Roller girl di Giuseppe Culicchia
Roller girl Un racconto d'agosto di Giuseppe Culicchia Roller girl gliandosi nel dare il resto a una signora che subito protesta, dandogli del ladro. La signora non può capire. Non ha visto le gambe di Olga. Se si fosse girata, le avrebbe notate. Perché i pattini di Olga sono piuttosto alti sull'asfalto. E la sua minigonna è piuttosto alta sulle cosce. Così che le sue gambe, già piuttosto lunghe, appaiono lunghissime. Toniche. Abbronzate. Eleganti. Dopo il proprietario dell'edicola, al passaggio di Olga, ormai nella piazza, si voltano trentuno passanti, tra cui: due vigili della prina Sezione di via Giolitti in servizio di pattuglia, sei impiegati amministrativi, quattro rappresentanti di commercio, otto disoccupati, un imbianchino, sette studenti appena tornati o in partenza da e per le vacanze e tre liberi professionisti, inspiegabilmente ancora in città. Olga ignora i loro sguardi e infila via Roma, sempre schettinando: un automobilista tampona un pullman dei Carabinieri di quelli enormi blu; i ventiquattro Carabinieri a bordo, autista compreso, non se ne accorgono; un camionista non più giovane prova a indirizzarle un fischio ma gli si stacca la dentiera superiore, che rimbalzando sul volante ruzzola giù tra freno e acceleratore, e su un totale di sessantadue passanti maschi - incrociati da Olga nel tratto di strada fino a piazza C.L.N. - cinquantotto piroettano su se stessi adducendo scuse varie se accompagnati da mogli o fidanzate. Oh, mi sono dimenticato di passare in banca. Uh, guarda come si vede bene là in fondo Palazzo Reale. Ehi, aspetta, torniamo indietro, voglio fare un'occhiata a un paio di scarpe. Quattro sole le eccezioni: una coppia di omosessuali indifferenti al pattinaggio, un cieco con tanto di cane al guinzaglio, un bambino di sei mesi, in braccio alla sua tata. Raggiunta piazza C.L.N., Olga svolta a destra in miracolosa sincronia con il verde del semaforo, oltrepassa il negozio di dischi della Ricordi, e si lancia giù per via Teofilo Rossi, sfrecciando davanti a quattro ragazzi che stazionano quasi all'angolo con via Lagrange senza dirsi una parola da due ore. Volata via lei in un turbinio biondo di gambe e capelli, il primo dice minchia, il secondo dice figa, il terzo dice cazzo, il quarto dice Madonna: ma non si tratta di una bestemmia, una volta tanto. E' che a lui Olga ricorda chissà perché proprio Madonna: forse a causa del reggiseno, simile a quello esibito sulla copertina di un disco dalla pop-star americana. Olga nel frattempo è penetrata nel Centro Commerciale lì di fronte: senza rendersi conto del fatto che qualcuno la sta seguendo. Giuseppe Culicchia [1. continua] 7
Persone citate: Giuseppe Culicchia
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