La Bindi vuole medici a tempo pieno
La Bindi vuole medici a tempo pieno I sanitari Cgil d'accordo. Assomed: «No a provvedimenti coercitivi, ma pronti a discutere» La Bindi vuole medici a tempo pieno Stop alla doppia attività, tre anni di tempo ROMA. Chi lavora nel Servizio sanitario nazionale deve dare il meglio di sé nelle strutture pubbliche e non può fare attività privata: il cambiamento avvenà gradualmente in tre anni. Ad annunciarlo è stato l'altro giorno il ministro Rosy Bindi che ha trovato subito il consenso della Cgil: «E' un disegno che condividiamo - ha detto il segretario confederale Betty Leone del resto la Cgil Medici è stata il primo sindacato che da molti anni ha fatto una battaglia per il rapporto di lavoro unico. Siamo assolutamente d'accordo che è un nodo che va affrontato, specialmente adesso che si va verso un'aziendalizzazione vera delle unità sanitarie locali». Leone ha anche rilevato che «non c'è nessun'azienda che si possa permettere che i propri dipendenti le facciano concorrenza all'interno. Per questo mi pare una cosa di assoluto buonsenso». Anche Marida Bolognesi, presidente della commissione Affari sociali della Camera, commenta favorevolmente: «Dopo gli anni del risparmio e della eliminazione degli sprechi, ora è la fase che la sanità si modernizzi e si renda efficiente. Un servizio pubblico più competitivo anche con il privato è un obiettivo giusto e questo lo si fa con l'innovazione». E aggiunge che «al di là degli interessi corporativi, non credo che nessuno non comprenda come questo significhi rimotivare il medico nel settore pubblico, premiandolo e dotandolo degli strumenti necessari per essere competitivo con il privato». Secondo un calcolo del segretario nazionale dell'Assomed (uno dei maggiori sindacati autonomi di categoria) Enrico Bollerò sarà di 5000 miliardi il costo, per sole incentivazioni, della proposta del ministro di una incompatibilità «secca» per i medici del servizi sanitario pubblico. E Bollerò premette una condizione: «Se le parole del ministro sono l'annuncio di un provvedimento di legge coercitivo, allora troverà la risposta di tutti i sindacati di settore. Se invece è un atto di indirizzo, una volontà di proseguire un discorso cominciato già in passato, senza provvedimenti di legge, allora ci si può sedere attorno ad un tavolo e discutere». E aggiunge di condividere l'indicazione del ministro se questa «vuol significare un discorso a tutto campo sulla riforma della sanità». Altrimenti, per Bollerò, rischia di restare «il solito temporale estivo e non costituisce neache una novità». Il ministro della Sanità, Rosy Bindi
Persone citate: Betty Leone, Bindi, Marida Bolognesi, Rosy Bindi
Luoghi citati: Roma
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