Un giorno per strada e diventi barbone doc

Un giorno per strada e diventi barbone doc Berlino, un corso insegna a mendicare: «Così si capisce il dramma dei senza casa» Un giorno per strada e diventi barbone doc UN DIPLOMACONTRO CORRENTE BERLINO DAL NOSTRO INVIATO «Vestito così non raccatterai mai niente, capiranno subito che bluffi e rischierai di finire in qualche guaio». Il monito di Achim è ragionevole e paziente ma severo, e appena velato d'imbarazzo: «Sei troppo pulito nelle mani, hai tropp'aria di soldi addosso, puzzi troppo di vacanze». Dunque niente orologio, al posto delle scarpe da ginnastica scarponi invernali senza più le stringhe, invece dei jeans pantaloni di feltro sdrusciti e pingui, e via la maglietta polo: «Meglio una camicia con pochi bottoni, e meglio ancora poi se è rappezzata». Anche adesso, però, Achim è soddisfatto soltanto per metà: «Ti resta addosso qualcosa come un marchio, continui a sapere di benessere. Si capisce che sei sazio, tu». E' la prima lezione, anche se indiretta, che si impara al «Corso professionale per barboni di domani», organizzato a Berlino dal gruppo di senzatetto «Mob», una giornata a 180 marchi. Una lezione marginale soltanto in apparenza e che sarebbe improvvido sottovalutare, perché riassume la provocazione che «l'Accademia per barboni» - titolare di un quindicinale di categoria, «Strassenfeger» - si propone di annunciare organizzando i corsi e distribuendo «Betteldiplom», i diplomi di mendicità. Dice, questa lezione, che vivere per strada non è soltanto la penuria che scandisce la giornata, la mancanza di una casa e la precarietà di cibo, ma è l'obbligo di separarsi da qualsiasi residuo o evenienza di normalità. Una separazione così profonda e tanto radicata da lasciar traccia, un segno, un marchio che ti segue o ti precede dappertutto. Le altre lezioni variano, dipende dall'insegnante che ti tocca: Achim - che ha 35 anni e viene dalla Polonia, dove otto anni fa ha lasciato un matrimonio a pezzi, un figlio e «tanti debiti da non ricorda rmi più quanti», dopo il fallimento del suo bar - cerca di formalizzarle per facilitare l'ingresso in strada a un allievo che gli continua ad apparire «storto», nonostante la buona volontà. Ma una alla volta, così che la loro successione è la stessa degli «esami in strada». Si comincia dunque dalla prova più imbarazzante e aspra per chi «è di fuori», quella che costringe a confrontarsi nel modo più scabroso con la normalità dalla quale si proviene: è la «prova della questua», sul marciapiede a mano tesa o con l'aiuto di una ciotola. «Rimani calmo qualsiasi cosa ti succeda, e prima di sederti guardati bene attorno». Achim sceglie un posto che promette l'olla, l'ingresso di un grande magazzino vicino a una stazione del metrò, a due passi dalla Ostbanhof- la gente c'è ma c'è anche il rischio vigilantes, perché i grandi magazzini non gradiscono che i barboni siedano ai loro ingressi. «Se viene un sorvegliante fai finta di nulla, resta calmo e sii gentile, fai capire che vieni da lontano e ti serve da mangiare». Difatti: un vigilantes esce dal niente, sono bastati due minuti. Fa cenno che non si può restare, dal marciapiede la prospettiva lo rende una specie di gigante, che far finta di nulla non serve a smaterializzare: il secondo invito ad allontanarsi è un ordine, con- viene eseguirlo in fretta. Achim sarebbe stato altrettanto sollecito? «Ho imparato presto che è inutile rischiare. Il terzo invito non è più un ordine, hai già le mani addosso». Achim, la prima volta, si è preso una mazzata. E' la seconda lezione, molto diretta questa volta, che si impara al corso: sfruttare i limiti ma non varcarli mai, sfidare il rischio ma non costringersi a vedere il bluff dell'avversario. Achim l'ha imparata abbastanza in fretta da sopravvivere 8 anni in strada senza danni irreparabili, a