I burattinai della nuova Africa
I burattinai della nuova Africa TUTTI I DEMONI DEL CONTINENTE I burattinai della nuova Africa A chi conviene la politica della morte COME tutti i burattinai trascina il suo potere con aria sofferente e anonima. Ghazi Salali Eddine, ufficialmente, è soltanto segretario del Congresso del popolo sudanese, guscio pomposo per un partito che in realtà non esiste. Ha fatto esperienza militare con la scalcinata legione islamica di Gheddafi, e poi, più concretamente, in Afghanistan, che per i combattenti dell'islamismo internazionale è stato l'equivalente della Spagna per gli antifascisti. E' lui il Trotzkj islamico, il regista della rivoluzione permanente che dovrebbe dar fuoco all'Africa, portarla in prima linea nella lotta per insediare l'antico dispotismo sacro, la teocrazia definitiva. La guerra sporca, quella delle spie e delle bombe in cui spesso sdrucciolano le ragioni di Dio, è il suo regno. Ha ceduto Carlos, primula rossa del terrorismo internazionale, alla Francia per sbarazzarsi di un manovale ormai ingombrante. Adesso, sotto la guida del suo maestro, l'ascetico e incorruttibile dottor Hassan el Tourabi, Grande Inquisitore dell'unico regime fondamentalista al potere nel continente, tira le fila della guerra d'Africa. Silenziosamente, giorno dopo giorno, l'Africa è diventata la prima linea della crociata fondamentalista contro la smorfia della empietà americana, scontro ormai planetario dal Maghreb all'Indonesia, dove dietro gli indecorosi ghiribizzi di sigle e burattinai è facile trovare il fluido di un progetto comune. Perché l'Africa? E perché proprio ora, quando il continente sembra incresparsi per i brividi di nuove aspirazioni democratiche? A Karthoum, appunto, c'è la risposta di molti, sottili e sanguinosi misteri. Si può ripercorrere, ad esempio, la traccia, neppur tanto esigua, lasciata dal miliardario delle bombe, Ussama Ben Ladem, fervoroso mecenate della multinazionale dei killer Kampala, mesi fa, (un'allarmante prova generale dell'attentato di ieri!) siano state ideate a Juba dove gli ugandesi hanno un confortevole campo di addestramento. Nove anni dopo la conquista del potere, pur assediato dalla carestia e dalla rivolta animista e cristiana nel Sud, il regime di Karthoum è la Tortuga islamica ben piantata nel cuore dell'Africa, un porto franco dove attraccano tutte le trame e i manovali del terrore. Il progetto è ambizioso: far scendere la rivoluzione islamica come un sottile veleno giù lungo la costa, lungo le rotte dei signori arabi della tratta degli schiavi, sempre più a Sud, destabilizzando i regimi affamati e corrotti dell'Africa nera. Eritrea, Etiopia e Somalia sono già sulla linea del fronte, ma già si guarda> all'Uganda, alla Tanzania, dove sii Ogni giorno il fanatismo islamico conquista terreno negli Stati centrali Attraverso il Sudan l'internazionale del terrorismo pianifica i suoi blitz islamici. Ufficialmente il miliardario, dopo le rancorose proteste saudite, ha lasciato il Paese con la sua guardia del corpo, formata da pretoriani del Già algerino. Ma sotto la paterna approvazione di Tourabi qui continuano a prosperare tutti gli affari della sua losca bottega: le sue imprese hanno l'appalto dell'asfaltatura delle strade sudanesi e nella sua tenuta agricola di Damazin (duemila ettari) nessuno va a chiedere il passaporto a egiziani e algerini ricercati per terrorismo. Si può indagare, anche, sul pericoloso pedigree dell'ufficio di rappresentanza dell'«Armata di resistenza del Signore» dell'ugandese Joseph Kony, irriducibile nemico del pupillo americano in Africa, Yoweri Museveni. Molti sospettano che le bombe che hanno squassato gli alberghi di
Persone citate: Eddine, Gheddafi, Hassan El Tourabi, Joseph Kony, Yoweri Museveni
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