Da Myers al podio, Mondiale di rimpianti

Da Myers al podio, Mondiale di rimpianti Soltanto due volte gli azzurri avevano fatto meglio, ma il 6° posto lascia Tamaro in bocca Da Myers al podio, Mondiale di rimpianti Passo indietro dall'Europeo ATENE DAL NOSTRO INVIATO L'Italia esce dal Mondiale con un sesto posto che fa più rabbia che piacere. Soltanto altre due volte si era comportata meglio, con i quarti posti di Lubiana '70 e Manila '78, mentre nell'86 aveva ottenuto lo stesso risultato di ieri e anche allora perdendo contro la Spagna il match per la quinta posizione. In chiave puramente teorica o statistica, è un risultato da non disprezzare, anche se francamente l'argento europeo dell'anno scorso e il livello medio delle squadre presentatesi a questo Mondiale lasciano davvero l'amaro in bocca. Con l'assenza ad Atene di un Dream Team statunitense e di tante altre stelle (come gli jugoslavi Danilovic, Divac, Stojakovic, Tarlac, i lituani Ilgauskas, Sabonis, i canadesi Nash, Fox e Wennington, l'australiano Longley, oltre alla Croazia di Kukoc e Radja), l'impressione è che sia stata sciupata la grande occasione di salire finalmente, e per la prima volta, sul podio iridato. Myers. Il bilancio della nostra Nazionale non può prescindere dalla prestazione, e non solo in campo, del suo capitano. Myers è arrivato ad Atene in ritardo per girare uno spot televisivo con Renato Pozzetto, poi si è subito ammalato, saltando le prime due partite (vittoria con il Senegal, sconfitta con la Grecia), rientrando senza influire contro il Canada (successo) e steccando poi clamorosamente la prima sfida della seconda fase contro la Russia. A nostro parere la Federazione e il et Tanjevic, che più volte hanno sbandierato come un'arma in più della Nazionale l'unione e la solidarietà fra i nostri giocatori, non avrebbero mai dovuto permettere quell'episodio, rivelatosi poi un motivo di scollamento tattico - se non anche psicologico - fra i componenti della squadra italiana. Di fatto Myers non è mai entrato perfettamente nei meccanismi offensivi architettati da Tanjevic e anche la sua buona prestazione contro gli Usa (32 punti, però con 7/21 al tiro) non è comunque bastata per vincere. Non siamo d'accordo con chi considera Myers un grande giocatore perdente (anche se Carlton ha disputato quattro finali scudetto, senza vincerne alcuna), ma è innegabile che il capitano azzurro goda di privilegi che non hanno ragione di esistere in una squadra nazionale. Se infatti è comprensibile che Myers debba giocare in attacco un numero di palloni superiore a quello dei compagni, diventa più difficile da accettare che spesso blocchi con il proprio individualismo la fluidità degli schemi offensivi azzurri, che non venga quasi mai strigliato dal et come invece capita a quasi tutti i componenti della squadra italiana e, soprattutto, che fuori dal campo possa assumere comportamenti di dubbia utilità, come appunto presentarsi in ritardo ai raduni senza un motivo grave (il capitano non dovrebbe dare l'esempio?). Myers può e deve essere il leader azzurro perché è il più forte giocatore italiano, non per altri motivi. I playmaker. Un altro enigma di questa Italia. Tanjevic preferisce spesso affidare la regia a giocatori più robusti e forti in difesa dei due play titolari Bonora e Pozzecco, il che in questo Mondiale ha spesso creato problemi tecnici (vedi nel finale dei quarti con gli Usa), oltre che psicologici. Bonora ha dichiarato di voler restare in questa Nazionale (e Myers lo desidera caldamente), anche se qui ad Atene ha dovuto subire spesso cocenti umiliazioni. Pozzecco è stato decisivo con il Canada, ma poi ha fatto tanta panchina malgrado avesse lavorato molto per adeguarsi ai voleri del et: crediamo che il suo rapporto con Tanjevic non avrà seguito. I lunghi. Come si temeva alla vigilia, è stato spesso il nostro tallone d'Achille. Si aspetta la guarigione di Marconato come il ritorno del Messia, anche se Chiacig non è dispiaciuto. Frosini, invece, potrebbe aver chiuso con questa Nazionale. De Poi. Portarlo ad Atene, malgrado fosse reduce da un infortunio serio, è stato un errore. De Poi, per rendere al meglio e sopperire alla tecnica non eccelsa, deve essere al top fisicamente. Non è stato così. Basile. E' la più beta novella azzurra di questi Mondiali, anche se ha steccato contro gli Usa. Su di lui però si può e si deve contare a lungo per il futuro, anche perché pare temprato alle sfuriate del et Tanjevic essendosi fatto le ossa con il suo allenatore di club Lombardi. Tanjevic. Succedere a Ettore Messina, che aveva conquistato l'argento europeo a Barcellona '97, era un'eredità gravosa che Tanjevic - uomo di grande sensibilità e profondità d'animo - ha probabilmente patito, se non altro per l'attesa che circondava questa Nazionale. Forse avrebbe voluto gestire personalmente (e diversamente) il caso-Myers, di sicuro non è ancora riuscito ad amalgamare una squadra rinnovata per metà rispetto all'anno scorso. Avrà molto da lavorare per gli Europei '99, che daranno il pass per i Giochi del 2000. Giorgio Vìberti Discutibile gestione di capitan Carlton, leader indiscusso ma troppo coccolato Tanjevic ha sofferto l'eredità di Messina e la troppa attesa per la Nazionale Abbio con 13 punti è stato il miglior marcatore azzurro contro la Spagna f f 9 f$ <? f f f f f f » f $ g » f g f <? g f . r t quìndici anni di basket azzurro ( '83 '84 '85 '86 '87 '88 '89 '90 '91 '92 '93 '94 '95 EOEMEOE ME O E M E Legenda: E=Europei; M= Mondiali; 0= Olimpiadi; n.q.= non qualificata; p.m.= pari merito