Milosevic avanza, la Nato minaccia
Milosevic avanza, la Nato minaccia «Nel Kosovo sempre più vittime innocenti. Belgrado è avvertita: siamo pronti a intervenire» Milosevic avanza, la Nato minaccia Ennesimo ultimatum dal ministro britannico Cook ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO «La Nato è pronta a intervenire per fermare i combattimenti. Abbiamo avvertito Belgrado che la Nato è pronta per un intervento nel Kosovo nel caso ce ne fosse bisogno». In un'intervista alla «Bbc», il ministro degli Esteri britannico Robin Cook ha duramente criticato gli ultimi attacchi delle forze serbe contro i civili albanesi, minacciando Milosevic di un intervento militare degli alleati nella regione. «Quel che sta accadendo negli ultimi dieci giorni è molto preoccupante. Sono sempre più numerosi i civili che soffrono. E' una situazione inaccettabile» ha detto Cook, aggiungendo che nessuna delle due parti può pensare di vincere sul piano militare. «Ecco perché l'unica soluzione - ha concluso il ministro degli Esteri del governo Blair è cessare le ostilità ed iniziare le trattative con la mediazione internazionale». Ma apparentemente indifferenti a qualunque pressione internazionale, le truppe di Belgrado hanno continuato anche ieri a bombardare i villaggi albanesi nella zona di Decani, nel Kosovo occidentale. Per tutta la giornata l'artiglieria pesante serba ha martellato i sette paesi più vicini alla città. Si teme che ci siano nuo- ve vittime tra i civili perché i soldati jugoslavi hanno aperto il fuoco su un gruppo di albanesi che cercavano di fuggire dalle loro case. Nella stessa Decani le forze di Milosevic tengono in ostaggio un centinaio di albanesi. Secondo il centro informativo del Kosovo, ieri ne hanno uccisi quattro. Ma i guerriglieri dell'esercito di liberazione del Kosovo continuano a opporre resistenza. Le truppe serbe hanno attaccato anche i vii- laggi lungo il confine con l'Albania, lungo la linea Djakovica Junik. Quest'ultima roccaforte dell'Uck è assediata da più di tre settimane dalle unità speciali della polizia e dell'esercito jugoslavi. Si combatte anche nella zona di Drenica, dove la forze di Milosevic hanno raso al suolo numerosi villaggi albanesi. Fonti albanesi dicono che nel solo villaggio di Likoce sono state incendiate 46 case, mentre la gran parte di Lausha non esiste più. Da parte loro i serbi after- mano che i combattenti separatisti albanesi hanno ferito tre poliziotti. Cecchini dell'Uck avrebbero sparato a più riprese sulle postazioni della polizia serba lungo la strada Decani Djakovica. La tragedia umanitaria del Kosovo cresce di giorno in giorno. I responsabili del comitato kosovaro per la difesa dei diritti dell'uomo e delle libertà hanno pubblicato gli ultimi dati sui profughi. Dall'inizio degli scontri, a fine febbraio, mezzo milione di persone sono state costrette ad abbandonare le loro case. Una parte dei profughi ha trovato rifugio nelle città come Pec, Djakovica, Pristina e Prizren. Circa duecentomila persone sono senzatetto: vivono da settimane in condizioni drammatiche sulle montagne o nascondendosi nei boschi. Ottantacinquemila albanesi hanno lasciato il Kosovo e sono scappati in Albania, Montenegro, Macedonia, ma anche in Germania e Svizzera. Sempre secondo fonti albanesi, 600 civili sono stati uccisi, mentre 500 vengono dati per dispersi. Il 90 per cento delle vittime sono donne, vecchi e bambini. Le autorità albanesi continuano a lanciare appelli alla Comunità internazionale affinché intervenga per fermare le uccisioni e la pulizia etnica. Ingrid Badurina Ieri per tutto il giorno i cannoni dei serbi hanno martellato 7 villaggi
Persone citate: Cook, Ingrid Badurina, Milosevic, Robin Cook
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