SOGNAR VILLE MA A GRATIS

SOGNAR VILLE MA A GRATIS A! per Che NDARE ruderi. non è, come si potrebbe pensare, seguire con malevole intenzioni le vecchiette (o i vecchietti), ma un gradevolissimo, consigliatissimo sport che, soprattutto d'estate, si pratica quasi tutti i giorni nelle isole del Sud, come nell'entroterra ligure o, ad esempio, in Provenza. Mettiamo che sia pomeriggio inoltrato, troppo tardi per riorganizzarsi per la spiaggia, troppo presto per l'aperitivo. Ecco che si va per ruderi, e cioè a ficcare allegramente il naso in mezzo ai canneti alla ricerca di appunto - quel rudere invenduto da cui potrebbe venir fuori un'incantevole casetta da vacanza. Ora non si pensi che per praticare questo sano e per niente costoso passatempo si debba essere a Filicudi, Dolceacqua o St. Remy. Manno, basta prendere la macchina (la Vespa, forse la bici è un po' faticoso) e, appuntando un compasso con centro in piazza Castello a Torino e circonferenza suppergiù intorno ai sessanta/settanta chilometri, ecco che (vuoi in Langa, vuoi nel Canavese, vuoi nel Roero) ci troviamo a rimirare un delizioso ruderone, magari con un miracoloso pozzo nel cortile. Certo bisogna spicciarsi perché, (soprattutto in Langa bassa e alta) è scesa l'orda barbara - si fa per dire - dei lanzichenecchi, cioè tedeschi e svizzeri che, moneta forte alla mano, fanno razzie dei pochi poderi rimasti invenduti. E comprano di tutto (anche quel cascinale sperduto e posto a Nord così che il sole si vede quindici giorni all'anno) facendo lievitare insensatamente i prezzi. I nostri padri campagnoli (ah, modesta, schiva gente di Langa!) sanno fare bene, benissimo, i conti. Comunque, per andar per ruderi bisogna: 1°) Avere un'auto che se poi ne scortichiamo un po' la carrozzeria non ce ne importa più di tanto (la vecchia Panda beige va benissimo, ancor meglio la vetusta Dyane); 2°) Non avere paura dei cani (in campagna è sempre pieno di cani che magari non mordono ma, quando sbucano di colpo da dietro un frassino, ti SOGNAMA A G SOGNAR VILLE MA A GRATIS R VILLE RATIS fanno prendere un accidente); 3°) Lasciar perdere i tacchi (scarpette da barca, vecchie Superga, oneste sottomarca delle medesime, eccetera); 4°) Avere sempre sulla Panda una pila che poi, trovato il rudere, ci viene di andare a vedere in cantina; 4°) Non mettersi a urlare al primo ragno (vedi voce precedente); 5°) Non mettersi a urlare al primo pipistrello (vedi solai, mansarde ecc.); 6°) Avere molta ma molta immaginazione (un rudere è un rudere: come potrebbe diventare una volta acquistato, riattato, riabitato, è puro sogno); 7°) Avere fidanzati/e a cui piaccia quanto a voi andare per ruderi (sì, si può andare anche da soli, ma in due è molto più divertente). Succede che, infilata la stradina fuorimano, la riva scoscesa, ecco che di colpo, in mezzo a un misterioso bosco di castagni, di caprifogli alti così, ci si può ritrovare davanti a un bell'ammasso di vecchi mattoni e tetti crollati e - giungendo estasiati le mani - si esclama: «Pensa tu che posto!». «C'è anche il forno!». «Io qui farei la camera per tua madre». «Mia madre? Qui? Te la vedi?». Sognare è a gratis. Da una rovina invasa dalle ortiche possono scaturire struggenti progetti, festine notturne favolose, schioppettanti messe in scena a base di amache, macchie di ortensie, quieti porticati, merende sinoire, larghi pomeriggi a ridipingere di viola pallido quell'orrendo armadietto Risorgimento che, in campagna, però, ci sta d'incanto. Fin piscine, tanto per strafare. Denaro da investire (moneta debole, debolissima) non c'è, ma il bello sta proprio lì. Poi, sono quasi le otto, sbrighiamoci che da queste parti non troviamo più una trattoria aperta, si risale sulla Panda e, espadrilles bagnate teneramente d'erba, ci lasciamo alle spalle un sogno che sa d'infanzia, di vita migliore, del pungente profumo dei cachi, in novembre. (Continua... mica è finita qui). Gianni Farinetti

Persone citate: Gianni Farinetti, Manno

Luoghi citati: Dolceacqua, Provenza, Torino