parte l'artrosi alle gambe e i denti marci. Dunque attenti ai grandi magazzini, soprattutto se d'estate. La stazione del metrò è meno vistosa e lo si capisce subito, insieme a una lezione che vale da sola il corso: tendendo la mano, «magari con due monete da 10 pfenning per sollecitare un po' di colpa nei passanti», ci si accorge che di fronte a una mano tesa per chieder l'elemosina non ci sono mai occhi, che la presenza di un barbone rende ciechi, distrae, spinge a improvvise deviazioni con la scusa magari di guardare una vetrina o fingere un saluto. E' il mondo visto stando seduto a terra, il mondo dal basso, ad aggredire più di ogni vigilantes: Achim conferma che gli capita ogni giorno. E' la mancanza di parole, e anche questa lezione lui l'aveva anticipata: «Qualunque cosa tu dica nessuno ti darà mai retta, nessuno ti risponderà, nessuno fingerà di accorgersi che gli hai parlato». La prova è al fondo di una scala mobile dove confluiscono tre corridoi: dalla piccola folla davanti alla mano tesa si staccano 80 centesimi in 20 minuti, grazie a una donna anziana e una ragazza, ma nemmeno uno sguardo e mai una parola. Provocare risposte serve soltanto a fare accelerare il passo, a far fretta. Si capisce perché la seconda prova prevista dal corso perde d'importanza. L'«esercizio del container» - cercare nei bidoni della spazzatura tutto quel che può venire riciclato e venduto, lattine, bottiglie, avanzi di cibo da mettere all'asta - non mette a confronto coi passanti. L'unica destrezza, adesso, è la velocità con la quale le mani si muovono senza ferirsi. «Il solo rischio è infettarsi», avverte Achim: «La¬ vorando con metodo in un giorno si fanno anche 5 marchi». In un'ora, il risultato è sobrio: 1 bottiglia, 30 pfenning. Resta una prova, prima del diploma: «mendicare il carrello», appostarsi in un negozio e offrirsi di rimetterlo a posto per tenersi il marco. «Con un po' di fortuna funziona una volta su mille», avverte Achim, che ne consiglia la pratica soprattutto d'inverno: ma il tempo concesso all'allievo scade prima di verificare il pessimismo del docente. Hanno frequentato il corso alcuni deputati regionali verdi e neocomunisti. I senzatetto di Mob accetterebbero un «turismo di strada», torme di ricchi avidi e curiosi? Con entusiasmo: «Capirebbero che, spesso, mendicare è la sola possibilità di raccattare soldi legalmente, quando non si ha lavoro né casa. Capirebbero che anche il nostro è un lavoro e non si sa mai: meglio saperlo fare al meglio». Emanuele Novazio «La regola d'oro per evitare rischi è rimanere calmi qualsiasi cosa succeda e prima di sedersi guardarsi sempre bene attorno» I SENZA FISSA DIMORA IN ITALIA: da 45.000 a 62.000. ■ Città a più alta concentrazione: Torino, Milano, Bologna, Roma e Napoli ■ Identikit: maiali mentali, sfrattati, alcolisti, drogati, ex carcerati, disoccupati. L'80% sono uomini, il 20% donne. L'età media è 40 anni, ma 4 su 10 hanno meno di 30 anni. IN GERMANIA: da 800.000 a 1.000.000. ■ Città a più alta concentrazione: Berlino (da 20.000 a 45.000), Amburgo e Francoforte. IN EUROPA: da 3.000.000 a 5.000.000. a oc A Berlino dove si svolge il corso per barboni c'è la più alta concentrazione di persone senza fissa dimora ma il tempo o scade prima ssimismo del tato il corso gionali verdi senzatetto di ero un «turirme di ricchi Con entusiao che, spesso, la possibilità i legalmente, lavoro né cache anche il ro e non si sa lo fare al meele Novazio SRicosei RIMINe di Firbina fiun bamni, sonsera adovrebsinfezimonellgnosi èta esseanalisiTuttdello sdi Torrun mildi cui ricovetie infeni soni sanitnon soricoveGià dell'Azerano nella hannoche è sL'Ausura dper il una ane. Datuati negli de A Berlino dove si svolge il corso per barboni c'è la più alta concentrazione di persone senza fissa dimora

Persone citate: Emanuele Novazio, Novazio