LIPPI & SIMONI «Questa guerra deve finire»

LIPPI & SIMONI «Questa guerra deve finire» Avversari stasera a Udine nel Trofeo Moretti, i tecnici bianconero e nerazzurro vogliono chiudere con le polemiche LIPPI & SIMONI «Questa guerra deve finire» TORINO. La guerra è finita. Ma rimangono i reduci a testimoniare quanto successe il 26 aprile e nessuno lo dimentica alla vigilia del primo Juve-Inter della stagione che si scruta con lo strabismo di un occhio che guarda al futuro e l'altro, più molesto, al passato. Centotré giorni dopo la svista ammessa da Ceccarini, l'intervento di Iuliano su Ronaldo nella partita che decise lo scudetto palpita nelle memorie. Questa sera a Udine il Fenomeno non ci sarà: la sua assenza impoverisce la qualità tecnica del confronto, non ne scalfisce l'emotività né l'appeal. Sarà una minuscola e parzialissima resa dei conti. Lippi lo ha previsto. E non gli piace. Non perché l'Inter che tra cinque giorni esordirà jn Champions League avrà più vantaggi della Juve nell'affrontarla ora, ma per quel cupo presagio che si ricomincia da Udine e non si sa come e se finirà questa storia avvelenata. Dice basta. Pochi lo ascolteranno, però Lippi lancia un messaggio di buon senso al suo mondo: qualunque sia la verità di un giorno e di un campionato, non inquini la stagione che sarà (ne è convinto) bella. «Sono sei mesi che quella partita non è finita», dice l'allenatore bianconero. Nel ricordo i tempi si allungano. In realtà di mesi ne sono trascorsi soltanto tre. Comunque tanti. «Sì, e da allora quasi ogni giorno c'è stato uno stillicidio dì battutine, di mezze frasi che hanno rinfrescato la polemica. E non ci accorgiamo, noi allenatori, e dirigenti e giocatori, che le nostre parole hanno un effetto e un seguito nella gente molto più duraturo del commento di un direttore di giornale o di un conduttore televisivo. Se non ci daremo noi per primi una regolata il livello di tensione resterà molto alto, il nostro atteggiamento crea più danni che quello di chiunque altro. Peccato, perché si rovina qualcosa di molto bello. Non ci sono mai state tante squadre così forti, il campionato che l'anno scorso rimase incerto tra noi e l'Inter fin quasi alla fine, questa volta può portare in fondo tre o quattro squadre. Non guastiamolo con i veleni, io mi impegnerò a gettare acqua sui fuochi». Non gli mancherà il lavoro, a giudicare dall'inizio. Dopo la Juve di Moggi e delle relazioni arbitrali, grazie a Zeman il fronte del disturbo si è spostato provvisoriamente sul doping e i giocatori gonfiati: quattro anni di successi disturbano, l'avevamo capito. E che Lippi si provveda di buoni estintori. Intanto il primo problema è di inquadrare il torneo di Udine nella maniera giusta, senza elevarlo a test troppo importante né affossarlo a impegno per accontentare lo sponsor birraiolo. «Se giocheremo male ci arrabbieremo un pochino», dice l'allenatore juventino. Non accetta brutte figure, ma sa che i tornei estivi sono lo specchio di quanto si fa durante la giornata. «Noi stiamo lavorando e molto. Può succedere che una partita cada dopo due allenamenti molto intensi e i giocatori siano a pezzi, ma nessun allenatore condiziona la propria tabella di lavoro a un'amichevole più o meno importante. L'Inter è partita con la consapevolezza di dover giocare il primo incontro importante prima di Ferragosto, noi avremo il primo impegno vero il 29 agosto nella SUpercoppa con la Lazio perché soltanto allora ci sarà in palio qualcosa di decisivo: io e Simoni abbiamo scelto quindi strade diverse. Quanto a loro, sono stati bravi a potenziare il gruppo con giovani di grande valore e con Baggio. Ma il Parma ha centrato gli acquisti più mirati a completare l'organico, la Fiorentina è equilibrata, la Lazio e il Milan sono forti. Se il passato è Juve-Inter, il futuro non sarà un'esclusiva tra noi». La formula del torneo di Udine prevede che Inter e Udinese si affrontino per prime e la Juventus incontri subito dopo la perdente. Lippi ha preparato due squadre con i diciotto giocatori disponibili, più i quattro giovani (Sculli, Papa, Pellegrini, Marchi): la prima formazione, qualunque sia l'avversario, si baserà su Rampulla, Mirkovic, Iuliano, Monterò, Dimas, Tacchinardi, Blanchard, Conte, Pecchia, Inzaghi e Fonseca. Del Piero entrerà probabilmente nel secondo match in coppia con Zalayeta. Marco Ansaldo Lo juventino: «E' ora di darsi una regolata, noi addetti ai lavori: una nostra frase crea più tensioni di quella di chiunque altro» L'interista: «Non giova rivangare il passato: guardiamo al futuro con spirito nuovo» .....il Marcello Lippi (sin.) e Gigi Simoni ci tengono a svelenire l'ambiente

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