UN MERCATO SENZA GOVERNO di Mario Deaglio

UN MERCATO SENZA GOVERNO UN MERCATO SENZA GOVERNO AGOSTO non è solo un mese di grande caldo ma anche un periodo di grandi tempeste finanziarie e valutarie e il 1998 non smentisce questa tradizione. Con le prime contrattazioni della settimana, sulle Borse asiatiche è cominciata infatti una bufera in piena regola, proseguita poi, per un giorno intero, sui principali mercati occidentali. Il suo esito complessivo è ancora incerto. All'origine di quest'ondata di instabilità si colloca, ancora una volta, il Giappone. Nell'Impero del Sol Levante si susseguono ribaltoni elettorali e avvicendamenti di primi ministri ma, nella sostanza, tutto sembra rimanere come prima: le politiche economiche restano sulla carta e il vitale programma di risanamento buncario rischia di arenarsi in Parlamento. La minaccia di questa nuova paralisi ha influenzato la Borsa di Tokyo, ormai sfiduciata e ridotta all'ombra di se stessa, che ha perso fortemente terreno in un clima confuso. E ne ha risentito altresì la moneta giapponese, lo yen: il cambio con il dollaro è calato a minimi storici, mettendo in ansia i produttori americani (e anche quelli europei) i cui temibili concorrenti giapponesi acquistano così l'ulteriore vantaggio di una moneta divenuta debolissima, con la quale potranno praticare prezzi molto competitivi. La debolezza giapponese ha fatto spostare l'attenzione sulla Cina, devastata da un'alluvione biblica, che difende con milioni di sacchetti di sabbia la città di Mario Deaglio CONTINUA A PAG. 2 QUINTA COLONNA

Luoghi citati: Cina, Giappone, Tokyo