Nesta: sarò quello di prima

Nesta: sarò quello di prima Il giocatore della Lazio racconta il suo «inferno» dopo l'infortunio durante il Mondiale Nesta: sarò quello di prima Ma senza di lui Eriksson è nei guai SEI MESI PER TORNARE IN FORMA SROMA E a ventidue anni ti casca il mondo addosso e non fai una piega, allora la stoffa è davvero buona. Alessandro Nesta, ex bambino d'oro della Lazio, certo uno dei migliori, se non il primo in assoluto, dei centrali italiani, titolare in Nazionale, valore di mercato almeno 50 miliardi, fa smorfie di fatica in piscina, aggrappato a due galleggianti colorati. Il ginocchio destro ha fatto crack in Francia, stop di sei mesi. Poi si riprenderà con una certezza, Nesta tornerà quello di prima. Perché vuole farcela. Ha già deciso che smetterà, molto ricco, a 34 anni. Per poi fare, se sarà ancora di quella opinione, il direttore sportivo. Considerato ai livelli del Vierchowod, pilastro difensivo della Roma scudetto, il gioiello di Eriksson, vive un'estate di fatica. Sei giorni al lavoro nel circolo dell'Antico tiro a volo: 3 ore e mezza di ginnastica la mattina, 90 minuti cu piscina il pomeriggio. Il suo aguzzino è un fisioterapista di Villa Stuart, Andrea Ceniti, che sorridendo gli propone «l'ultimo» esercizio di una serie che non finisce mai. Nesta conta: «Oggi sono passati 47 giorni dall'infortunio, 45 dall'operazione. Incidente senza colpevoli, stupido parlare di una mia mossa sventata. Mi hanno tradito i tacchetti, affondati nell'erba. Una spintarella e il mio corpo ha fatto una giravolta, mentre il piede destro era arpionato al terreno. Capita, purtroppo nello sport ad alto livello farsi male è normale. Nei giorni passati a Villa Stuart ne ho visti tanti in infermeria di colleghi di varie discipline. Ora penso solo a guarire». Eriksson invece è nei guai, con Nesta voleva provare la difesa a tre; senza, ha abbandonato l'idea. E anche con quattro difensori, a Lisbona la Lazio ha beccato quattro gol. Se i due con i biancazzurri in nove forse non contano, gli altri presi a ranghi completi sono allarmanti. «Non posso certo dire che con me sarebbe andata diversamente - afferma Nesta -. La difesa a tre è un modulo che si prova e magari si lascia subito. Sono stato diverse volte a Formello per rivedere i vecchi compagni e conoscere i nuovi. Che mi sembrano tutti bravi. Ma valutare la squadra non è possibile. E' bene che la rosa sia numerosa, nella scorsa stagione ato sa nnaio eravamo in pochi, con la difesa decimata dagli infortuni. Grandoni, che è un centrale, ha dovuto giocare a destra. E poi troppe partite, con l'aggravante della partenza mediocre che ci ha costretto a inseguire. Nel finale abbiamo ceduto e quando la squadra va male, si salva nessuno». Il professor Pierpaolo Mariani detta i tempi del recupero: «Spero di poter consegnare Nesta al preparatore biancazzurro a metà settembre. L'esperienza dice che dopo l'operazione al ginocchio servono circa sei mesi. Ma molto dipende dal soggetto, da come recupera fisicamente e psicologicamente. Nesta è un paziente ideale, anche nella testa. Ha affrontato il caso con lo spirito giusto, senza mai abbattersi. In ottobre potrà riprendere contatto con la palla e tornare in campionato ai primi di dicembre». Ma è anche vero che poi c'è la sosta natalizia e allora diventa più probabile un debutto a metà gennaio. Cosa fa Nesta? «Non mi faccio mancare niente. Esco anche un po' la sera, senza mai dimenticare i doveri del calciatore. Io sono un fortunato. Tra l'altro uno dei pochi che dalla Primavera ha sfondato nella grande squadra senza andare a far gavetta in B o C. Di questo devo ringraziare Zeman, allenatore che punta sui giovani. Guardate Pirlo e Ventola, per loro sarà dura trovare spazio, acquistati da un'Inter che è zeppa di grandi campioni. E Di Vaio che toma in serie A dopo due stagioni senza fanfara». Contratto, tasto dolente. Scade nel 2001. Oggi Nesta guadagna circa 800 milioni l'anno, moltissimo per un ragazzo, assai poco rispetto a quanto guadagnano gli assi della Lazio e tutti quelli, nelle altre società, che valgono quanto lui. Mentre la società biancazzurra diceva che Nesta sarà la bandiera della Lazio, il procuratore del giocatore interveniva sostenendo che se i piani sono a così lunga scadenza, allora bisogna rivedere qualcosa. Poi silenzio e infine l'infortunio. «Non è un mio problema - dice Nesta -. Io penso prima a guarire e poi a giocare». Vero. Questo campionato servirà per tornare ai soliti livelli, ma poi la Lazio si troverà nei guai se non avrà saputo giocare d'anticipo. Non basta averlo nominato capitano. Nesta nel 2001 avrà 25 anni e potrebbe andare via a parametro zero. Guadagnando ingaggi «folli». Se creasse una piccola spa personale, comprarne le azioni sarebbe certamente l'affare del decennio. Piero Serantoni A metà settembre la ripresa ma per andare in campo forse dovrà attendere gennaio Cinque ore al giorno di dura fisioterapia in palestra e rieducazione in piscina Alessandro Nesta a terra nella partita dei Mondiali con l'Austria e (a sinistra) con l'arto ingessato

Luoghi citati: Austria, Formello, Francia, Lazio, Lisbona