« Invasi anche dall'olio » di Maurizio Tropeano
« Invasi anche dall'olio » « Invasi anche dall'olio » Gli agricoltori: una scure contro il nostro lavoro ROMA. «Non riesco a capire perché il Governo non abbia pensato all'agricoltura. Ai danni che ricadranno sugli olivicoltori e quindi alle possibilità che venga licenziata la manodopera attualmente impiegata, soprattutto al Sud. Non vorrei che fra alcuni mesi i nostri olivicoltori, per lavorare, fossero costretti a sbarcare in Tunisia». Augusto Bocchini, presidente della Confagricoltura è «sconcertato» dall'accordo siglato tra Italia e Tunisia in materia di rimpatri di clandestini. Dice di non «capire perché quando si tratta di risolvere un problema che riguarda tutta la nazione alla fine vengano sacrificati gli interessi dell'agricoltura». Da qui la richiesta al Governo «di un immediato chiarimento». Ma che cosa non funziona nell'intesa firmata fra Roma e Tunisi? «L'accordo - spiega ancora Bocchini - prevede un impegno dell'Italia ad attivarsi in sede comunitaria per aumentare il quantitativo esente da dazi dell'olio d'oliva che la Tunisia esporta nell'Unione Europea. Si tenga conto che già può esportare, a condizioni di favore, 46 mila tonnelate». Ma non basta: «C'è anche una seconda parte dell'intesa che prevede l'aumento dell'importazione diretta in Italia». Aggiunge: «Il ministro degli Esteri tunisino commentando l'accordo si è detto molto soddisfatto perché nel settore lavorano un milione di tunisini. Ma il nostro Governo sa quanti sono gli italiani che vivono grazie all'olio d'oliva? Evidentemente no». Nicola Ruggiero, presidente Unaprol, l'associazione che difende gli interessi di settecentomila olivicoltori, aggiunge: «Il provvedimento porterà ad una ulteriore riduzione dei prezzi di mercato. E' sconcertante che il Governo non solo non intervenga ma attui invece interventi contrari alla soluzione dello stato di grave crisi in cui versa il settore». Secondo le organizzazioni agricole l'aumento delle importazioni dalla Tunisia a prezzi concorrenziali rischia di aggravare questa situazione di difficoltà. Bocchini e Ruggiero ricordano le cifre di questa crisi: le contrattazioni sono praticamente ferme con prezzi inferiori del 30 per cento a quelli di un anno fa; a causa della continua crescita produttiva dei raccolti in Spagna si profila un taglio dei contributi comunitari nell'ordine di quattrocento miliardi di lire. «Una decurtazione che - precisa il presidente della Confagricoltura - andrebbe ad aggiungersi a quella (27%) subita lo scorso anno e che determinò ripetute manifestazioni di piazza». Nel 1997, secondo le stime dell'osservatorio Unaprol, i) settore olio ha registrato un saldo negativo con l'estero di 953 miliardi mentre le importazioni di oli vari hanno raggiunto le 301 mila tonnellate. «Alla fine - spiega il presidente - il settore ha perso in due anni oltre 800 miliardi di lire». Ancora Ruggiero: «La Tunisia è il principale esportatore di olio nell'Ue. Già altre volte aveva provato ad aumentare le sue quote di produzione. Adesso è stato usato il cavallo di Troia degli extracomunitari clandestini. Ora dal Governo ci attendiamo adesso la stessa determinazione a difendere a Bruxelles la legge che introduce le etichette Made in Italy cheT'Ue non vuole». Bocchini e Ruggiero concludono: «Senza l'entrata in vigore della legge che tutela l'olio "made in Italy" verrà penalizzato il consumatore italiano. Su quell'olio d'oliva importato dalla Tunisia non sono infatti possibili controlli sulla qualità. Non ci sono garanzie che quel prodotto non venga poi venduto, anche in giro per il mondo, con il marchio "made in Italy"». Maurizio Tropeano
Persone citate: Augusto Bocchini, Bocchini, Nicola Ruggiero
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