Inps, 50 mila miliardi di crediti di Bruno Gianotti

Inps, 50 mila miliardi di crediti PREVIDENZA Allarme del Collegio dei sindaci per l'impennata di 7 mila miliardi nel '97. Raddoppiato in quattro anni il totale delle morosità Inps, 50 mila miliardi di crediti Ma Vistituto riesce a recuperarne solo la metà ROMA. Le tribolazioni dell'Inps non finiscono mai: oltre allo squilibrio tra erogazioni e contributi, all'aumento vertiginoso delle pensioni di anzianità, c'è un'altra spina che ne tormenta i bilanci. Sono i crediti contributivi, le somme dovute, ma che l'ente incassa soltanto a metà. Come previsto dalla relazione del Collegio dei sindaci di due anni fa, il totale ha superato a fine '97 i 50 mila miliardi, con un aumento di 7168 miliardi rispetto ai 43.820 registrati nel 1996. E la nuova relazione del Collegio è ancora più allarmante, perché sottolinea come sia sempre più arduo riscuotere i contributi pensionistici: l'importo delle partite creditorie è quasi raddoppiato negli ultimi quattro anni passando dai 26.854 miliardi del consuntivo 1993 ai 50.988 del consuntivo 1997. Un'impennata che fa presagire nuove tempeste, perché la morosità contributiva si è impennata decisamente negli ultimi anni: 12 anni fa nel 1986 era soltanto a quota 15 mila miliardi. Le preoccupazione, secondo la relazione, sono aggravate dal fatto che sono stati anche cancellati residui attivi per crediti contributivi per mille miliardi e che sono aumentate in modo significativo le spese legali: l'Inps, insomma, nonostante condoni e agevolazioni, deve ricorrere agli avvocati e non riesce ugualmente a recuperare il dovuto. Per quanto riguarda le tipologie di crediti, sono 20.515 miliardi quelli dovuti per i lavoratori dipendenti da aziende industriali e commerciali mentre sono 2526 quelli dovuti per i dipendenti agricoli. Ammontano a 1606 i contributi non riscossi da coltivatori diretti e mezzadri mentre toccano quota 5791 i miliardi dovuti dagli artigiani I commercianti devono all'Inps contributi per 5634 mentre ammontano a 40 miliardi i contributi non riscossi dal clero. Al totale (36.112 miliardi) vanno poi aggiunti 14.876 miliardi di crediti non assoggettati a svalutazione. Il complesso dei crediti dell'Istituto (compresi quelli verso lo Stato, le Regioni e altri enti pubblici) nel 1997 ammonta a 110.903 miliardi con un aumento di 6172 miliardi rispetto al 1996. I crediti verso lo Stato, gli enti locali e quelli pubblici toccano i 53.010 miliardi complessivi mentre sono 5738 i miliardi inseriti tra i «crediti diversi». I crediti per prestazioni da recuperare sono 3970 miliardi mentre i crediti per partite varie e di giro sono ol- tre 2900 miliardi. In complesso, una mina vagante per il bilancio '98. Già a dicembre, il Collegio dei sindaci aveva sottolineato che i crediti contributivi avrebbero rappresentato il «punto di criticità» dei conti Inps, visto che l'istituto non era in grado di stabilire «con ragionevole approssimazione» la reale entità. E il bilancio di previsione ha stimato all'attivo con¬ tributi per 50.163 miliardsi, con un aumento di 3334 miliardi sul '97. Resta il fatto che l'Inps non è in grado di conoscere quanti contributi potrà recuperare, quanti dovranno essere considerati inesigibili e di «difficile esigibilità». Ma soprattutto, il Collegio dei sindaci ricorda che non sarà possibile distinguere, nella montagna dei crediti contributivi (450 mila le partite creditorie aperte soltanto fra i lavoratori dipendenti), quanti sono inesigibili fibn dall'inizio perché inesistenti, oppure perché prescritti in un secondo tempo. Non solo. Secondo il Collegio, l'istituto non ha mai dimostrato grande sollecitudine nello scavare a fondo tra i suoi creditori: nonostante i ripetuti inviti, l'Inps non avrebbe presentato un progetto di verifica di tutte le partite creditorie, per individuare le non più esigibili e depennare gli importi dalle previsioni di entrata. Le conseguenze, però, non dovrebbero ancora scaricarsi sul complesso dei contribuenti: a fine '97 l'economista Paolo Onofri, presidente della commissione di riforma dell'assistenza statale, aveva previsto che nei prossimi 6-7 anni non dovrebbero prospettarsi interventi di riequilibrio della previdenza pubblica, visto che la spesa pensionistica dovrebbe mantenere un rapporto stabile con il prodotto interno lordo. Bruno Gianotti 1 DEBITI DELLE CATEGORIE (IN MILIARDI) LAVORATORI DIPENDENTI 20.515 SALARIATIAGRICOLI 2526 COLTIVATORI E MEZZADRI 1606 ARTIGIANI 5791 COMMERCIANTI 5634 CLERO 40 36.112

Persone citate: Mezzadri, Paolo Onofri

Luoghi citati: Roma