L'ONNIPOTENZA IMPOTENTE

L'ONNIPOTENZA IMPOTENTE L'ONNIPOTENZA IMPOTENTE GLI attentatori che hanno fatto esplodere quasi in simultanea due autobombe, venerdì a Nairobi e Dar Es Salaam, e che non hanno esitato a seminare morte tra i civili africani che si aggiravano attorno alle ambasciate americane, avevano probabilmente studiato nei dettagli le debolezze del nemico prescelto: l'America di Clinton. Conoscevano l'impareggiabile peso mondiale che esercitano oggi gli Stati Uniti - peso senza il quale l'Europa non saprebbe né fermare, né pensare, né prevenire i conflitti del dopo guerra fredda - e al tempo stesso ne intuivano le vulnerabilità, le insufficienze. Accade sempre così quando l'avversario classico diventa nemico esistenziale, combattuto in nome di un'ideologia o una teologia totalitaria: la psiche stessa del nemico diventa oggetto di studio, è osservata con meticolosa tenace passione. Si guata ogni suo punto vulnerabile, si aspetta con pazienza il momento in cui il po-b tente pèrderà terreno, e sarà più sfinito, o distratto, o esposto. Quella è l'occasione per colpire. L'America si trova esattamente in queste condizioni di sfinimento, da qualche tempo. Resta una potenza di cui non si può fare a meno - una nazione indispensabile, disse Clinton qualche anno fa in Germania, ma il suo vigore appare come decapitato. Alla sua testa c'è un Presidente non inabile ma sempre più sotto influenza: un sovrano cui spetta il comando ma che non è più veramente libero. I due punti deboli di Clinton sono il Medio Oriente avvelenato dalle irresponsabilità di Netanyahu, e gli incubi privati che s'incarnano nella triste storia di Monica Lewinsky. E' come se nell'ultima strana settimana Falstaff avesse preso il potere nella gloriosa corte d'Inghilterra, ricattando e scalzando dal trono il compa gno di gioco divenuto inopinatamente re. Clinton sta perdendo gran parte della propria regalità, a causa di personaggi minori del dramma come Netanyahu e Monica Lewinsky. Questo gli attentatori lo intuiscono, ne profittano sanguinosamente. Il terrorismo contro l'Occidente satanico e corrotto è appena ricominciato, e nel suo mirino c'è l'ossimoro che sta diventando l'America: c'è l'impotente onnipotenza della sua leadership, c'è una sovranità che guida il mondo senza durevoli capacità di comando. Gli integralisti islamici già da tempo sono convinti, in Medio Oriente e Golfo Persico, che l'America sia una nazione prigionièra: prigioniera delle lobbies ebraiche in particolare, che s'impersonano appunto in figure come Netanyahu, Monica Lewinsky. Se il terrorismo dovesse accentuarsi, e il Medio Oriente scivolare in una guerra tra israeliani e palestinesi, questa opinione etnico-razzista potrebbe oltrepassare l'Atlantico, e contaminare lo stesso avversario degli attentatori. Perversamente intrecciati, sesso e strage potrebbero secernere nell'America stessa un antisemitismo fatto di stanchezza, frustrazione, voglia di ritiro dalle responsabilità mondiali, e volontà di vendetta contro la prigionia cui la superpotenza è stata condannata. Naturalmente non si possono avere certezze definitive sull'identità dei terroristi, anche se non pochi elementi indicano la possibilità di un atto preparato dall'Internazionale islamica della jihad, della Guerra Santa contro Occidente e Israele: un atto commesso in Africa, per screditare la recente missione di Clinton in questo continente e per punire Barbara Spinelli I CONTINUA A PAG. 6 PRIMA COLONNA