Falso avvocato con venti clienti

Falso avvocato con venti clienti i primi sospetti in aula mentre discuteva una causa di separazione. Aperta un'inchiesta Falso avvocato con venti clienti Chiuso lo studio, è scomparso In Procura raccontano che quel giorno il presidente, davanti al quale si discuteva una causa di separazione, rimase un po' perplesso nel sentire gli interventi di quel non più giovane avvocato. Prima un piccolo errore nel citare un articolo del codice, poi qualche incertezza nel richiamare la giurisprudenza in materia. Forse un po' di stanchezza, può accadere a tutti. Ma poi il giudice confidò i suoi dubbi al pm: «Cose strane, per me quello o è tutto esaurito o è un falso avvocato». Ora l'accusa dice che Antonino T., 54 anni, studio al primo piano di una traversa tra via Vespucci e via Caboto, sarebbe un «falso avvocato, non iscritto a nessun Ordine». E le persone da lui raggirate, dunque truffate, sarebbero parecchie. Una ventina quelle accertate, delle quali si sono trovati gli atti nell'ultimo ufficio del falso avvocato. Lui, che deve ancora essere sentito dal magistrato, ha già detto: «Potrò chiarire tutto». Ma nel frattempo è scomparso. Una storia incredibile, che comincia quattro mesi fa. Il fascicolo sul «falso avvocato», una cinquantina di pagine che raccolgono tutte le indagini fatte dalla polizia, è ora sul tavolo del dottor Pellicano, il magistrato che sta coordinando l'inchiesta con grande perizia, e che si mostra prudente. Prima di andare in ferie ha confermato l'indagi- ne, ma ha aggiunto poche parole: «Stiamo ultimando gli accertamenti, dobbiamo sentire le persone che si erano rivolte al suo studio». Dal canto suo, come già detto, Antonino T. sminuisce i fatti e ha fatto sapere che «chiarirà la sua posizione». Secondo l'accusa il suo nome non compare in nessun Ordine: non poteva esercitare. L'ultimo ufficio del presunto falso avvocato è al primo piano di una elegante palazzina nel cuore della Crocetta. Sulla porta c'è una targhetta «Studio legale» con i giorni in cui si ricevono i clienti. Lo studio è chiuso da tre settimane. Da quando gli agenti di polizia hanno bussato alla porta. E nessuno sa il perché. I vicini dicono: «C'era un continuo viavai, anche di gente di colore». Qualcuno aggiunge che lui, «l'avvocato, era di poche parole, buon giorno o buona sera, ma non dava confidenza a nessuno». All'angolo della strada, pochi metri dal palazzo dove si trova lo studio legale, c'è un elegante bar: «L'avvocato telefonava per ordinare un caffè, più spesso veniva qui, con i clienti, soprattutto di pomeriggio e offriva loro da bere». Una ventina le pratiche trovate e sequestrate nel suo studio dagli agenti di polizia. Tutte pratiche relative a cause civili: separazioni, divorzi, divisioni di beni, affidamenti di bambini, suddivisione di eredità, diverbi con vicini, ricorsi a questo o a quell'ufficio. Ora gli inquirenti stanno interrogando e verbalizzando quei clienti. Molti hanno confidato: «Era sempre tanto cortese, stava a sentirti anche per ore. Ma poi passava il tempo e nulla accadeva. Lui diceva che la giustizia è lenta, che occorreva tempo, tanto tempo. E chiedeva soldi, sempre soldi». Poi quegli errori in aula, in una causa di separazione, forse l'unica udienza alla quale avrebbe partecipato con la toga in spalla. Una serie di incertezze ed imperfezioni nel richiamare arti¬ coli del codice avrebbero fatto nascere i primi sospetti. E accanto, le molte pratiche iniziate, avviate, ma delle quali non si vedeva mai la fine. I primi sospetti. Un'indagine molto delicata, svolta nella più assoluta riservatezza. Una serie di controlli. Il nome sconosciuto a tutti gli Ordini nazionali degli avvocati. Elemento questo che ha fatto scattare l'inchiesta del magistrato e della polizia. A settembre Antonino T. sarà interrogato dal magistrato, il dottor Pellicano. Quel giorno, assistito da un avvocato, dovrà difendersi. E potrà raccontare la sua verità. Ezio Mascarino E' stato un magistrato ad accorgersi che quell'avvocato era molto incerto

Persone citate: Antonino T., Ezio Mascarino, Pellicano