«L' Udr può votare la finanziaria» di Raffaello Masci
«L' Udr può votare la finanziaria» RETROSCENA IL VERTICE CON PRODI «L' Udr può votare la finanziaria» Cossiga: se in linea con il Dpef (e senza 35 ore) SROMA E il governo scaricherà Rifondazione e presenterà una finanziaria in linea con il dpef e senza le 35 ore, potrebbe avere i voti dell'Udr. Ridotta all'osso, la proposta che Cossiga ha fatto a Prodi l'altra sera quando si sono incontrati a palazzo Chigi, è in questi termini. Il Premier ha garbatamente rifiutato ostentando fedeltà a Rifondazione, ma intanto, quella che prima era una proposta solo larvata ora, tramite Cossiga, è stata in qualche modo ufficializzata. Rifondazione ne è rimasta scossa, l'Ulivo è stato percorso da polemiche, e qualcuno (anche all'interno della maggioranza) guarda a questa prospettiva non più come ad una eresia da cui fuggire. Tanto più che la finanziaria è alle porte e Bertinotti si sta scaldando i muscoli da boxeur per il match con Prodi. Dunque, il summit informale che c'è stato tra il Presidente del Consiglio e il suo vecchio amico Francesco Cossiga è stato un non piccolo temporale nell'aria stagnante di agosto, e ha sortito un duplice risultato. Da una parte Prodi ha dato un importante messaggio di stima al Prc, dicendo chiaramente che intende continuare a governare con il sostegno di Francesco Cossiga Rifondazione, e che quindi «farà di tutto» per mantenerne l'appoggio. Dall'altra però, si è data una veste di ufficialità al fatto che se il Prodi Uno si trovasse ad annaspare, l'Udr sarebbe pronta a sostenere un Prodi Due, ampiamente rimpastato e con una finanziaria «meno comunista» (vogliamo dire così?). Tutta questa manfrina - tanto più che era stata preceduta da una mtervista di Marini che non disdegnava un flirt con l'Udr - ha mandato in fibrillazione gli uomini di Bertinotti. Marco Rizzo, responsabile per l'ùiformazione de Prc ha auspicato che «l'incontro con l'ex picconatore si limiti alla cortesia e non dia vita ad un tradimento dell'elettorato», ma dà atto a Prodi «di aver ribadito in modo corretto che non intende sostituire i voti di Rifondazione con quelli dell'Udr. Unico problema è che ora dalle parole bisogna passare ai fatti e imprimere finalmente i caratteri della svolta che Rifondazione richiede». Graziella Mascia, coordinatrice della segreteria del prc specifica che «l'alternativa è sui contenuti» e che quindi Prodi si trova di fronte a due modi di governare l'Italia «o con una finanziaria di svolta riformista, sostenuta da tutta la sinistra oppure con una moderata neo-liberista votata da tutti gli ex de». Ma se Prodi dovesse mai accettare i voti dell'Udr, non perderebbe solo quelli dei comunisti - fa sapere il capogruppo dei senatori verdi Mauri¬ zio Pieroni - ma anche quelli del suo schieramento (e allora si porrebbe anche mi problema di numeri). Comunque se Romano Prodi ha dato a Rifondazione un segnale di lealtà, da altri settori della maggioranza giunge al prc l'invito a fare altrettanto e a ricambiare il presidente del Consiglio con un chiaro messaggio di sostegno, invece di farlo sentire sempre sulla graticola. «Bertinotti dica chiaro e subito quello che vuole - ha detto il popolare Renzo Lusetti senza aspettare, magari, il semestre bianco. Questa maggioranza non può farsi cuocere a fuoco lento da mio dei suoi componenti: noi popolari non potremmo accettarlo». E il vicepresidente del Consiglio Walter Veltroni ricorda a Bertinotti - in una intervista al «Corriere» - che se rompesse sulla finanziaria «salterebbero le nostre misure sociali e la legge sulle 35 ore, e la strada sarebbe aperta per il ritorno delle destre», tanto più ora che Bossi sta riallacciando il dialogo sia con il Polo che con l'Udr. Una buona volta - dunque - dopo tante titubanze, Rifondazione dovrebbe accettare, secondo il ds Stefano Passigli «non solo un accordo sulla finanziaria ma un vero e proprio patto di legislatura», come più volte l'Ulivo ha proposto e come altrettante volte Rifondazione ha respinto. Raffaello Masci Francesco Cossiga
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