«Ci hanno consegnato scuole a pezzi»

«Ci hanno consegnato scuole a pezzi» E' cessata la competenza dei Comuni su oltre 70 edifici di istituti superiori «Ci hanno consegnato scuole a pezzi» Protesta dalla Provincia La Provincia di Parma ha rifiutato di prendere in carico le scuole superiori del Comune, come impone la legge 23 del '96, perché risultate «in stato pietoso». La Provincia di Torino non è arrivata a un gesto così clamoroso, ma certo qualche dubbio l'ha avuto ad assumersi l'onere di alcuni edifici, come, ad esempio, la magistrale Berti. «Speriamo che non ci si debba rammaricare di tanto "buonismo" e collaborazione da parte nostra», dice, con un pizzico d'ironia, l'assessore provinciale all'Istruzione, Aldo Miletto. Dal marzo '96 ha battagliato con i Comuni (Torino in testa) per arrivare ad una convenzione e per avere compensazioni in edifici, dato che di denaro nessuno voleva parlare, se si eccettuano 600 milioni «forfettari» dalla Città di Torino. «La razionalizzazione dell'edilizia scolastica con l'unificazione degli istituti superiori è giusta aggiunge Miletto - e può portare a rilevanti economie, ma l'operazione è diventata complessa perché alcune amministrazioni hanno cercato scorciatoie, peraltro legittime, per pagare meno». Che cosa è accaduto? Dato che i trasferimenti di denaro per le manutenzioni ordinarie, il riscaldamento e le bollette telefoniche dai Comuni alla Provincia sarebbero stati proporzionali alle spese degli ultimi tre anni, è stato facile ridurle al minimo ieri per non pagare oggi. Così contro una spesa media per alunno di 95.492 lire fatta dalla Provincia per le sue 99 scuole, nel '97 il Comune di Torino ne ha spese solo 23.638 ed ancor meno i 18 piccoli Comuni: 22.664 lire. La media nazionale - è bene ricordarlo - è sulle 115 mila lire. Non occorre essere un analista per comprendere in quale «stato» vengano trasferite le scuole e quale mole di lavoro si troveranno ad affrontare, da oggi al 15 settembre e successivamente, i 50 addetti del dipartimento Edilizia della Provincia, diretti da Giuseppe Ferrarelli, e i loro colleghi del Patrimonio, sotto la guida di Nicola Tutino, entrambi in piena attività nel periodo consacrato alle ferie. Prima le scuole erano 99, adesso sono 175: 46 sono arrivate dal Comune di Torino, 30 dai Comuni della provincia. E tutte piene di problemi. Adesso occorre personale (geometri, ingegneri, architetti, ma i concorsi tardano a venire), mentre, secondo l'assessore Miletto «24 miliardi sono necessari solo per l'urgenza e l'emergenza». Non sono gli uffici della Provincia a dirlo, ma una relazione del Politecnico che ha esaminato lo stato degli edifici che sarebbero aiTivati in carico all'ente. E' un documento preoccupante quando si tiene conto che sulle 70 scuole esaminate più di un terzo richiede interventi di manutenzione che in media costano 507 milioni ciascuno. A Torino, d'altra parte, il 32,50 per cento delle scuole sono «storiche», risalendo al periodo 1880-1935 e solo il 20 per cento è stato costruito dopo il '75. Peggio ancora in provincia, dove il 54 per cento del patrimonio edilizio scolastico è ante '35. In città i problemi più frequenti riguardano le coperture, gli infissi esterni e interni. C'è un diffuso degrado dei pavimenti e dei soffitti e controsoffitti. In 13 scuole c'è probabile presenza di amianto, in 18 i solai sarebbero da rifare. Scarso anche l'uso di tinteggiature: 28 scuole sono state dimenticate per anni dal pennello, ma in cimpenso sono ricche di «graffiti urbani». Non vanno meglio gli impianti: il 40 per cento degli edifici di Torino «non è a norma - dice il Politecnico - con un grado di criticità medio alto»: sono insufficienti il 65 per cento degli impianti sanitari, il 55 per cento di quelli antincendio. Eccezione per gli impianti elettrici: vecchi, ma «non inidonei». Barriere architettoniche: un disastro, soprattutto fuori Torino, dove l'80 per cento degli edifici non tiene conto degli allievi in carrozzella. Per l'assessore Miletto l'inizio dell'anno scolastico potrebbe essere «di fuoco»: i cortei in via Maria Vittoria per chiedere quello di cui tutti gli alunni hanno diritto una scuola vivibile - potrebbero moltiplicarsi, anche se l'obiettivo più reale dovrebbe essere il padrone di casa di ieri, non quello di oggi, e lo Stato inadempiente. La tendenza, oggi, è a scaricare tutto sulla Provincia: e i funzionari, in vista di un contenzioso pesante con i pretori, chiedono di essere tutelati dall'amministrazione come già fa il Comune di Torino. Gianni Bisio SITUAZIONE DELLE NUOVE SCUOLE IN CARICO ALLA PROVINCIA TORINO FUORI TORINO Non richiede interventi — — Richiede intervenlo di manutenzione parziole 30,27% 26,82% Richiede infervento di manutenzione complete 36,30% 27,81% Richiede intervento di sostituzioni o rifacimenti parziali 16,55% 23,63% Richiede interventi di sostituzione o rifacimento completo 13,31% 17,26% Necessità di installazione ex novo 3,57% 4,47% L'istituto Berti e l'assessore provinciale Aldo Miletto

Persone citate: Aldo Miletto, Gianni Bisio, Giuseppe Ferrarelli, Miletto, Nicola Tutino