Truppe russe verso il confine afghano

Truppe russe verso il confine afghano Il Tagikistan chiede l'intervento dell'Orni e di Eltsin, che rafforza il suo contingente Truppe russe verso il confine afghano / Taleban arrivano anche alle porte dell'Uzbekistan MOSCA NOSTRO SERVIZIO L'avanzata inarrestabile dei taleban li ha portati ormai alle porte dell'ex impero sovietico. Dopo la caduta della roccaforte dell'opposizione Mazari-iSharif, le altre città del Nord dell'Afghanistan si stanno arrendendo alle milizie fondamentaliste senza opporre praticamente resistenza. La caduta di Talogan martedì scorso e di Khairaton ieri ha portato i taleban ormai sul confine con l'Uzbekistan, sconvolgendo completamente la disposizione delle forze in quella regione. Da ieri gli «studenti di teologia» sono appostati sulla riva del fiume Amu Daria, separati dall'Uzbekistan solo dal famoso «ponte dell'Amicizia», attraverso il quale le truppe sovietiche nell'I989 abbandonarono l'Afghanistan dopo 10 anni di invasione. La resistenza militare dell'opposizione è praticamente soppressa e ora i taleban puntano sulle montagne del Badakhshan dove si nasconderebbe Burhannudin Rabbani, il presidente cacciato dai ribelli islamisti due anni fa. Mentre i fondamentalisti si stanno impadronendo ormai di quasi tutto il territorio dell'Afghanistan alla ricerca di un riconoscimento formale da parte della comunità internazionale, nelle capitali dell'Asia Centrale ex sovietica regna il panico. Già da due giorni il Tagikistan ha rafforzato la difesa delle sue frontiere e i soldati russi che, in base a un accordo della Comunità degli Stati indipendenti, prestano servizio nelle ex repubbliche sovietiche, sono in stato d'allerta. Il Paese più vulnerabile all'avanzata dei taleban è appunto il Tagikistan, che ha 1500 chilometri di confine in comune con l'Afghanistan e da anni è dilaniato da una guerra civile contro l'opposizione islamista. Le milizie fondamentaliste afghane so¬ no a 20 chilometri dal territorio tagiko. Il presidente Emomali Rakhmonov ha lanciato un appello disperato a Boris Eltsin, affinché prenda «tutte le misure necessarie» per proteggere la frontiera Sud della Csi. Rakhmonov ha anche chiesto un intervento dell' Onu per fermare i combattimenti e aprire un negoziato per un «regolamento politico» del conflitto. Secondo il leader tagiko, soltanto l'Onu può impedire l'«intervendo di forze esterne», cioè del Pakistan che sostiene i taleban. Una preoccupazione che viene condivisa pienamente da Mosca. Un portavoce del ministero degli Esteri russo ha ieri definito gli «studenti di teologia» afghani una «minaccia reale» e ha promesso che Mosca si mobiliterà per difendere i propri alleati in Asia Centrale. E fonti diplomatiche hanno fatto capire che la Russia cercherà di bloccare il riconoscimento dalla parte dell'Onu del regime dei taleban, un atto che Kabul considera ormai inevitabile dopo la conquista della maggior parte del territorio afghano. Il ministro della Difesa russo Igor Sergheev ha ieri annunciato di aver già risposto alla richiesta di aiuto del Tagikistan, mandando rinforzi. Sergheev ha promesso di potenziare la divisione motorizzata russa numero 201, l'unica forza che di fatto mantiene una parvenza di pace nel Tagikistan. Sono già in corso consultazioni tra gli Stati maggiori russo, tagiko e uzbeko per coordinare la difesa da un eventuale attacco dei taleban. Anna Zaf esova Travolta ogni resistenza i padroni di Kabul danno la caccia all'ex leader Rabbani

Persone citate: Anna Zaf, Boris Eltsin, Eltsin, Emomali Rakhmonov, Igor Sergheev, Rabbani, Rakhmonov, Sergheev