Doppia strage contro l'America

Doppia strage contro l'America Nel mirino le ambasciate Usa. Sospetti sui terroristi islamici. Un fotografo! Doppia strage contro l'America Autobombe a Nairobi e DarEs Salaam, cento morti NAIROBI NOSTRO SERVIZIO Tre bombe contro l'America, decine di morti, un bilancio che si aggrava di ora in ora. Due massacri, a Nairobi, capitale del Kenya, e a Dar Es Salaam, capitale della Tanzania, senza firma. Una nazione ferita, un giallo che oltrepassa i continenti. Sono complessivamente tre le bombe esplose nei due attentati in Africa, due delle quali a Nairobi: lo indicano fonti del dipartimento di Stato citate dalla Cnn. Il portavoce Lee McClenny sostiene che forse si tratta di autobombe. Al dipartimento lavora dall'alba di ieri una unità di crisi che segue la situazione momento per momento e coordina gli sforzi americani nelle due capitali africane. Il bilancio provvisorio dei due attentati è di quasi un centinaio di morti e di più di 1100 feriti. Fra le (almeno) sessanta vittime accertate di Nairobi ci sono anche otto cittadini americani (tra cui un hambino), ma la portavoce della ambasciata Chris Scharf ha riferito che non si hanno notizie di altri sette, e si presume che alcuni siano rimasti uccisi. Dalle macerie sono stati recuperati quattro superstiti. A Dar Es Salaam sono stati contate 7 vittime, nessuna di nazionalità americana, e una settantina di feriti: fra i morti figurano cinque tanzaniani che lavoravano all'ambasciata. Ignota la matrice delle due azioni terroristiche, ma i primi sospetti si sono appuntati sulla Jihad Islamica, l'organizzazione clandestina che in Egitto ha preso il posto del movimento che nel 1981 organizzò l'assassinio del presidente Anwar Sadat. Paura anche a Kampala: nella capitale dell'Uganda l'ambasciata Usa è stata sgomberata a scopo preventivo. A Nairobi una esplosione terrificante ha fatto crollare la Ufundi House, un edificio di quattro piani che ospitava anche alcuni uffici pubblici, attiguo all'ambasciata americana, che ha subito gravi danni. L'inferno è scoppiato alle 10 e 35: l'esplosione ha investito in pieno anche due autobus, provocando una strage fra i passeggeri, e distrutto numerose autovetture. Lo spostamento dell'aria ha mandato in frantumi i vetri per un raggio di dieci isolati. Numerosi soccorritori hanno cercato di prestare aiuto ai superstiti rimasti sepolti sotto una montagna di ferro e cemento, che gemevano e invocavano aiuto. «Temiamo il peggio. Ci aspettiamo di trovare altri morti sotto le macerie», ha detto la portavoce della Croce Rossa Nina Galbe. Secondo la polizia locale, gli autori dell'attentato avrebbero usato un furgone carico di esplosivo lasciato in sosta dietro l'ambasciata. Un uomo, Julius Koiyet, ha raccontato di aver visto tre individui che lanciavano una latta contro la sede diplomatica: dopo essere rimbalzato, il contenitore sarebbe esploso sotto la Ufundi House. Il teste ha raccontato inoltre che un altro individuo che probabilmente faceva parte del gruppo ha aperto il fuoco a caso, colpendolo a una spalla, e ha detto di aver udito due esplosioni. Dopo l'attentato un fotoreporter dell'«Associated press» ha assistito al fermo di un uomo che parlava arabo, ma non si hanno altre informazioni al riguardo. «Li prenderemo ad ogni costo», giura il presidente americano Bill Clinton. Ma su Washington è calata ancora una volta l'ombra oscura, minacciosa di un terrorismo misterioso ed elusivo che colpisce le sedi americane nel mondo, con il Paese incollato alle tv a guardare le scene di distruzione e ad attendere il bi- lancio dei morti americani. «Inumano», «ripugnante», «codardo»: il Presidente, che ha definito «coordinati» i due attacchi, non si è risparmiato nella sua condanna alle azioni terroristiche di Nairobi e Dar es Salaam, e ha giurato che gli Usa sono determinati a cercare «risposte e giustizia». Ma come in passato, di fronte al terrorismo, l'America stenta a capire chi e con quale disegno abbia deciso di colpirla ancora dove è più vulnerabile, nei suoi interessi fuori dai confini nazionali. La macchina della sicurezza nazionale americana si è messa in moto alle 5 e 30, ora americana, quando Clinton è stato svegliato dal suo consigliere Sandy Berger, latore delle terribili notizie dall'Africa orientale. Il segretario di state Madeleine Albright, in viaggio in Italia per presenziare alle nozze del suo portavoce James Rubin con la celebre inviata della Cnn Christiane Amampour, ha deciso di rientrare al più presto a Washington. . ., Due aerei Usa con a bordo équipe chirurgiche e personale specializzato nell'evacuazione di feriti sono partiti nel giro di poche ore dalla base Usa di Ramstein (Germania) verso Nairobi e Dar Es Salaam. Un C-9 «Nightingale» modificato per essere usato nell'evacuazione di feriti ha raggiunto il Kenya, mentre un C-141 da trasporto con a bordo i chirurghi, plasma e attrezzature sanitarie si è diretto a Dar Es Salaam. Da Washington è invece partita una squadra di agenti dell'Fbi specializzata e sempre in pre-allarme per emergenze simili all'estero: la loro missione e la loro destinazione sono per il momento coperte dal segreto più assoluto. [e. st.] UGANDAMWANTA Le esplosioni quasi in contemporanea I feriti sono più di mille In Kenya già 60 corpi recuperati Scatta l'allarme in tutto il mondo Sgomberata per precauzione anche la sede diplomatica in Uganda UGANDA Monte KENYA NAIROBI MWANZA Monte KILIMANGJAftO^- MAKINDU ARUSHAW M0SBf\ TANZANIA BAH SS SALAAM I soccorritori cercano di estrarre il corpo di una delle vittime dalle macerie dell'ambasciata americana di Nairobi. Un lavoro reso difficile dalle tonnellate di macerie causate dall'esplosione

Persone citate: Anwar Sadat, Bill Clinton, Chris Scharf, Clinton, James Rubin, Julius Koiyet, Madeleine Albright, Nightingale, Salaam, Sandy Berger