«Mio caro D'Annunzio scrivi per me»
«Mio caro D'Annunzio scrivi per me» Puccini al Vate «Mio caro D'Annunzio scrivi per me» ROMA ARISSIMO Gabriele, non mi lasciare. Pensa e scruta nella tua feconda mente e dammi il mezzo di unirmi a te con tutte le forze al trionfo». Così Giacomo Puccini si rivolgeva a D'Annunzio nella speranza di potergli strappare quel libretto che agognava da anni. Era il 16 agosto 1906, quando, dopo un lungo tira e molla, l'autore della Tosca tornava all'attacco nonostante i ripetuti dinieghi del poeta. Il Vate gli aveva proposto un abbozzo di un testo decadente che Puccini non aveva gradito. «Se tu sei ancora attratto verso una forma di realismo drammatico a cui non potrei accostarmi se non con pena, riprendi senza esitazione la tua libertà e non temere di contrariarmi», aveva fatto sapere D'Annunzio al «carissimo Giacomo», facendogli capire che la collaborazione a cui aspiravano entrambi andava ormai considerata naufragata. Il compositore non si dette, tuttavia, per vinto e fino al 1912 continuò a sollecitare un testo dell'illustre amico. A ricostruire i tentativi di intesa tra Puccini e il poeta, sulla base dei carteggi conservati al Vittoriale, è Carlo Santoli dell'università di Salerno, autore del saggio Gabriele d'Annunzio. La musica e i musicisti (Bulzoni). Il desiderio del maestro toscano di musicare un libretto dannunziano si manifestò concretamente nel luglio 1894. Da allora tra i due artisti intercorsero molti rapporti. Il genere che Puccini desidera doveva contemplare una storia di «affettuosità spasimanti, carne, dramma rovente». D'Annunzio gli propose una storia dal titolo Rosa di Cipro (poi divenne La Pisanella), ma al maestro non piacque e il Vate si offese. Il car-teggio divenne nuovamente intenso nell'estate del 1912, quando il poeta si mise di nuovo al lavoro per l'amico, proponendogli La crociata degli Innocenti. Nonostante ripetuti incontri tra i due a Parigi nel 1913, il poeta non scrisse però il libretto dato lo scarso mteresse dimostrato da Puccini per questo eventuale testo. [AdnKronos]
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