Un rebus la donna senza nome

Un rebus la donna senza nome Gli investigatori: la giovane trovata uccisa potrebbe essere una turista o un'emarginata Un rebus la donna senza nome Val Pusterìa: due ipotesi per il delitto BOLZANO. 11 corpo senza vita non ha ancora un nome. L'identità della giovane donna morta lunedì mattina sulle rive della Rienza all'altezza di Casteldarnc rimane un mistero. E gli unici elementi attorno ai quali gli inquirenti potranno ricostruire la verità di questo agghiacciante delitto a sfondo sessuale sono in quel corpo inanimato, in quel volto deturpato, in quei capelli resi ancora più rossi dal sangue di una violenza brutale. C'è anche la ciocca di capelli castani rimasti fra le dita della ragazza: sono dell'omicida, su questo non ci sono dubbi, ma fino a quando non sarà individuato un sospetto, non si potrà procedere al test del Dna. Le indagini devono puntare necessariamente a scoprire l'identità della vittima. Non a caso ieri i tecnici della polizia scientifica hanno provveduto a rielaborare al computer le foto scattate al volto della giovane dopo il ritrovamento riportando almeno virtualmente quel viso tempestato di lentiggini alla condizione originale. I media hanno aspettato la foto fino al tardo pomeriggio. Ma Giovanni Kessler, il sostituto procuratore che coordina le indagini, ha deciso che si trattava di un'immagine troppo brutale per essere stampata sui giornali e trasmessa alla televisione. Per il momento quella foto ha fatto solo il giro di alberghi e locali pubblici: ò stata mostrata dai carabinieri ai pubblici esercenti della Val Pusteria e di tutte le vallate adiacenti. Senza esito. Su quella foto i tecnici della scientifica lavoreranno ancora, forse vorrà resa pubblica oggi, se nel frattempo nessuno si sarà fatto avanti per il riconoscimento del cadavere. Un'immagine da diffondere nella speranza che qualcuno vi riconosca mia parente, o la figlia dei vicini di casa partiti per le vacanze, o l'amica del cuore, o la turista che aveva programmato un'escursione di qualche giorno su per i rifugi dolomitici. Kessler propende per quest'ultima ipolesi. In effetti, il fatto che nessun conoscente della giovane si sia ancora fatto avanti, nonostante i ripetuti appelli diramati da tv, radio e giornali locali, accredita la tesi del magistrato. Ma il sostituto procuratore non esclude nemmeno che possa trattarsi di una pusterese. Un'emarginata, una sbandata che ha abbandonato la famiglia: da qui la mancata denuncia di scomparsa; ed è anche per questo motivo che gli inquirenti hanno deciso di ritardare almeno di altre 24 ore la diffusione ai media della foto della ragazza. Ipotesi non proprio peregrina, peraltro, anche quella secondo la quale si tratterebbe di una delle numerose ragazze dell'Est europeo che raggiungono l'Italia attraverso Prato alla Drava (il confine pusterese con l'Austria) in cerca di fortuna. Pochi gli elementi emersi dall'autopsia e dagli altri esami condotti dallo staff di anatomopatologi arrivato da Padova. La ragazza è stata uccisa probabilmente domenica sera: l'immersione del corpo nelle acque della Rienza ha reso più difficili gli accertamenti e i due periti non sono riusciti, almeno per il momento, ad essere più precisi. La giovane, che secondo i risultati dell'esame autoptico aveva 18 anni, è stata as¬ sassinata con due colpi molto violenti al capo. L'omicida ha usato una pietra liscia abbastanza grande, raccolta a pochi passi dal posto dove aveva cercato di consumare la sua vigliacca violenza. Per ricostruire con maggiore ricchezza di dettagli le ultime ore di vita della vittima, gli inquirenti attendono il responso di altri esami: per capire che cosa aveva mangiato, se avesse bevuto alcolici, assunto farmaci o sostanze stupefacenti. Gli indizi finiscono qui. Perché s'è risolta con un buco nell'acqua la «caccia all'uomo» avviata alla noti¬ zia della scomparsa di un giovane di Brunico. Un altro falso allarme: il ragazzo è tornato tranquillamente a casa nella tarda serata di lunedì. Con l'omicidio non c'entra nulla. Tutta da verificare anche la «pista» degli occhiali rinvenuti a pochi metri dal luogo dell'omicidio: montatura argentata, lenti ovali da miope (4-5 diottrie di correzione), secondo il magistrato apparterrebbero quasi sicuramente alla vittima. Il corpo senza nome non ha ancora svelato il suo segreto. Maurizio Di Giangiacomo A 48 ore dall'omicidio compiuto sul greto di un torrente nessuno ha denunciato la scomparsa L'IDENTITÀ' lo ragazzo, in base agli esami medici, aveva 18 anni. Gli inquirenti pensano fosso uno lumia straniero, ma l'identità i resta un mistero. Inutili, lino ad oro, si sono rivelati i controlli negli alberghi e nelle tose the affittano camere nella zona I LA PIETRA Secondo l'autopsia è morta per sfondamento della base cronica dovuto a due colpi infoi li con una pietra, fi delitto rìsale a domenica sera.- la giovane sarebbe stata ammanata sulla sponda del fiume 3 il corpo sarebbe poi stalo gettalo in GLI OCCHIALI Trovati lungo la riva del torrente vicino a una chiazza di sangue. Ancoro non si sa se appartenessero alla giovane donna o se sono dell'assassino. Per ora - oltre olle caratteristiche fisiche - l'unico elemento per arrivare all'identificazione sono i due orecchini al lobo sinistro J LA VIOLENZA La vittima è slato trovato con i pantaloni J| abbassali e la maglietta rivoltolo verso l'olio.- elementi che rafforzano l'ipotesi del delitto a sfondo sessuale. Secondo il magistrato, per il momento, «la circostanza non è determinante» LA CIOCCA La rogano stringeva Ira le dita una ciocca di capelli cosluni, segno di una violenta colluttazione. Una volto identificato fa ragazza, gli inquirenti potrebbero confrontare il Dna della ciocca di capelli con quello dei conoscenti della ragazza / UN DELITTO SENZA CERTEZZE sriOBP La bara con il corpo della sconosciuta assassinata

Persone citate: Giovanni Kessler, Kessler

Luoghi citati: Austria, Bolzano, Brunico, Casteldarnc, Italia, Padova, Prato