Lo Nato: pronti a colpire in Kosovo
Lo Nato: pronti a colpire in Kosovo Da Bruxelles ultimo avvertimento a Belgrado, mentre si moltiplicano gli sforzi diplomatici Lo Nato: pronti a colpire in Kosovo Continua l'offensiva serba, rasi al suolo 27paesi albanesi ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Le forze della Nato saranno pronte la settimana prossima per un intervento militare del Kosovo che prevede attacchi aerei limitati contro obiettivi militari serbi. Lo annunciano fonti diplomatiche da Bruxelles sottolineando tuttavia che la Nato agirà in accordo con le attività delle altre parti impegnate a risolvere la crisi del Kosovo, come gli Stati Uniti, il Consiglio di Sicurezza dell'Orni e il Gruppo di contatto, ovvero sulla base di un mandato legale. Dell'aggravarsi della situazione hanno parlato ieri anche il presidente americano Clinton e il primo ministro britannico Tony Blair. I due hanno esaminato le possibili pressioni sul presidente jugoslavo Milosevic affinché le sue truppe cessino l'offensiva militare nel Kosovo e hanno sottolineato che i piani della Nato per un intervento 'militare nella regione sono praticamente pronti. In un nuovo tentativo di ristabilire il dialogo fra serbi e albanesi, l'ambasciatore americano in Macedonia, Christopher Hill, è ritornato a Pristina. Principale mediatore nella crisi kosovara, Hill ha incontrato il viceministro degli Esteri russo Afanasijevski, anch'egli in missione diplomatica nel Kosovo. Hill e Afanasijevski hanno parlato separatamente con Rugova. «Ho chiesto alle due parti di ces- sare immediatamente le ostilità e iniziare con le trattative. Il presidente Milosevic mi ha garantito che il ritorno di tutti i profughi alle loro case sarà il compito prioritario di Belgrado» ha dichiarato l'alto funzionario russo, sottolineando che l'opzione militare nel Kosovo è inaccettabile. Ma la presenza di Afanasijevski è stata duramente criticata dal giornale in lingua albanese «Bujku». «La Russia è complice dei crimini serbi nel Kosovo» scrive il quotidiano. «Nel Kosovo domina la politica serbo-russa dell'Uck armi e ono ghi della guerra, della tensione, del genocidio e del crimine». L'offensiva militare serba nel Kosovo intanto continua. In serata le truppe serbe si sarebbero impadronite del villaggio albanese di Likovac, nel famigerato triangolo Klina-Decani-Djakovica dove ebbe inizio in marzo la repressione, facendo così cadere uno degli ultimi bastioni dell'Uck, l'Esercito di Liberazione del Kosovo. Nelle vicinanze di Djakovica, a pochi chilometri dal confine con l'Albania, le forze jugoslave hanno raso al suolo 27 paesi albanesi rimasti deserti. Sono più di 300 mila i profughi fuggiti di fronte ai bombardamenti. A detta del centro informativo del Kosovo negli ultimi giorni i guerriglieri dell'Uck hanno ucciso 17 soldati dell'esercito jugoslavo. Ma fonti serbe non hanno confermato. Ingrid Badurina Caduta Likovac uno dei bastioni dell'esercito di Liberazione Gli uomini dell'Uck gettano le armi e si confondono tra i profughi Profughi albanesi e un alto ufficiale dell'esercito di liberazione del Kosovo
Persone citate: Christopher Hill, Clinton, Ingrid Badurina, Milosevic, Rugova, Tony Blair
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