Se i ministri dessero l'esempio. Gesti d'amore per quei bambini

Se i ministri dessero l'esempio. Gesti d'amore per quei bambini LETTERE AL GIORNALE Se i ministri dessero l'esempio. Gesti d'amore per quei bambini Un anno di stipendio per gli immigrati Sono un professionista di trentanni e vi scrivo in merito alla questione immigrati, persone disperate che cercano rifugio nel nostro Paese scappando dagli orrori della guerra, della fame o dei cambiamenti politici. Di sicuro è dovere di un Paese civile intervenire per fare il possibile e venire incontro alle esigenze di questi uomini, così come sostengono il Presidente della Repubblica Scalfaro e tutti i gli altri nostri politicanti. Stiamo aiutando questi immigrati utilizzando i soldi dei contribuenti, quindi tutti noi. Mi rivolgo al Presidente, ai presidenti delle Camere, al presidente del Consiglio, ai suoi ministri: date il buon esempio, come deve fare un buon padre di famiglia con i figli, l'imprenditore con i suoi dipendenti o i dipendenti pubblici con i cittadini, rinunciate a un anno di stipendio e devolvetelo in favore dei bisognosi. A quanto risulta dalle dichiarazioni dei redditi pubblicate, le nostre massime cariche politiche non soffrirebbero senza incassare lo stipendio di un solo anno. Faccio un appello ai nostri governanti: non chiedeteci di fare, di dare, cominciate a farlo voi, allora, quando ci chiederete dei sacrifici, forse saremo più disposti a farli. Paolo Linermi, Sanremo Tutta la sofferenza che travolge l'infanzia Come sempre ho letto il pezzo di Guido Ceronetti «Infanzia stagione d'inferno», comparso su La Stampa del 3 agosto, affascinata e sconvolta. Il suo modo di scrivere, unico, evoca realtà innegabili. Anche io non credo al mito dell'infanzia felice, la storia e la cronaca ce lo confermano. Ma queste realtà atroci non sono tutta la realtà. Anche oggi, come ieri, molti bambini hanno, se non tutto quello cui avrebbero diritto, almeno il senso di calore e di sicurezza che viene dall'amore dei genitori o di altri che li accudiscono. Io stessa, cresciuta in una famiglia normale, cresciuta in una famiglia normale, col padre in guerra, oltre alle angosce e alle limitazioni di quei giorni, ho ricordi e sensazioni bellissime, tale era la difesa che l'amore e la tenerezza di mia madre e di altri adulti avevano saputo crearmi intorno. Dico questo perché non posso accettare una visione così disperata. So anche, come mamma, che minimi gesti d'amore e attenzione possono riportare al sorriso un bambino che soffre. Certo c'è tantissimo da fare in questo senso: bisogna avere il coraggio di farlo, ognuno nel suo piccolo. Grazie comunque, perché un pezzo come il suo, crogiolo di tutta la sofferenza che investe il modo dei piccoli, può fare più di mille cronache televisive: qui c'è amore per l'infanzia. Maria Grazia Cavallo sez. Anfaa di Cuneo Gli Archivi di Stato e i documenti riservati Con riferimento all'articolo di Pier Luigi Battista «Archivi di Stato, l'estate è gialla» (giovedì 6 agosto), mi sembra opportuno fornire alcuni chiarimenti in merito al tema delicato e giuridicamente complesso dei documenti riservati. Nella 1 Conferenza nazionale degli archivi, svoltasi nei giorni 1-3 luglio presso l'Archivio centrale dello Stato, una sessione era interamente dedicata al problema della consultabilità dei documenti riservati. Si è arrivati a quella sessione dopo un intenso lavoro svolto da un gruppo da me coordinato in cui erano presenti rappresentanti dell'Ispettorato per i servizi arclùvistici del ministero dell'Interno, del Garante dei dati personali, della Commissione per l'accesso ai documenti amministrativi, del ministero di Grazia e Giustizia, di Istituzioni culturali che conservano documenti recenti, di enti locali, della Comunità ebraica, degli storici e, ovviamente, degli archivisti di Stato. Con il passaggio dell'Amministrazione archivistica dal ministero dell'Interno a quello per i Beni cul- turali, la situazione della ricerca storica in Italia è nettamente peggiorata perché è stata affidata a un prefetto la competenza sulle autorizzazioni alla consultazione dei documenti riservati, mentre in precedenza tale competenza era affidata alla Giunta superiore degli archivi, organo collegiale composto da archivisti e da storici. Successi¬ vamente è stato inoltre soppresso anche il parere del direttore dell'Archivio di Stato. Quando ho assunto la direzione