«Non giocate contro il boia Arkan» di Emanuele Novazio
«Non giocate contro il boia Arkan» GERMANIA Proteste in Baviera^ la società tedesca ribatte-, è politica, non ci immischiamo «Non giocate contro il boia Arkan» La squadra del ricercato serbo affronta UBayern BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il suo nome di battaglia, Arkan, firmava le rovine dei villaggi devastati dai massacri etnici, macabro biglietto da visita del terrore. Nonostante le proteste di associazioni umanitarie e la perplessità di non pochi tifosi bavaresi, tuttavia, la partita di qualificazione per la Champions League fra il Bavera Monaco e i campioni jugoslavi del FK Obilic di Belgrado - la squadra di Zeljko Raznjatovic, 46 anni, detto Arkan - questa sera si farà. «Nessun commento, non voghamo immischiarci nella politica», si schermisce il portavoce della squadra bavarese diretta da Franz Beckenbauer. E se un manager della squadra, Huli Hoeness, ammette il «dilemma», in Baviera ci si interroga: è giusto, politicamente e moralmente, ospitare una compagine il cui proprietario è un uomo sospet¬ tato di essere un criminale di guerra, il cui nome era compreso nelle liste stilate dagli americani? Arkan non seguirà comunque la sua squadra. Per. aiutare i dirigenti ospiti a moderare l'imbarazzo, ha ceduto la presidenza dell'FK Obilic alla moglie Ceca e il molo di allenatore, che aveva ricoperto per qualche tempo dopo aver cacciato il titolare, a un professionista del calcio: sarebbe stato impossibile, per lui, seguire all'estero una squadra che certamente gli deve moltissimo. Quando due anni fa Arkan l'acquistò, l'Obilic era una formazione di secondo rango, messa in ombra dalle due più quotate concorrenti di Belgrado, Stella Rossa e Partizan. La risalita cominciò subito, e nel secondo anno della sua gestione arrivarono la vittoria in campionato e l'ammissione alla Champions League. Di calcio Arkan è del reste sempre stato appassionato: anche al tempo delle rapine a mano armata che gli sono costate condanne a Bruxelles nel 1975 e ad Amsterdam nel 1989. Prima della guerra nella ex Jugoslavia guidava un «club di tifosi» della Stella Rossa, all'interno del quale avrebbe poi reclutato i suoi soldati del terrore. Per compiere il miracolo all'Obilic Arkan ha investito miliardi, senza contare quelli spesi per la costruzione di uno stadio completamente ricoperto e collegato a un albergo. Tanto denaro di certo non gli viene dalla pasticceria di Belgrado alla quale, ufficialmente, deve tutti i suoi guadagni. Ma fra i suoi grandi protettori, secondo le associazioni umanitarie, c'è il presidente serbo Milosevic. Anche il nome della squadra sembra tagliato su misura: Milos Obilic è l'eroe serbo che nel 1389 pugnalò il sultano Murad. Emanuele Novazio
Persone citate: Franz Beckenbauer, Hoeness, Milos Obilic, Milosevic, Murad, Zeljko Raznjatovic
Luoghi citati: Amsterdam, Baviera, Belgrado, Bruxelles, Germania, Jugoslavia, Stella Rossa
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