Un po' di succo d'uva e poi in salamoia

Un po' di succo d'uva e poi in salamoia IL SEGRETO DEGLI STRADIVARI Un po' di succo d'uva e poi in salamoia AGGIUNGERE un goccio di succo d'uva e poi mettere tutto in salamoia: ecco la ricetta (finalmente quella autentica?) per ottenere un perfetto violino Stradivari. L'ha scoperta (e provata) il biochimico Joseph Nagyvary, risolvendo così un mistero che durava da almeno tre secoli. Da allora, è opinione di tutti i musicisti che i violini con le migliori sonorità siano quelli costruiti dai liutai cremonesi del 1600, come Nicola Amati e il suo celebre allievo Antonio Stradivari. Per decenni si è creduto che fosse merito della forma dello strumento. Ma oggi, con moderne tecnologie come il disegno CAD, un bravo liutaio riesce a copiare le forme di uno Stradivari con una precisione del centesimo di millimetro. Dov'è nascosto allora il segreto del suono perfetto? Nella formula segreta della vernice, nell'invecchiamento di tre secoli dello strumento, o nel modo in cui il legno è stato trattato? Per risolvere l'enigma, Joseph Nagyvary, professore di biochimica alla Texas University ma anche violinista dilettante, ha esaminato numerosi campioni di legno provenienti da strumenti a corda costruiti dagli artigiani italiani del 17° e 18° secolo. E ha scoperto che il mistero risiede nel trattamento dei materiali. Il legno utilizzato (di solito l'ac*ro) fu pratica¬ mente messo a mollo nell'acqua salata. La salamoia permette ai microbi di creare sacche d'aria, aumentando così la risonanza. I minerali presenti nell'acqua rendono il legno più leggero e più rigido, conferendogli così una sonorità tipica e ineguagliabile. L'ipotesi è stata confermata anche dagli storici: l'acero giungeva alle botteghe dei liutai cremonesi flottando via fiume, restando quindi per molto tempo in acqua. Il tocco di classe della ricet ta Stradivari è però una goccia di succo d'uva. Questa rimuo ve l'emicellulosa del legno, la sostanza chimica che serve al le piante come materiale di ri serva ma che ne impedisce l'irrigidimento, fondamentale invece per le proprietà acustiche. Nagyvary non si è limitato a scoprire il trucco di Stradivari. Ha costruito alcuni violini trattando chimicamen te il legno. Presentando le sue ricerche all'incontro annuale dell'A merican Chemical Society, ha sostenuto che è impossibile distinguere il suono di uno dei suoi violini «clonati» chimicamente da quello di un vero Stradivari. Anche per le orecchie di musicisti come Elizabeth Ma tesky, Zina Shiff e la giovane promessa Edith Hines, che hanno accettato la prova, suonando entrambi gli strumenti Senza sentire differenze. Giovanni Valerio

Persone citate: Antonio Stradivari, Edith Hines, Giovanni Valerio, Joseph Nagyvary, Zina Shiff

Luoghi citati: Texas