Quei 70 ristoranti dimenticati di Emanuela Minucci
Quei 70 ristoranti dimenticati Solo 4 segnalati: proteste e interrogazioni in Consiglio comunale Quei 70 ristoranti dimenticati L'agenzia del turismo li cancella dal centro Soltanto quattro ristoranti aperti in agosto in tutto il centro. Statistica un po' pessimistica anche per un mese travolto dagli effetti di «serranda selvaggia». Eppure quel poker di nomi spicca, da qualche settimana, su un foglio realizzato dall'azienda di promozione turistica gestita dal Comune nell'intento di rendere mi servizio ai visitatori in arrivo sotto la Mole. Paginetta di notizie che viene distribuita gratuitamente ai turisti dal bancone dell'agenzia di piazza Castello anche se la stessa copia si può trovare anche negli altri due punti di Caselle e Porta Nuova. «Elenco utile» scaturito da una scelta arbitraria che in qualche modo penalizza un'altra settantina di esercizi commerciali: stessa vetrina nel salotto torinese, stessa decisione di lavorare durante l'estate. Un'elite che sembra il frutto di un'inforinazione pubblicitaria, individuata con criterio ignoto, ma dall'esito tutt'altro che oscuro: quello di fare inviperire tutti gli altri ristoratori che, attraverso la loro associazione di categoria, l'Epat, presto scriveranno il loro sdegno all'assessore al Commercio Fiorenzo Alfieri: «E' una cosa inaudita - protesta il presidente Franco Bergamino - quell'elenco l'ha realizzato una struttura che è una costola del Comune e ha tutte le caratteristiche di un'inserzione a pagamento». Sopra quel foglio, infatti, sta scritto a chiare lettere: «Durante il mese di agosto i principali locali del centro che resteranno aperti sono' e via con quei quattro nomi di ristoranti che di storico hanno poco o nulla e di cui uno si trova addirittura in collina». Il direttore dell'agenzia Turismo Torino, Ermanno Marocco non vede proprio come si possa gridare allo scandalo: «Va bene, avremo pure fatto un errore, ma non c'è nulla di losco in tutto ciò: abbiamo operato mia scelta telefonando qua e là per sapere se i ristoranti erano o no aperti...». Sì, ma in centro (non coinvolgendo la collina, come ha fatto l'agenzia includendo «La Beccaccia» che è in strada del Colle) la scelta sarebbe stata molto più ampia: sono infatti 75 i ristoranti aperti in questi giorni. Quale criterio è stato adottato? «Nessun criterio. Sappiamo benissimo che consegnare ai turisti un lungo elenco è come non dare nulla. E allora abbiamo operato noi una cernita, che fra l'altro cambia ogni quindici giorni». Spiegazioni che spiegano poco. E non svelano per quale motivo il locale «Al Primo Piano» di via Po debba essere segnalato come «uno dei principali aperti in centro», mentre il non proprio periferico Cavai d'Brons debba esse- re completamente ignorato. Ma tant'è. E mentre sull'argomento - nonostante il direttore Marocco continui a pensare che si tratta di un errore trascurabile - cominciano a fioccare le interpellanze comunali (Paolo Chiavarino del cdu ne ha consegnata mia venerdì scorso per chiedere sulla base di quali criteri è stata operata la scelta) del fatto è stato pure informato l'assessore al Commercio Fiorenzo Alfieri, in vacanza a Gressoney: «Non so nulla di questo elenco - ha dichiarato ieri - ma di una cosa so¬ no certo: senz'altro è frutto di una semplice ingenuità». Ingenuità che, oltre ad aver comportato un certo danno economico per i ristoratori della nostra città (i turisti stranieri quest'anno sono raddoppiati con circa 5600 arrivi settimanali), ha pure fornito ai visitatori un'immagine distorta di Torino: metropoli che si candida ad ospitare le Olimpiadi del 2004, ma che - a quanto sostiene proprio una delle voci ufficiali del Comune - conta soltanto quattro ristoranti aperti nel periodo delle grandi vacanze. Ben modesta possibilità di scelta che, nei giorni attorno a Ferragosto si restringe ulteriormente: sul foglietto, infatti, sta scritto che il «Porto di Savona» (uno dei quattro «eletti») è aperto soltanto fino al 14 agosto. Restano tre possibilità, di cui una, ricordiamolo, accessibile soltanto a chi disponga di un'auto o di un portafoglio che sopporti la spesa di un taxi. Emanuela Minucci
Persone citate: Ermanno Marocco, Fiorenzo Alfieri, Franco Bergamino, Paolo Chiavarino
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