dell'Archivio centrale dello Stato, nel marzo 1997, ho constatato che vigeva nell'Istituto un regime di privilegio per alcuni utenti e non veniva correttamente applicata la normativa. So che alcuni ricercatori avrebbero preferito mantenere una posizione di favore, senza preoccuparsi degli aspetti istituzionali e deontologici della questione. Considerando tale questione prioritaria, ho cercato di eliminare i privilegi, applicando le norme in vigore in base alle quali - è doveroso sottolinearlo - l'Acs e l'Amministra¬ zione archivistica in generale non zione archivistica in generale non avevano più alcuna competenza. I divieti alla consultazione, pertanto, non venivano dall'Acs o da altri Istituti archivistici, ma dal ministero dell'Interno. Nel contempo però sono stati presi contatti con il ministero dell'Interno e con il Garante dei dati personali, evidenziando nelle sedi istituzionali l'esigenza di riesaminare una normativa' non adeguata all'esigenza della ricerca e per di più interpretata dal ministero dell'Interno, dopo l'approvazione della legge del 1996 sui dati personali, in maniera particolarmente restrittiva e incongrua. Durante i lavori della Conferenza nazionale degli archivi, il ministro Napolitano ci ha inviato una lettera, di cui ho dato pubblica lettura, nella quale preannunciava una modifica della disciplina delle autorizzazioni, riconducendo la valutazione delle domande di autorizzazione a un organo collegiale del Dicastero da lui presieduto in cui saranno rappresentati gli archivisti e gli storici, su designazione del ministro per i Beni culturali. In quella stessa sede si è discusso in maniera costruttiva della elaborazione di un codice deontologico per gli archivisti e per i ricercatori e il Garante ha delineato le linee guida del nuovo testo per la disciplina della tutela dei dati personali nell'ambito della ricerca storica, di recente approvata dal Consiglio dei ministri. La disciplina'in tale materia si propone di contemperare due diritti garantiti dalla Costituzione: il diritto alla ricerca e il diritto alla tutela della privacy, che prevede per i documenti d'archivio un limite massimo di 70 anni; una maggiore libertà nell'accesso ai documenti riservati sarà dunque possibile se gli archivisti e i ricercatori si impegneranno a rispettare il codice deontologico. Ritengo pertanto che in questo specifico ambito siano stati raggiunti risultati molto positivi ed è ora possibile prevedere l'avvio di una nuova fase più liberale e coerente nella delicata gestione dei documenti riservati in cui verrà nuovamente riconosciuto un ruolo an¬ che ai conservatori d< che ai conservatori delle fonti e sarà finalmente disciplinata la responsabilità degli utenti circa l'uso delle notizie personali. Paola Carucci, Roma Dirigente generale dell'Archivio centrale dello Stato L'Ulivo e Rifondazione l'avvertimento di Passigli Il servizio apparso sabato 8 agosto sulla Stampa cita la mia speranza che Rifondazione Comunista accetti «non solo un accordo sulla Finanziaria ma un vero e proprio patto di legislatura», ma non il mio avvertimento che nel caso, assai probabile, che predomini in Rifondazione Comunista una posizione estremista «cadrà il maggior ostacolo ad una legge elettorale realmente maggioritaria fondata sul doppio turno di collegio». Nella dichiarazione citata aggiungevo che «il governo non deve cambiare la propria maggioranza per inseguire maggioranze alternative, ma è altrettanto vero che non debba cambiare la Finanziaria per inseguire le posizioni più estremiste in Rifondazione Comunista». Insomma, vi è nell'Ulivo chi non concepisce la possibilità di maggioranze di governo senza Rifondazione Comunista, e chi come me ritiene invece che si è parte o no della maggioranza se si accetta o no la politica economica del governo e il programma che ha portato la coalizione dell'Ulivo alla vittoria elettorale. Questo vale per chiunque dia oggi il suo appoggio esterno come Rifondazione Comunista, o si riprometta di darlo in futuro come l'Udr. Stefano Passigli, Roma Senatore Ds Le lettere vanno inviate..;/" ir %, a: jjr X / V LA STAMPA ,/ViaMarenco 32, 10126 TORINO - fax 011 -6568924 e-mail lettere@lastampa.it

Persone citate: Guido Ceronetti, Maria Grazia Cavallo, Napolitano, Paola Carucci, Paolo Linermi, Passigli, Pier Luigi Battista, Scalfaro, Stefano Passigli

Luoghi citati: Cuneo, Italia, Roma, Sanremo, Torino