Nel Mar Tirreno la paura ha la forma della medusa

Nel Mar Tirreno la paura ha la forma della medusa Nel Mar Tirreno la paura ha la forma della medusa UN NEMICO SOTT'ACQUA SONO arrivate anche quest'anno. Una medusa ogni decimetro cubo d'acqua, hanno calcolato all'isola di Capraia. Hanno invaso almeno 15 chilometri di costa tra Livorno e Castiglioncello. Si sono fatte vedere sulle spiagge del Savonese, al largo di Camogli, nel Golfo del Tigullio. In Spagna, sulla Costa Brava, sono talmente numerose che alcune spiagge sono state chiuse d'autorità. Paradossalmente, è un buon segno: le meduse scelgono sempre le acque più pulite. E anche loro sentono il caldo: pare che la moltiplicazione esponenziale di questa stagione sia una reazione alle alte temperature. Le correnti, poi, le spingono sottocosta, dove si accumulano in massa, mentre al largo la loro densità è inferiore. Nonostante gli effetti sgradevoli - arrossamento e prurito la specie che invade il Mediterraneo, la «Pelagia nocticula», non è pericolosa. E a guardarla con occhi gentili, è pure bella. Diafana, languida, luminosa. Fatta d'acqua per il 99 per cento, eppure dotata di rudimentali organi per l'equilibrio, l'olfatto e la vista. L'ombrello, che ha un diametro di circa otto centimetri, può avere tutte le sfumature dal porpora pallido al rosso bruno. Dal corpo pendono otto sottilissimi tentacoli trasparenti, lunghi una decina di centimetri, che scivolano sott'acqua, seguendo l'ombrello che pulsa ritmicamente come un cuore. Così, a sciami, galleggiano sospinte dalle maree, e vanno su e giù per il Mediterrano. Di notte, poi, emanano una luminescenza bellissima, che illumina la superficie del mare. Altra specie, però meno diffusa, è la Velella («Velella spirans»), nota come «Barchetta di San Pietro», perché assomiglia a una piccola vela triangolare, azzurrina, che sporge a pelo d'acqua, mentre il corpo sta sotto. In realtà non è un'unica medusa, ma una colonia: al centro c'è l'individuo addetto all'alimentazione. Intorno, a corona, sono disposti i riproduttori, tutti collegati a un piccolo disco ricco d'aria che funziona da galleggiante e porta la vela. Tanta bellezza è meglio guardarla da lontano. Perché i tentacoli della medusa sono cosparsi di migliaia di minuscole cellule urticanti, che servono per paralizzare le prede e difendersi dai predatori. Basta sfiorare una medusa e automaticamente si mette in moto il meccanismo tossico, assai ingegnoso: una sorta di ago da siringa, che pesca nella capsula piena di veleno, scatta all'infuori e inietta il liquido nelle carni del disturbatore. Non essendo l'uomo, per la medusa, né preda né predatore, l'incontro tra i due è puramente fortuito. E tocca all'uomo evitarlo. Perché stiano arrivando a frotte non è chiaro a nessuno. Gli esperti escludono che ci sia un rapporto tra inquinamento e proliferazione delle meduse, mentre è probabile un legame con il caldo. Le esplosioni demografiche avvengono infatti d'estate e non d'inverno. E probabilmente vanno collegate con l'esplosione del fito- plancton, l'insieme delle particelle microscopiche che vivono in sospensione nell'acqua e che sono alla base della catena alimentare. Le meduse non si nutrono di queste alghette, giacché sono un anello intermedio, però approfittano del¬ l'esplosione di vita a catena. Il diffondersi degli sciami dipende poi dal gioco delle correnti, dall'azione dei venti e dal moto ondoso. E, si sa, le correnti portano a riva. Marina Verna Centinaia di bagnanti medicati in Toscana e nel Golfo del Tigullio Fenomeno causato dal brusco aumento delle temperature SnSINTOManun doloreImpacchi di oEvitare assolutaTro i larmacd UN NEMICO IN MARE f IN ACQUA: nuotare con coulelo. Il consiglio migliore è però quello di non fare il bagno, se ce ne sono troppe SULLA SPIAGGIA: se a piedi nudi, camminare con cautelo. Anche morie, le meduse contengono le sostanze urticanti e possono pungere SINTOMI: arrossamento (può durare anche qualche giorno); bruciore un dolore che sparisce dopo mezz'ora) PRONTO SOCCORSO: Impacchi di omuchina, olcol o acqua caldo Evitare assolutamente l'ammoniaca, che può provocare ustioni Tro i larmaci, pomate a base di cortisone, da spalmare più volte ol giorno sulle zone colpite La tradizione popolare suggerisce nche di tenere la parte del corpo irritata coperta di sabbia

Persone citate: Marina Verna

Luoghi citati: Castiglioncello, Livorno, Spagna, Toscana