Napoli: i disoccupati assaltano l'Intendenza

Napoli: i disoccupati assaltano l'Intendenza La protesta negli uffici della Finanza. Giornale tedesco: collocamento in mano alla camorra Napoli: i disoccupati assaltano l'Intendenza «Il governo ci tassa anche il sussidio: 21 mila su 800 mila lire» NAPOLI. Dopo il Duomo, dopo il Palazzo della Regione e il collocamento, i disoccupati organizzati hanno preso di mira gli uffici dell'Intendenza di Finanza. Un gruppetto di aderenti al «Movimento di lotta-Lsu» ha occupato i locali che si trovano a pochi metri dalla Questura e dal Municipio. «Ci hanno perfino tassato il sussidio - gridavano sventolando le buste paga -. Dalle ottocentomila lire mensili che percepiamo ci hanno detratto 21 mila lire. E' inaudito che noi disoccupati entrati nei lavori socialmente utili dobbiamo pagare l'Irpef. Questa è un'altra beffa crudele del governo». La protesta è durata circa tre ore, durante le quali i dimostranti hanno parlamentato con i funzionari della questura e con il direttore dell'ufficio imposte, Antonio Signoriello, che ha inutilmente spiegato il motivo della detrazione dalla busta paga: si tratta dell'applicazione di un decreto del 2 settembre '97, che impone la tassazione di ogni prestazione temporanea erogata dall'Inps. Ma i disoccupati non hanno voluto sentire ragioni: «Non è possibile che un poveraccio con moglie e figli a carico debba pagare le tasse su un reddito mensile di ottocentomila lire», hanno replicato, e hanno ricordato che il 22 aprile scorso, durante un incontro con Ciampi e Visco, i ministri avevano assicurato che l'aliquota Irpef non sarebbe stata applicata agli «Lsu». La protesta si è conclusa poco dopo le 15,30, quando dall'ufficio del direttore è stato inviato un fax indirizzato al ministero delle Finanze, con le richieste dei disoccupati: «E' vergognoso tassare il sussidio, vogliamo la restituzione dell'Irpef. Se non avremo risposte rapide e esaurienti torneremo». E il portavoce Luigi Sito ha annunciato un «settembre caldo»: «Non ci tireremo dietro di un solo passo. Se loro mostrano i muscoli, noi faremo vedere la nostra forza. A settembre ci sarà un presidio a Palazzo Chigi, una manifestazione unitaria dove confluiranno disoccupati e precari». Un giornale tedesco, «Tageszeitung», ha dedicato un'intera pagina alle proteste dei disoccupati all'ombra del Vesuvio e soprattutto al meccanismo dei lavori socialmente uti¬ li. «Il progetto a Napoli è diventato un buon affare per la camorra», scrive senza mezzi termini il giornalista che pubblica le «confidenze» di un personaggio dal nome improbabile, «Alemano», uscito di galera anzitempo «grazie a una nuova legge». «Il suo note-book è diventato un ufficio di collocamento», afferma l'inviato che spiega il meccanismo della presunta truffa. Chi aspira a figurare in buona posizione nell'elenco dei lavori socialmente utili, piuttosto che agli uffici competenti, si rivolgerebbe a «Alemano»: con questo sistema, dietro il pagamento di una certa somma, una donna di 21 anni sarebbe stata inserita negli elenchi ufficiali come vedova con undici figli a carico. «Se il governo dovesse smantellare i lavori socialmente utili, sarebbe una catastrofe per gente come Alemano», commenta il giornalista tedesco. [f. mil.] Il sindaco di Napoli Antonio Bassolino

Persone citate: Alemano, Antonio Bassolino, Antonio Signoriello, Ciampi, Luigi Sito, Visco

Luoghi citati: Napoli