Buste paga, all'Italia la palma nera di contributi e oneri
Buste paga, all'Italia la palma nera di contributi e oneri Ricerca dell'Iwd (Istituto dell'economia tedesca) sulle voci extrasalariali che contribuiscono a formare il costo del lavoro Buste paga, all'Italia la palma nera di contributi e oneri Per Cisl e Uil sono «dati astratti». La Cgih «Non è una novità, ilproblema esiste» BRUXELLES. Spetta all'Italia il primato poco invidiabile, in Europa e nel mondo, della spesa per tutte quelle voci non salariali che contribuiscono a formare il costo del lavoro. Un record non solo a livello europeo, ma addirittura mondiale. E' questa la conclusione di una ricerca condotta dell'Iwd, l'Istituto dell'economia tedesca di Colonia, un «pensatoio» vicino al Bdi (l'equivalente in Germania della Confindustria). In nessun altro Paese - secondo l'indagine comparata dell'Iwd, circolata a Bruxelles - le imprese pagano per i propri dipendenti una percentuale così alta in rapporto alla retribuzione oraria lorda versata al lavoratore: Ù 103%. Vale a dire che per ogni 1000 lire di paga lorda il datore di lavoro ne spende altre 1030 per tutte le prestazioni extra-salariali, una. voce che nell'analisi dell'istituto tedesco comprende, tra l'altro, i contributi sociali per la pensione e l'assistenza sanitaria, i buoni pasto (o le spese-mensa), gli eventuali asili-nido aziendali, la tredicesima, la quattordicesima e altre eventuali mensilità, accantonamenti per il trattamento di fine rapporto (cioè la liquidazione), benefici vari. All'estremo opposto della classifica c'è invece la Danimarca, dove - grazie alla fiscalizzazione quasi completa degli oneri sociali - il costo non salariale del lavoro è pari solo al 25% della retribuzione. Un'ora di lavoro di un dipendente costa alle imprese della Germania (occidentale) in media 47,92 marchi (46.500 lire), di cui 26,36 marchi per la retribuzione netta e i rimanenti 21,56 marchi (cioè l'82%) per i costi non salariali. A titolo di paragone in Italia un'ora di lavoro costa in media 29.96 mar- chi (29.000 lire), di cui 14,76 di retribuzione e 15,20 (cioè appunto il 103%) per tutte le altre voci. Su queste cifre che certificano (ma la Confindustria lo sostiene da molto tempo e con una ricca documentazione) come in Italia si registrerebbe il record del «peso» di contributi ed oneri, i sindacati sono divisi. Per Cisl e Uil si tratta di «dati astratti». Di diversa opinione la Cgil, per la quale «il problema esiste e questi dati non sono una novità». «Sono solo dati astratti e non è assolutamente vero che in Italia il costo del lavoro sia il più alto nel mondo - ha affermato il segretario confederale Uil, Paolo Pirani - bisogna infatti vedere come lo si calcola». In realtà, secondo Pirani, i valori italiani si collocano nella media europea. «E' però vero - ha aggiunto - che c'è un rapporto spropositato tra salario diretto ed oneri indiretti e ciò può essere affrontato passando alla fiscalità generale una serie di oneri che oggi gravano sulla busta paga, oltre che separando previdenza ed assistenza Occorre inoltre alleggerire gli oneri fiscali e contributivi - ha aggiunto - completando la riforma generale dello stato sociale». Si tratta di «un'indagine sballata, poiché le voci considerate non sono pertinenti» secondo il segretario confederale Cisl, Natale Forlani. «Un conto - ha detto Forlani - è infatti parlare di rapporto tra salario diretto e differito, altro è inveca la contribuzione sociale, oneri questi solo parzialmente diretti per il lavoratore». Per Forlani, dunque, l'indagine «è mal costruita». Di opinione opposta il segretario confederale Cgil, Giuseppe Casadio. «Il problema esiste e tali dati sono noti - ha affermato - ma il punto è che tipo di conseguenze trarre». Secondo Casadio, infatti, «alleggerire il costo del lavoro in modo drastico provocherebbe conseguenze gravi sul sistema del Welfare. Il peso degli oneri indiretti va ricondotto nella media europea, ma ciò va fatto con gradualità - ha concluso - per evitare di "gettare via il bambino con l'acqua sporca"». DOVE L'ONERE PESA DI PIÙ' Ecco di seguilo la gradualorio del costo del lavoro non solanole elaborala dall'lwd (in termini percentuali rispetto olla retribuzione nella): PAESE %oneri PAESE %oneri ITALIA 103 SVEZIA 70 AUSTRIA 98 GRECIA 67 FRANCIA 93 NORVEGIA 59 BELGIO 91 SVIZZERA 53 SPAGNA 83 LUSSEMBURGO 45 FINLANDIA 82 REGNO UNITO 40 GERMANIA OVEST 82 IRLANDA 40 PORTOGALLO 78 USA 39 OLANDA 78 CANADA 38 GERMANIA EST 78 AUSTRALIA 38 GIAPPONE 71 DANIMARCA 25
Persone citate: Casadio, Forlani, Giuseppe Casadio, Natale Forlani, Paolo Pirani, Pirani
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