«La Lega con Cossiga salverà Roma»

«La Lega con Cossiga salverà Roma» Il Carroccio rilancia il dialogo con l'Udr; il Ppi si divide: c'è un limite alle giravolte politiche «La Lega con Cossiga salverà Roma» Bossi: picconare l'Italia per costruire la Padania ROMA. «A settembre torno a Roma con il "blocco padano", ci guarderemo attorno... cercheremo di capire chi diavolo è Cossiga». Umberto Bossi, in vacanza a Ponte di Legno, conferma la sua volontà di rientrare nell'agone politico per «rottamare i Poli» con l'ausilio del picconatore Cossiga. «Ora - sostiene il leader del Carroccio c'è il sistema maggioritario che va bene per il "blocco padano" (mentre per la Lega era meglio il proporzionale); la Padania è fatta e sta crescendo e può darsi che strada facendo si incontri qualche alleato». Il senatur pensa al dialogo con Francesco Cossiga e scherza: durante il semestre bianco sostiene Bossi - il fondatore del'Udr «terrà D'Alema e soci per i "cosiddetti", cioè per i "coglioni"». Poi, conferma di puntare sullo scontento dei poteri forti: «Ormai Roma sta sprofondando nel regno delle due Sicilie. Basta vedere che tutti i processi sono a Palermo e tutti i soldi vanno a Napoli. La gente non ha capito che è stata sostituita la democrazia con un suo simulacro». La situazione politica resta «fluida»; e Bossi non esclude di portare a buon fine una sorta di missione che paradossalmente vede protagonista proprio la Lega, ossia «salvare Roma dalla camorra e dalla mafia»: «Roba da matti - osserva - ci tocca salvare Roma...». Poi, una volta «rottamati i due poli, quello di Napoli e quello di Palermo», questi dovrebbero essere sostituiti dal «polo padano e dal polo meridionale, con Roma super partes, in un ruolo di mediazione». La Lega con Cossiga, quindi; obiettivo: «Picconare l'Italia e costruire la Padania». Ma, sinora, non vi è stato alcun contatto tra i due: «Siamo tranquillamente in ferie», dice il leader del Carroccio. E con Berlusconi? «Non è mai stato l'interlocutore adatto. Parliamo con tutti; ma bisogna tener presente l'enorme difficoltà legata al fatto che Berlusconi rappresenta Palermo, lui è un po' il figlio dei privilegi...». Infine, una stoccata a D'Alema, per rinfacciargli di non aver accolto la sua proposta per l'assemblea costituente: «Gli dissi, era du¬ rante il governo Dini, che aveva un'occasione per passare alla storia, ma lui preferì l'accordo con i preti che tanto gli assicuravano i voti del Nord». Il matrimonio tra Bossi e Cossiga non è mal visto nemmeno in casa Ppi. «Due picconatori possono pure trasformarsi in costruttori - incalza Gerardo Bianco, presidente del Partito popolare, intervistato dalla "Padania" -. Il gioco si fa interessante». Ma il vicesegretario Ppi, Enrico Letta, mette le mani avanti: «C'è un limite al giravoltismo politico e, per quanto ci riguarda, non possiamo che sottolineare come la nostra disponibilità ad un dialogo politico con l'Udr verrebbe meno automaticamente nel caso in cui venissero strette "alleanze strutturali con un movimento, la Lega, che rappresenta l'opposizione più radicale all'Europa di Maastricht». Tuttavia, è proprio Gerardo Bianco a liquidare come «dietrologia» l'ipotesi avanzata da Armando Cossutta, presidente di Rifondazione comunista, secondo cui ci sarebbe la regia di Kohl dietro il riavvicinamento fra Bossi e Cossiga. «Tutte le forze politiche sono attente a quello che accade, a cominciare da Cossiga - osserva - che è poi il più sensibile a questi movimenti». Anche Bossi risponde alla sortita di Cossutta: «E' un po' matto, un tipo strano da non prendere sul serio», aggiunge. E rilancia: «So che dalle sue parti c'è la cooperativa Movi-Coop che aveva alle sue dipendenze tecnici della Fininvest... Non si può certo prendere sul serio, come esempio di coerenza. Lui, esponente del vecchio Pei, che appoggiava il pentapartito nella difesa dei privilegi...». [r. int.] Il leader della Lega Nord Umberto Bossi A sinistra: l'ex presidente della Repubblica e fondatore dell'Udr Francesco Cossiga