«Sui clandestini allarmismo infondato» di Francesco Grignetti

«Sui clandestini allarmismo infondato» Ma Gaspara vuole denunciare Napolitano «per concorso in ingresso illegale nel Paese» «Sui clandestini allarmismo infondato» Il Viminale: rìmpatrieremo quasi tutti gli immigrati ROMA. «Non è vero che seicento o mille immigrati clandestini trattenuti nei centri della Sicilia stiano per essere rilasciati e per disperdersi». Secca e irritata, una nota ufficiale del ministero dell'Interno ieri ha voluto precisare le informazioni sul fronte-immigrazione. Il ministro Giorgio Napolitano non aveva gradito la lettura dei giornali, l'enfatizzare di una scadenza (stanno terminando i trenta giorni di accoglienza coatta per i clandestini), la sottolineatura di uno smacco annunciato. «L'allarmismo dei titoli di alcuni quotidiani di oggi è del tutto infondato». Gli stessi concetti, il ministro Napolitano li ha ribaditi al Tgl, ben sapendo quanto quel telegiornale sia visto anche sull'altra sponda del Mediterraneo: «Sono stati identificati oltre 500 clandestini dalle autorità tunisine su poco più di un migliaio che sono nei centri siciliani. Sono già tornate le prime decine: 48 in Tunisia, 22 hanno il lasciapassare per il Marocco. Noi accoglieremo nei prossimi anni migliaia di lavoratori tunisini e marocchini. Ma secondo le regole della legge, sulla base di precise domande». E per l'immediato? «Adesso siamo in una situazione difficile di prima applicazione della legge. A chi tra le opposizioni chiede i rimpatri veloci, faccio osservare che per rimpatriare qualcuno bisogna sapere quale sia la sua patria. Ce lo devono far sapere i Paesi di provenienza. Che hanno iniziato a collaborare». Vuole essere tranquillizzante, dunque, il ministero dell'Interno. Il ritmo degli sbarchi sta ral- lentando vistosamente: 154 persone in Sicilia negli ultimi otto giorni. La maggior parte degli immigrati arrivati a luglio verrà rimpatriata nei prossimi giorni. Se qualcuno resterà fuori dal meccanismo di identificazione e espulsione, promettono che sarà poca cosa. E comunque chi sfuggisse ora, potrebbe fare ben poco: le sue impronte digitali sono nei computer, l'identificazione non tarderà di molto, la prossima volta che sarà fermato dalla polizia scatterà inesorabile il rimpatrio. Qualche elemento di dubbio, però, rimane. Perché è vero - come sostiene il Viminale - che le autorità tunisine hanno cominciato a collaborare. E infatti il loro consolato di Palermo annuncia di essere prossimo a identificare «centinaia» di persone. Ma per quanto riguarda il Marocco, tardano i protocolli di applicazione al recente accordo di riaccoglimento. Sarà ben difficile che qualche cittadino marocchino salga sull'aereo. Spiega intanto il ministro degli Esteri, Lamberto Dini, in un'intervista a Famiglia Cristiana: «Non abbiamo dovuto pagare alcun prezzo per assicurarci la collaborazione di altri Paesi. Noi dobbiamo ammettere solo gli immigrati che possono ottenere un lavoro stagionale o duraturo. Si calcola che siano 20 mila persone all'anno. Il problema nasce dai clandestini che spesso finiscono ingaggiati dalla malavita e provocano il rigetto». Dini aggiunge: «L'applicazione della legge non può che essere severa e per questo abbiamo bisogno della collaborazione dei Paesi limitrofi per un controllo efficace». Sempre secondo Dini, non è vero che l'Italia soffre di un deficit di cultura dell'accoglienza: «Ci sono comunità perfettamente integrate, per esempio i 130 mila marocchini che vivono di un lavoro legale. Il problema nasce dai clandestini, che spesso finiscono ingaggiati dalla malavita e provocano il rigetto». Altri clandestini arrivano, comunque. Da Lampedusa hanno trasportato a Trapani 81 extracomunitari raccolti su diverse carrette del mare negli ultimi giorni. Procedono le pratiche di registrazione per i 71 curdi arrivati due sere fa al porto di Ancona, scappati dalla Turchia attraverso Bosnia e Montenegro. Le polemiche, intanto, stanno crescendo di in¬ tensità. Maurizio Gasparri, An, annuncia che sta valutando se denunciare i ministri Napolitano e Turco «per concorso esterno in ingresso di clandestini nel nostro Paese». Il capogruppo del Ccd, Giovanardi, sostiene: «La legge, secondo me, permetterebbe al governo di trattenerli nei centri per altri trenta giorni». E l'eurodeputato Ernesto Caccavale, Forza Italia, dice: «La nuova legge si sta rivelando di paradossale inadeguatezza. I flussi programmati sono una chimera». Ma il deputato Domenico Maselli, Ds, che fu relatore della legge, sostiene che l'allarmismo è eccessivo. «Prima di giudicare la legge, bisogna darle il tempo di entrare in funzione. Manca ancora il regolamento attuativo per stabilire le procedure "tecniche" di respingimento, manca l'anagrafe informatica, manca il decreto sui flussi annuali. Manca infine un quadro completo degli accordi con i Paesi di provenienza. Tra cinque mesi saremo a regime». Protestano intanto sindacati di polizia - il Siulp, il Lisipo e l'Unione sindacale di polizia che vedono in questa emergenza calpestati i diritti contrattuali degli agenti. In particolare l'Unione sindacale di polizia parla di «un vero flop, soprattutto dal punto di vista remunerativo e professionale». Secondo il sindacato «il Governo stanzia più soldi per aiutare gli extracomunitari che non gli appartenenti alle forze dell'ordine, abbandonati a stipendi di fame». Francesco Grignetti Dini: non abbiamo dovuto pagare la collaborazione di altri Paesi Protesta il sindacato di polizia «Calpestati i diritti degli agenti»