Immigrati, 600 stanno per lasciare i centri di Francesco Grignetti

Immigrati, 600 stanno per lasciare i centri Il Viminale conferma che chi è nei campi di accoglienza da un mese non potrà essere trattenuto ulteriormente Immigrati, 600 stanno per lasciare i centri Ma è pronto un piano per chi non rispetta ilfoglio di via ROMA. Si avvicina velocemente la scadenza dei trenta giorni, e cioè la liberazione dai centri di accoglienza per i clandestini che arrivarono in Italia a metà luglio. 1150 che sbarcarono a Lampedusa il 14 luglio, ad esempio, e che si rivoltarono contro la polizia nella notte del 30, tra 4 giorni potranno uscire tranquillamente con una «intimazione» in mano. Uno smacco per il ministero dell'Interno, che nelle ultime settimane ha dovuto inviare migliaia di poliziotti a presidiare i centri, ha speso soldi (pochi) per allestire centinaia di posti-letto, ha dovuto reprimere sommosse, inseguito fuggitivi, subito critiche. «Espulsioni ineseguibili», le chiama il Viminale. Anche se una nota della polizia, chiaramente suggerita dal ministro Giorgio Napolitano, contrattacca: le ipotesi di stampa sono «contraddittorie illazioni», si parla di «possibili slittamenti di mesi» ma basta leggere la legge per verificare che «il trattamento obbligatorio è di 30 giorni, al termine dei quali si procederà con decreti di espulsione». Comunque, anche se il meccanismo delle espulsioni stenta a entrare a regime, da oltremare arrivano segnali di col¬ laborazione. Il presidente tunisino Ben Ali, tramite l'agenzia ufficiale Tap, ha fatto sapere che «auspica una rapida applicazione degli accordi raggiunti a Roma tra Italia e Tunisia», ed ha tenuto ad aggiungere la sua «piena soddisfazione» per gli accordi siglati dal ministro degli Esteri Said Ben Mustafà. Se anche la Tunisia, come già il Marocco, collaborerà attivamente (e la nota presidenziale è abbastanza esplicita) con la polizia italiana, c'è da credere che il meccanismo delle espulsioni andrà presto a regime. Finirà così l'emergenza di campi di accoglienza che troppo velocemente si saturano non riuscendo l'Italia a espellere ancora nessuno. Ma intanto, nella notte, nuova emergenza ad Ancona: poco dopo le 23 di ieri, 63 curdi sono stati bloccati dalla polizia nella zona del porto, mentre camminavano lungo i binari che portano in stazione. Al Viminale sperano di non dover più vedere liste di clandestini in libera uscita come quella predisposta: 56 da Trapani domani, 32 dopodomani, 82 da Agrigento e 65 da Catania il giorno di Ferragosto. E così via, fino ai circa 600 di cui parlano alcune sti¬ me. Ma la soluzione a questo esodo legale, per ritardo nelle risposte dai consolati stranieri, non può comunque essere un decreto d'urgenza che allunghi i termini. Lo spiega seccamente il ministro Livia Turco (Affari sociali) che invita i clandestini a tornare volontariamente nel loro Paese. «Chi accetta il rimpatrio potrà tornare un giorno da regolare. Se qualcuno pensa di poter andare libero per l'Europa, sbaglia». Il ministro Turco fa riferimento esplicito alle quote di immigrati stagionali. E' la carota del governo italiano. Tralascia le contromisure della polizia. Che sono il bastone. Al ministero dell'Interno, infatti, non hanno accettato a cuor leggero questo finale di partita. Si preparano a prendere la rivincita. «Una strategia in tre mosse», spiega una fonte qualificata. Primo, i computer sono zeppi di impronte digitali e di fotografie. Sarà un gioco da ragazzi identificare il clandestino che gira ancora per l'Italia e rispedirlo a casa sua. Direttamente, con aereo o nave, senza permettergli di allontanarsi. Secondo, le porte del centro di accoglienza torneranno ad aprirsi. Nel re- moto caso in cui non fosse ancora certa l'identifica zione, e in questura risultasse che un extracomunitario è stato schedato qualche mese prima e non ha rispettato il foglio di via, immediatamente verrebbe riportato al centro di accoglienza, dove aspetterebbe per altri trenta giorni il suo destino. Terzo, i tempi di risposta dai consolati stranieri sono comprensibilmente lenti in questo mese di agosto, con una legge appena entrata in vigore e centinaia di sbarchi al giorno. Ma basterà aspettare settembre-ottobre, quando il mare è mosso e l'approdo in Sicilia molto più difficile. Allora i clandestini arriveranno con il contagocce. A quel punto le richieste di identificazione saranno smaltite molto più rapidamente. I computer saranno allertati su tutto il territorio nazionale ed anche europeo (è il sistema di Schengen). I questori hanno già ricevuto direttive. «Quelli che sfuggono all'espulsione adesso, li becchiamo dopo dicono - e che ci provino a tornare in Europa nei prossimi anni». Francesco Grignetti

Persone citate: Ben Ali, Giorgio Napolitano, Livia Turco, Mustafà, Said, Turco