Sono 43 i fondi pensione

Sono 43 i fondi pensione Sono 43 i fondi pensione ROMA. I Fondi pensione sono ormai realtà. Con i 15 approvati venerdì dalla Commissione di vigilanza, presieduta da Mario Bessone, sono diventati 43 i fondi aperti resi operativi sul mercato italiano. Tra di essi la parte del leone, con 31 fondi, la fanno le imprese assicurative; 10 i fondi di società di gestione del risparmio; 2 quelli delle banche. Sempre venerdì la Commissione ha approvato la scheda informativa di Alifond e Previcooper, facendo salire a nove 11 numero dei fondi entrati in fase di operatività. Nella platea dei 43 fondi fino ad ora autorizzati, relativamente ai 15 nuovi fondi pensionistici immessi sul mercato, la Commissione di vigilanza comunica che hanno superato l'esame: il Fondo pensione Fideuram (Fideuram Fondi); il Carime Previdenza (Fondigest); Azur Previdenza (Azuritalia Vita Assicurazioni); Vittoria formula lavoro (Vittoria assicurazioni) Fondiaria Previdente (La Fondiaria assicurazioni), Previgest Mediolanum (La fondiaria), Previgest Mediolanum (Mediolanum Vita), Innovazione Vita (Innvazioane Vita); Sai vita (Sai assicurazioni); Sai investimenti (Sai investimenti); Novara Vita (Novara Vita assicurazioni), Po vita (Po vita assicurazione); Carige (Banca Carige); Universo (Universo Vita); Teseo (Reale Mutua); Unipol Futuro (Unipol). Per quanto i due fondi che sempre venerdì hanno superato l'esame della scheda informativa, Alifond si rivolge ad una platea di circa 300 mila lavoratori. E' un fondo a contribuzione definita che indirizzato alle categorie di lavoratori dell'industria alimentare e dei settori affini. Il fondo, istituito nell'aprile dei 1998 con un accordo tra al Federalimentare e le organiz¬ zazioni sindacali Fat/Cisl-Flaicgil-Uila/Uil. Il fondo è finanziato con un contributo a carico delle aziende (l%c della retribuzione), dei lavaoratori ( 1 % della retribuzione) e il tfr (2% della retribuzione). Previcooper è un fondo a contribuzione definita che si rivolge alle categorie dei dipendenti delle imprese della distribuzione cooperativa. Il fondo, istituito nell'aprile 1998 con un accordo tra le Associazioni cooperative della distribuzione a Filcams/cgil-Fisascat/cisl-Uiltucs/uil. Il fondo si rivolge ad una platea di potenziali aderenti di circa 55 mila lavoratori, ed è finanziato con un contributo a carico delle aziende (0,55 per cento della retribuzione utile al Tfr), dei lavoratori (0,55 per cento della retribuzione utile al tfr) e l'utilizzo del 50 per cento della quota del Tfr per tutti i soggetti iscritti. Intanto si riaccende la polemica sull'ipotesi di investire i contributi previdenziali nel mercato azionario. Il Wall Street Journal ha dedicato ieri all'argomento un ampio articolo in prima pagina. Lo spunto del dibattito è fornito da quanto sta accadendo in Gran Bretagna dove la possibilità di crearsi una «pensione personale» investendo direttamente i contributi in azioni, si è rivelato un fallimento: gli inglesi hanno dovuto sopportare ingenti perdite a causa di investimenti sbagliati e i costì per le assicurazioni sono aumentati. Si stima che per compensare le spese di assistenza derivanti da cattive operazioni azionarie, le compagnie di assicurazione dovranno sborsare 18 miliardi di dollari. Scotland Yard sta conducendo un'inchiesta per individuare le responsabilità dei vertici delle assicurazioni.

Persone citate: Mario Bessone, Reale Mutua

Luoghi citati: Gran Bretagna, Novara, Roma