«Qualcuno mente, non io»
«Qualcuno mente, non io» «Qualcuno mente, non io» Tito Melis: è una bufera senza fine CAGLIARI DAL NOSTRO INVIATO «Io, la prima cosa che devo dire è che il bene della vita è il più grande dono che si possa ricevere. E quando si perde questo regalo del cielo, il dolore è immenso. A un rapimento si può sempre porre rimedio. Al suicidio no. E' un gesto irreparabile»; L'ingegnere Tito Melis è l'altra faccia di questa tragedia. Per 265 giorni, il padre di Silvia è stato vittima assieme a sua figlia di un sequestro dalle tinte fosche e misteriose. Ora è diventato il testimone principale di questa storia che non finisce, di questo dramma che continua. «E' una vicenda infinita», come ha detto prima Silvia, al telefono, «purtroppo è così, e adesso non me la sento più di dire niente, non ci sono più parole, perché ormai è diventata una storia drammatica e basta, una storia che ci lascia tutti muti». Silvia dice così: «Quando è stato il tempo di parlare ho parlato. Adesso non è più il tempo». Ma lei, ingegnere, lo conosceva il dottor Lombardini? Prima che cominciasse questa vicenda, intendo, vi eravate visti, c'era stata una qualche frequentazione? «Io, prima del sequestro di mia figlia, non lo conoscevo. Mai visto. Mai. Neanche una volta. Sì, ho letto che invece secondo alcuni giornali noi ci saremmo conosciuti. Non è vero. Non l'avevo neanche visto, mai, lo ripe¬ to». Lei come l'ha saputo? «Del suicidio?» Sì, dov'era quando l'ha saputo? «Ero la bar dell'hotel Mediterraneo con l'avvocato Garau. La notizia ce l'ha portata una giovane giornalista. Ha parlato con l'avvocato, non con me» E cosa vi ha detto? «Io ho visto l'avvocato trasalire. Mi ha detto Loinbardini s'è sparato. Io sono rimasto di ghiaccio. Mentre l'avvocato è scoppiato a piangere» Senta ingegnere, questo sembra solo l'ultimo tragico anello di ima lunga catena misteri, non le pare? «Più che ima catena di misteri, la storia del sequestro di mia figlia è una bufera senza fine. Prima finisce meglio è» Qualcuno aveva anche avanzato l'ipotesi che il rapimento di sua figlia fosse stato un rapimento virtuale, perché lei in realtà aveva dei problemi economi- «E' una bugia colossale sostenere che è stato un sequestro virtuale per motivi economici»
Persone citate: Garau, Lombardini, Tito Melis
Luoghi citati: Cagliari
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