Marzotto rimescola le carte

Marzotto rimescola le carte Marzotto rimescola le carte Umberto e Italia, fratelli di Pietro scesi nell'azionariato sotto il2% MILANO. Riassetto ai vertici, con l'uscita del conte Pietro, maggiore concentrazione sul «core business» dell'abbigliamento, ma anche rimescolamento di carte ai «piani alti» con il ridimensionamento apparente delle quote dei fratelli Italia e Umberto Marzotto: per il gruppo di Valdagno lo scorso giugno non è stato avaro di novità anche sul versante della proprietà, in mano alla famiglia veneta, ma finora frammentata tra i rami del clan. Solo poche settimane dopo l'annuncio del passaggio della presidenza da Pietro Marzotto al manager belga Jean De Jaegher, nell'azionariato Marzotto SpA si registrano alcune defezioni: la sorella di Pietro, Italia Marzotto, risulta infatti secondo fonti di mercato essere scesa lo scorso 23 giugno al di sotto della quota del 2% (quella rilevante per le comunicazioni) dal 5,25% che deteneva. Scompare così al di sotto del 2% anche la Zamia srl, la società che secondo gli ultimi dati disponibili al 31 marzo scorso era la «scatola» che conteneva la sua partecipazione. Riduzione sotto il 2% e quindi «scomparsa» virtuale anche per Umberto Marzotto, che prima del 25 giugno scorso era accreditato direttamente del 2,165% del capitale. Il 22 giugno, tre giorni prima, era stato invece il turno della Veninvest, che dal 4,01% è rientrata sotto il 2%. Una serie di spostamenti azionari dei quali, in assenza di commenti, risulta per ora difficile dare il senso complessivo. Altre variazioni hanno comunque riguardato le altre società che fanno capo alla famiglia Marzotto: anche nella Italjolly, Umberto Marzotto risulta aver ridotto negli stessi giorni la propria partecipazione, dal 3,56% sotto il fatidico 2%. Nella Zignago, inoltre, il conte Pietro è sceso in due riprese dal 12,6% al 10,5%, mentre la Linfa srl, società facente capo alla famiglia, ha ridimensionato la sua quota dal 6,47% sempre sotto il 2%. Una serie di «ripiegamenti» che lasciano Pietro Marzotto sempre come azionista di riferimento della Marzotto SpA, con il 15,09% (anche tramite le controllate Finiinvest e Intrapresa). Secondo maggiore azionista è invece l'altro fratello Vittorio Emanuele Marzotto, con il 9,24%, che dovrebbe ancora raggruppare le quote, più o meno paritetiche (circa il 2,3% a testa) dei «giovani» Luca, Nicolò, Gaetano e Stefano Marzotto, mantenendone l'usufrutto. Seguono poi la Bankers Trust Company (6,45%), lo State of New Jersey Common Fund (6,03%), la Morgan Stanley (3,16%), la Caisse des Dépòts et Consignation (2,22%) e i fondi comuni Arca con poco più del 2%. Il resto (55,7%) risulta essere «mercato».

Luoghi citati: Italia, Milano, New Jersey, Zignago