«Caselli, scelta scontata» di Ila. Cor.
«Caselli, scelta scontata» «Caselli, scelta scontata» Galloni: nessuna pressione sul Csm nel '92 Giovanni Galloni nel '92, quando Caselli venne nominato procuratore a Palermo, era vicepresidente del Csm. Cosa ricorda di quei giorni? «La nomina di Giancarlo Caselli fu molto tranquilla perché prima della decisione del plenum c'era stata un'istruttoria della commissione incarichi direttivi. E poi c'era anche il parere del ministro della Giustizia Claudio Martelli». Come andò la discussione nel plenum sei anni fa? «Serenamente. In dirittura d'arrivo arrivarono solamente in due, Caselli e Pietro Grasso, giudice a latere nel maxiprocesso. Però direi che l'attuale Procuratore di Palermo non aveva concorrenti validi quanto a prestigio e titoli. E infatti il vote nel plenum fu quasi unanime: 25 a favore e solo 5 astenuti. Forse, se non ricordo male, poteva esserci qualcun altro allo stesso livello, un giudice di Torino, ma all'ultimo momento quella candidatura venne ritirata. E la commissione, che aveva scremato le 18 domande iniziali, affidò al plenum una scelta sconta¬ ta». Dunque nel plenum il nome di Luigi Lombardini non uscì mai, vero? «No, quel nome non venne pronunciato da nessuno, che io ricordi. Questo dualismo non ci fu. E' sbagliato ricostruire la vicenda della nomina di Caselli in questo modo. Se non ricordo male, Lombardini non aveva un requisito, i quattro anni trascorsi nello stesso ufficio, che era richiesto per la nomina alla guida della Procura della Repubblica di Palermo» E non ci furono altre interferenze, magari di tipo politico? «Voghamo scherzare? Si arrivò alla nomina di Caselli senza nessuna interferenza di carattere politico». In che clima operava all'epoca il Csm? «Guardi, noi conoscevamo bene l'orientamento del procuratore Caselli. Era anche stato membro del Consiglio superiore della magistratura nel quadriennio che precedette il nostro. Ma aveva dei titoli molto forti, non ci fu competizione». Grauso sostiene che Violante si era dato da fare per sostenere la candidatura di Caselli E' possibile? «Lo escludo. Ci fu nessuna pressione da parte di Violante». Grauso dice anche che l'avrebbe fatto per far processare la democrazia cristiana. Lei era anche un autorevole membro della de all'epoca... «Ma guardi che votarono a favore di Caselli anche tutti i democristiani, non c'erano problemi di questo genere all'epoca. La scelta di Caselli si basò esclusivamente sull'attività professionale che aveva svolto a Torino, sul grado, le sue condizioni, e la mancanza di avversari...». Lei votò a favore o si astenne? «Io votai a favore. Ma bisognava votare per forza in quel modo, non c'erano altre possibilità. Una scelta fatta contro Caselli sarebbe stata, quella sì, una discriminazione politica. Fuori l'avrebbero letta come una ritorsione contro quel magistrato che nel passato Csm era stato eletto nelle fila di Magistratura Democratica. E questo non sarebbe stato giusto». [ila. cor.]
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