Punture per i giamburrasca
Punture per i giamburrasca Bolzano, denunce dei genitori. Sarebbe stata somministrata acqua con sale Punture per i giamburrasca Punizione delle infermiere in una colonia BOLZANO. Sono passati i tempi degli ammonimenti, «fate i bravi, sennò andate a letto senza cena», «buoni, altrimenti arriva l'orco cattivo». Adesso ci sono colonie estive per ragazzi che adottano sistemi molto più efficaci e sbrigativi, per sedare i bollenti spiriti dei loro piccoli ospiti. Le infermiere del soggiorno estivo della Caritas di Bolzano a Caorle hanno fatto addirittura la bella pensata di calmare i più scatenati con un'iniezione di «soluzione fisiologica». Qualcosa che ricorda addirittura il bromuro somministrato nelle caserme ai militari di leva; un provvedimento che in ogni caso ha scatenato le ire dei genitori dei ragazzi «sedati», con tanto di denuncia ai carabinieri, trasmissione degli atti alla magistratura e grave imbarazzo del direttore dell'organizzazione locale, Franz Kripp. I fatti risalgono al 2 agosto. E' l'ultimo giorno di vacanza per il gruppo di giovanissimi ospiti della colonia di Caorle, proprio per il clima di smobilitazione c'è un po' di baccano in più. Passata la mezzanotte, le infermiere che seguono il gruppo raccomandano di fare silenzio. «Mia figlia dice che non sembravano così arrabbiate - racconta Waltraud Paris, madre di Anna, 14 anni, una delle ragazzine calmate con l'iniezione -. Il baccano è proseguito e le infermiere hanno minacciato allora di ricorrere alle maniere forti». I ragazzi la mettono sul ridere, me ben presto saltano fuori le siringhe. «Mia figlia e altri due compagni hanno raccontato tutto - continua la Paris -, ma dal loro respeonto sarebbero almeno otto, forse dieci, i bambini che hanno subito la puntura. Una soluzione fisiologica a base di acqua e sale, così almeno dicono le infermiere, che con me però non hanno voluto parlare. E' una cosa inaccettabile: non si possono fare iniezioni senza una prescrizione medica. Lo so bene, anch'io sono un'infermiera ed esercito questa professione da trent'anni. Tra l'altro, pare che anche un'assistente abbia utilizzato la siringa. Così, sentito il racconto di mia figlia, non ho potuto trattenere la mia indignazione e ho denunciato l'accaduto ai carabinieri». Al racconto di Waltraud Paris si aggiunge quello di Elisabeth Oberhauser. «Quando mia figlia è tornata - ricorda - mi ha raccontato tutta la storia. Mi sono spaventata, è naturale. Ho subito pensato di non lasciarla più parth e. Ho sentito altri genitori ai quali era successo la stessa co¬ sa, poi ho portato mia figlia dal medico». Gunda, 13 anni, anche lei troppo vivace per le due infermiere della colonia di Caorle, anche per lei una bella iniezione. «Il dottore - prosegue Elisabeth Oberhauser - ha confermato il segno della puntura. Allora, assieme alla mamma di Anna, sono andata dai carabinieri». La Caritas di Bolzano ha l'unico merito di non aver cercato giustificazioni. «Mi ha telefonato il direttore, Franz Kripp - dice Waltraud Paris - e si è scusato per l'incidente». Kripp ha già dovuto spiegare tutto l'accaduto anche alla magistratura, anticipando che «quelle due infermiere non faranno più servizio da noi». Un po' troppo tardi. lm. d. g.) I ragazzi del centro della Caritas erano stati rimproverati «Fate troppo chiasso»
Persone citate: Elisabeth Oberhauser, Franz Kripp, Waltraud Paris
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