Fazio non tocca i tassi «Si muova il governo»

Fazio non tocca i tassi «Si muova il governo» Fazio non tocca i tassi «Si muova il governo» WSSm 'l'i "3 ■ a s « «Ss 11111111 LA STRATEGIA Di BANKITALIA AROMA N TONIO Fazio finisce sulla prima pagina dell'edizione europea del Wall Street Journal nel pieno del marasma finanziario mondiale innescato dalla crisi asiatica. Naturalmente il prudentissimo governatore di Bankitalia si guarda bene dall'addentrarsi in quel ginepraio, ma nell'intervista fornisce almeno qualche elemento di comprensione sui motivi che finora lo hanno consigliato a non abbassare la leva dei tassi d'interesse, malgrado le ripetute sollecitazioni di governo, imprese e sindacati. Dopo la scontata precisazione che «la politica monetaria non è fatta per premiare o punire governi e sindacati», Fazio s'interroga con una inusuale storiella: quale sarebbe l'atteggiamento d'un marziano al quale fosse affidata la politica monetaria quando sapesse che l'espansione dell'offerta di moneta deve essere dei 5%?. Il governatore non risponde alla sua stessa domanda, ma l'intervistatore trae la convinzione che «l'enigmatico immobilismo» di Fazio racchiuda in realtà un duplice messaggio. Uno indirizzato al governo italiano, incitato a garantire la stabilità di bilancio sul lungo periodo. Con la conseguente necessità di maggiori sforzi nella politica di rispanni, di un alleggerimento della pressione fiscale per facilitare la crescita, di una riforma strutturale del welfare State. II secondo messaggio è invece un segnale lanciato alla stessa Banca Centrale Europea, a proposito del livello di convergenza dei tassi, da uniformare per fine an- no, che è probabilmente più elevato di quanto previsto in origine. Almeno questa è l'interpretazione del «Wsj». Insomma, per quanto i tassi italiani siano ancorati al 5% mentre il livello medio è più basso e per il prossimo gennaio si attenda una «forchetta» del 3,5-3,3%, Fazio ancora non se la sente di decretare un abbassamento. Prima bisogna riassorbire l'eccesso di offerta di moneta. Anche perché l'inflazione resta ferma all'1,8%, le previsioni di crescita sono ridimensionate al 2% (salvo ulteriori contrazioni innescate dalla crisi asiatica) e si registra già un rallentamento della produzione industriale. Il prossimo lavoro della Banca centrale europea, continua Fazio con un'altra immagine, «sarà come guidare su una strada di montagna con molte curve; ma se hai una bellisssima macchina sportiva guidare in montagna è più divertente». Ma divertente non sarà per tutti i Paesi, e il governatore riconosce che ci saranno momenti in cui la politica monetaria della Bce non sarà esattamente appropriata per un determinato Paese. Anche se, prevede, «il problema sarà solo temporaneo, perché la politica monetaria unica porterà una maggiore convergenza». E a questo punto, Fazio pone l'accento sull'impatto che la politica monetaria comune avrà su aree economicamente e socialmente ancora molto diverse all'interno dell'Unione monetaria. Con la prospettiva che il «microcosmo» del caso-Italia venga dilatato all'eccesso. Entra, perciò, in ballo anche il Mezzogiorno e il suo futuro. Infatti, sostiene Fazio «esiste una differenza maggiore fra Nord e Sud d'Italia che fra l'Italia e la Germania». Ma non per questo, prosegue, «possiamo fare una politica monetaria per il Mezzogiorno. La parte più debole dovrà adattarsi a quella più forte». Parole chiare, senza infingimenti, che suscitano le reazioni sindacali. Per Cerfeda (Cgil) la politica monetaria «deve fare la sua parte come la politica di bilancio e gli investitori privati». Certo, oggi la politica monetaria «sfavo¬ risce il Sud, dove il costo del denaro è più alto di quattro punti che al Nord» e Cerfeda lancia l'idea di «un patto con le banche per la riduzione dei tassi». Invece per Forlani (Cisl) sulla politica monetaria Fazio ha ragione, ma allora dovrà essere compito della «politica di bilancio fungere da stimolo allo sviluppo delle aree deboli». Infine, per l'economista di Forza Italia Antonio Marzano, le risposte agli effetti negativi transitori temuti da Fazio saranno «il federalismo e l'Unione politica. [p. pat.] Messaggio a Prodi: stabilità di bilancio un Fisco più leggero e riforma del Welfare «Non possiamo fare politiche monetarie realizzate su misura per il Mezzogiorno» Il Governatore di Bankitalia Antonio Fazio A destra, un'immagine della Borsa di Tokyo

Persone citate: Antonio Fazio, Antonio Marzano, Cerfeda, Forlani, Prodi

Luoghi citati: Germania, Italia, Tokyo