Guerra dei sigari, in cella chi offre avana di Gabriele Beccaria

Guerra dei sigari, in cella chi offre avana New York, la polizia tenta di bloccare l'importazione clandestina da Cuba attraverso la Florida Guerra dei sigari, in cella chi offre avana Arrestati 7 tra clienti e ristoratori per «commercio con il nemico» NEW YORK. Appena lo verrà a sapere, Fidel Castro riderà di gusto. Peccato essersi perso una scena così straordinaria: sette ricchi e odiati yankees sono stati arrestati a Manhattan perché sorpresi con i suoi proibitissimi sigari Avana. «Commercio con il nemico», è l'infamante accusa che li ha inchiodati. Rischiano fino a 10 anni di carcere, l'Fbi - che da sei mesi indaga sulle importazioni illegali di sigari da Cuba attraverso la Florida non scherza. Questo è molto più che un paradossale episodio del neo-proibizionismo statunitense che ha ormai ridotto gli estimatori del fumo a paria. In ballo c'è il fiorente business clandestino dei celebri sigari, che non dovrebbero superare le maghe del'embargo e che invece continuano a uscire dall'isola-fortezza, a sbarcare in Florida e in California, a risalire gli States e ad approdare - come sostengono gli agenti di Louis Freeh - in alcuni ristoranti e club molto noti. Come i newyorchesi «Patroon» (sulla 45a Strada) e «Racquet Tennis Club» (sulla Park Avenue), dove sono scattati i blitz. Dopo mesi e mesi di appostamenti, i signori in completo grigio sono finalmente entrati in azione. Hanno sfoderato i distintivi e, a colpo sicuro, hanno messo le mani sugli umidificatori, i sofisticati scrigni dove riposava il corpo del reato. Il sequestro non ha risparmiato scatole di pregiati «Montecristo n° 1», vendute a 350 dollari al pezzo (630 mila lire), e di «Cohiba Esplendidos», con quotazioni da collezionisti maniaci: 850 dollari (un milione e mezzo abbondante). Tra lo stupore generale, la squadra dei federali anti-sigaro ha ammanettato sette «traditori» della patria americana: un direttore del club, un padrone del ristorante e un responsabile della sala fumo, oltre a quattro clienti. Sembrava di assistere a un'operazione antidroga, con pushers e clienti pizzicati insieme. Ma l'improvvisata (e per molti ridicola) «banda» rischia ben di peggio, dato che le è stato contestato il pesante reato di «cospirazione per violare la legge sul commercio con il nemico, comprando e vendendo». I sette li hanno rimessi in libertà subito dopo l'udienza preliminare in cui hanno ammesso le loro responsabilità, anche perché non c'era nessun pericolo pubblico (uno dei colpevoli è un direttore di banca). Avranno tempo di meditare sui rischi del loro vizio e, di certo, se non avevano mai provato sensi di colpa, ora ne sentiranno il tormento. Gabriele Beccaria

Persone citate: Fidel Castro, Louis Freeh

Luoghi citati: Avana, California, Cuba, Florida, Manhattan, New York