Sarno, la rivolta finisce all'alba di Fulvio Milone

Sarno, la rivolta finisce all'alba Decine di alluvionati hanno sospeso la protesta alla promessa dell'inizio dei lavori Sarno, la rivolta finisce all'alba «Ma siamo pronti a occupare di nuovo l'acquedotto» LA RABBIA DEI DISPERATI GSARNO LI striscioni pendono ancora dal campanile del Duomo di Episcopio, come bandiere afflosciate di un esercito in rotta in un torrido mattino senza vento. Sul sagrato, decine di uomini parlano con tono concitato: sono i protagonisti della rivolta che per una notte ha minacciato di incendiare Sarno, il paese sfigurato dall'alluvione del 5 maggio. Per oltre due mesi hanno chiesto che venissero avviati almeno i lavori per la «messa in sicurezza» della montagna da cui è colato il fiume di fango, ma dicono che nonostante le promesse nulla si è mosso. E ora, terrorizzati dall'ormai prossimo arrivo delle piogge di settembre, non sono più disposti ad aspettare. Il coordinamento dei comitati di lotta per il risanamento ha dato il via alla protesta che si è conclusa solo alle 4,30 del mattino di ieri, dopo l'occupazione dell'acquedotto di Foce e la minaccia di lasciare a secco i rubinetti di oltre cento Comuni dell'hinterland napoletano. Per convincere i protagonisti della rivolta a tornare a casa c'è voluto l'intervento del prefetto di Salerno, Efisio Orrù, che nel cuore della notte si è precipitato a Sarno per prendere parte a un'assemblea improvvisata in municipio. Il rappresentante del governo ha promesso che i lavori sarebbero cominciati in mattinata, e i dimostranti hanno voluto credergli. «Per l'ultima volta hanno avvertito -. Se la parola non sarà mantenuta tornere¬ mo all'acquedotto e bloccheremo autostrada e stazione ferroviaria». Eugenio Cioffi, un vecchio a cui il fango ha portato via undici parenti, dice che l'antico borgo è diventato un grande cimitero: «I morti di quella notte stanno meglio: loro stanno in paradiso, noi ci troviamo all'inferno». Alberto Cuoco e Mario Esposito, due dei dimostranti che lunedì sera si sono arrampicati sul campanile, distribuiscono invettive a tutti i rappresentanti delle istituzioni: «Evidentemente Antonio Rastrelli (presidente della Regione e commissario straordinario per gli interventi su Sarno, ndr) crede di essere onnipotente: non si rende conto della sua inefficienza, altrimenti si sarebbe dimesso sbotta Esposito -. Nemmeno il sindaco ha fatto il suo dovere. Avrebbe dovuto rappresentarci nelle sedi istituzionali, ma ha fallito». A Sarno domina la paura: «Che cosa succederà a settembre, quando comincerà a piovere? Dove andremo a finire? Perché i cantieri non sono aperti?», chiedono gli abitanti di Episcopio, che indicano via Cortadonica, una strada ancora coperta di fango che costeg¬ gia un canale di scolo ostruito dal cemento abusivo. Qui, in mattinata, sono arrivate una ruspa e due camion della ditta nr -oletana «Di Stasio». «Il nostro compito - spiega il geometra dell'impresa - è di liberare la strada dal fango solidificato». Quell'unica scavatrice dovrebbe costituire la prova tangibile dell'intervento del prefetto, ma gli abitanti di Sarno sono scettici: «E quello sarebbe un cantiere? Ci stanno prendendo in giro», esclama Ernesto Testa, un piccolo imprenditore di Episcopio. Oggi il presidente della Regione Rastrelli verrà in paese per spiegare le sue ragioni alla gente di Sarno. Il suo compito, però, sarà tutt'altro che facile. «Se non la smettono di imbottirci di chiacchiere - promette Mario Esposito -, la rivolta la facciamo scoppiare davvero». Fulvio Milone L'intervento nella notte del prefetto riporta provvisoriamente la calma «Se però non la smettono di imbottirci di bugie blocchiamo strade e treni» Un momento della protesta di lunedì a Sarno a 3 mesi dall'alluvione

Persone citate: Alberto Cuoco, Antonio Rastrelli, Di Stasio, Efisio Orrù, Ernesto Testa, Esposito, Eugenio Cioffi, Foce, Mario Esposito

Luoghi citati: Salerno, Sarno