli abitanti in paese non vogliono sentire ragioni: «E' falso, basta girare per le strade per vedere che i cantieri non sono stati aperti», gridano. Ma a far salire la tensione alle stelle 6 un titolo in prima pagina su un giornale cittadino, una frase attribuita al presidente-commissario: «I clan soffiano sulla rivolta di Sarno». C'è dunque la camorra dietro i tumulti di lunedì notte? Un medico, Giuseppe Canfora, affronta Rastrelli a muso duro: «Come osa offendere chi ha subito lutti e disgrazie? Invece di lanciare accuse generiche faccia nomi e cognomi», grida. Un uomo che regge un bambino fra le braccia rincara la dose: «Se noi siamo camorristi tu sei Totò Riina, visto che ti abbiamo votato». Rastrelli tenta di spiegare che, come al solito, sono stati i giornalisti a enfatizzare le sue parole, e che lui non intendeva offendere o accusare nessuno. Prova a correggere il tiro: «Non posso fare nomi e cognomi, ma devo valutare l'esplosione così forte di una protesta in un paese che perfino nel giorno dei funerali delle vittime si è comportato in modo esemplare - spiega -. E' stato un tiro mancino del giornale, io non ho parlato di camorra anche se non escludo che possa esserci: è solo una delle ipotesi di cui si occuperà l'autorità giudi¬ ziaria». Dopo la visita in Municipio, Rastrelli si avvia verso Episcopio, la frazione più colpita dal disastro. Sul sagrato del Duomo, epicentro della protesta, i rappresentanti dei sei comitati per la rinascita di Sarno si affannano a calmare la folla: «State calmi, non fate il gioco di chi ha interesse ad accusarvi per nascondere inefficienze e ritardi». Ma i propositi bellicosi degli abitanti dell'antico borgo non sono un mistero per nessuno. C'è chi propone di accogliere il presidente a secchiate d'acqua e chi è pronto a srotolare altri striscioni con gli slogan contro il commissario. Già, gli striscioni. Sui giornali e in tv si sono sprecate le immagini di un lenzuolo appeso lunedì sul campanile della basilica, una lunga striscia bianca con su scritto: «Rastrelli buffone, dimettiti». Quella frase ha offeso il presidente, che ora se la prende con il parroco Antonio Calabrese: «Non doveva permettere una simile iniziativa, non doveva consentire a delle persone di arrampicarsi fin lassù». Ma il parroco risponde gelido: «Quel giorno non ero a Sarno. Ad ogni modo ritengo anch'io che ci siano grosse responsabilità del commissariato sui ritardi nei lavori». Poi arriva il monito autorevole e severo del vescovo di Nocera e Sarno, Gioacchino Illiano, attraverso Radio Vaticana: «Dopo tre mesi quasi niente è stato fatto, se non uno studio delle università di Napoli e Salerno che ha messo in evidenza le possibili cause della tragedia». Ma lui, il presidente-commissario, non accetta le critiche. E così replica ai cittadini di Sarno e ai Verdi e ai ds che lo definiscono «arrogante e sprezzante»: «Non è vero che non si lavora per il risanamento delle zone alluvionate. Le grandi opere inizieranno ai primi di settembre». Oggi Rastrelli incontrerà di nuovo i rappresentanti dei comitati. Fulvio Milone Gli abitanti di Sarno, il paese campano colpito dall'alluvione, protestano per i ritardi dello Stato
Persone citate: Antonio Calabrese, Antonio Rastrelli, Gioacchino Illiano, Giuseppe Canfora, Totò Riina
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