LO SCONOSCIUTO DI MAGNUS ANNUNCIA IL TARANTINO PULP

LO SCONOSCIUTO DI MAGNUS ANNUNCIA IL TARANTINO PULP LO SCONOSCIUTO DI MAGNUS ANNUNCIA IL TARANTINO PULP LO SCONOSCIUTO Magnus Einaudi pp. 665 L. 28.000 chi assomiglia lo Sconosciuto? A qualche attore, ma non so bene a chi. A Clint Eastwood nell'ispettore Callaghan? Non tanto. A Steve McQueen? Già di più. Sì, quando faceva Bullit. A Maurizio Merli senza baffi? La verità è che assomiglia un po' a tutti i duri degli Anni Settanta senza esserne nessuno in particolare. Come loro è uomo di poche parole. Come loro non è simpatico. E' uno che osserva. E' uno che non rompe con le morali. Non si lamenta. E' stanco. E per agire devono avergli veramente rotto le palle. Ma quando finalmente interviene sono cazzi amari per tutti. Non ha famiglia e il cuore è troppo duro per innamorarsi. Non ha un passato ma terribili incubi di sangue gli disturbano il sonno. Stragi d'innocenti, guerre in Medio Oriente, complotti internazionali. Vaga per il mondo al¬ la ricerca di lavori umili ma con la sfortuna degli eroi finisce sempre nei guai. Stima incondizionata all'Einaudi che pubblica contemporaneamente due bei tomoni da un chilo l'uno: Lo sconosciuto di Magnus e Lettere della giovinezza di Vittorio Foa. Mille e passa pagine di lettere dal cercere di un grande padre del nostro Paese contro le seicento e dispari pagine di fumetti di uno dei massimi disegnatori italiani dimostrando che finalmente è finita questa benedetta distinzione tra cultura alta e bassa. Forse è questo il messaggio che ci mandano da Torino: va tutto bene basta che sia roba buona. Semplice e giusto. Speriamo che anche l'Adelphi capisca e ristampi l'edizione integra¬ le di Landò il camionista, 0 mitico fumetto porno degli Anni Settanta. La matita di Magnus, Roberto Raviola (1939-'96), senza dubbio ha cambiato la storia del nostro fumetto popolare aggiungendoci elementi nuovi quali la parodia e la satira sociale. Si pensi solo allo I sgarruppato gruppo Tnt e a Super : i ick il supereroe alcolista che ruba .ii pi /sri per dare ai ricchi. «Tra i iditori determinanti di questa er i-si"ne dalla palude dell'oblio de stampa periodica, la scelta di un tratto nitido capace di descrivere con 'ma forte tendenza caricaturale é s.'irica le fisionomie tipiche degli <\w>i in cui ciascuna storia veniva realizzata. I fumetti di Magnus sono una galleria grottesca di volti ripescati dall'anonimato della folla per diventare parte di un catalogo di espressioni significative» ci dice giustamente Daniele Brolli nell'introduzione al volume dell'Einaudi in cui sono raccolte sei storie dello Sconosciuto, uscite tra il 1975 e 1976. Tra queste sicuramente le più belle sono le sue storie romane: «Largo delle tre api» e «Morte a Roma». Tre killer scemi e litigiosi. Il marchese romano monarchico e golpista. La giovane moglie bella e puttana. I fasci stupratori dei Castelli. Figure perfette e deformi. Un mix irresistibile di cronaca nera (davanti a tutti lo scandalo Casati), di cinema poliziesco all'italiana, di pornografia, del bianco e nero di Antonioni. All'epoca ci fu (i soliti!) chi trovò troppo grotteschi alcuni personaggi dello Sconosciuto. Stonati con il clima di cupo realismo delle storie. In un'intervista Magnus ribatté: «Il problema di avere fatto dei personaggi comici nel dramma risale al teatro antico, come quello elisabettiano, quando appunto dei clowns interpretavano delle parti comiche o delle maschere particolari nel dramma. Però non è detto che io voglia fare una storia da teatro di genere filologico universitario: in quella storia dello Sconosciuto ("Morte a Roma") io volevo semplicemente sottolineare che anche da un tipo grassotto e buffo poteva scaturire una strage. Ma quando è stato vagliato da un regista romano, questo mi ha fatto notare che nel cinema drammatico tre killer non potrebbero essere buffi. Però secondo me ciò è possi bile nel fumetto». Magnus si sbagliava. Quelle contaminazioni dissonanti che aveva inserito nelle sue storie sono molto simili a quello che fanno oggi registi come Tarantino o Rodriguez. L'unione di trame e figure classiche del noir, dell'hard-bol led, dell'horror con elementi comi co-grotteschi ha fatto emergere una nuova estetica e sensibilità che manda in cortocircuito i paradigmi dei generi. E i due killer logorroici di Pulp Fiction (TravoltaJackson) o il rapitore scemo (Buscemi) di Fargo dei Coen non sono che dei nipotini di Entonces, il pie colo killer sudamericano fissato con le armi di precisione, mirini e proiettili al teflon e del suo compa gno grassone ignorante che prima spara e poi prende la mira di Morte a Roma. Che dire di più? Leggetevi il tomone. Niccolò Ammaniti Un classico del fumetto italiano: grotteschi attori per storie dì cupo realismo LO SCONOSCIUTO Magnus Einaudi pp. 665 L. 28.000 O Un fumetto di Magnus

Luoghi citati: Buscemi, Medio Oriente, Roma, Torino