Ipotesi Olmi di A. Lev.

Ipotesi Olmi Ipotesi Olmi A scuola di cinema LOCARNO. Dal suo fresco eremo di Asiago, Ermanno Olmi è approdato sulle afose sponde del Verbano in occasione della proiezione dei primi tre film di un progetto dedicato al tema del lavoro: prodotti in collaborazione con la Rai da «Ipotesi cinema», la «scuola che non è una scuola» fondata una quindicina di anni fa. Alle origini «Ipotesi» era allogata a Bassano, in un istituto destinato agli anziani che allora non ne avevano bisogno perché vivevano in famiglia «Una delle conseguenze del boom del Nord-Est, è la distrazione dell'antico nucleo familiare contadino. Adesso i vecchi lasciati soli sono talmente numerosi che c'è la fila. Così ci siamo trasferiti a San Giorgio del Bosco, vicino Padova, dove abbiamo un piccolo e attrezzato teatro di posa, ma ci manca la foresteria essenziale per accogliere i tantissimi studenti che arrivano da tutta Europa. E anche per ricreare quel clima ecumenico di condivisione di idee, dubbi, entusiasmi». In attesa del lascito di qualche ricco benefattore, le cose vanno comunque avanti come dimostrano gli interessanti film presentati a Locamo, che presto (si spera vedremo sul piccolo schermo): «Case» di Rodolfo Bisatti (nella vendita porta a porta un giovane scopre la solitudine e la disperazione degli altri), «Storie» di Piergiorgio Gay e Roberto San Pietro (il lavoro come possibilità di riscatto dalla droga), «Io non ho la testa» di Michele La Nubile (il rapporto fra spiritualità e ra¬ zionalità nel Medioevo). «Abbiamo pensato che a parte l'amore e la morte una delle ragioni fondamentali dell'esistenza è il lavoro. Il quale non significa cercare il posto, ma il proprio ambito espressivo». Dopo essersi così impegnato a beneficio dei giovani, che progetti ha Olmi? «Non vorrei parlare del mio prossimo film. Lasciatemi godere scherza - questa vigilia d'amore». Sempre un po' reticente, spiega che sta pensando al periodo fra il Quattrocento e il Cinquecento in cui le armi bianche furono sostituite dalle armi da fuoco. In tale ottica, il maestro ha anche un altro progetto «da signore di campagna più che da pro¬ fessionista, una trilogia su Otello. Messo in scena il melodramma di Verdi a Salisburgo, mi sono divertito a tradurre Shakespeare (il momento del teatro), per poi passare alla lettura della sua fonte: il racconto di Giraldi Cinzio, da fare in cinema. E poiché a scavare nella storia si trova il presente sono arrivato (per la tv) al caso 0. J. Simpson, l'atleta nero idolatrato e giudicato colpevole dell'omicidio della bionda consorte. Infatti Otello è una tipica; storia da società multietnica e multirazziale e la Venezia del Bardo è un microcosmo non tanto diverso dal nostro mondo globalizzato». [a. lev.]

Persone citate: Ermanno Olmi, Giraldi Cinzio, Piergiorgio Gay, Rodolfo Bisatti, Shakespeare, Simpson, Verdi

Luoghi citati: Asiago, Europa, Padova, Salisburgo