Mulan: Peremo nel Celeste Impero

Mulan: Peremo nel Celeste Impero Mulan: Peremo nel Celeste Impero a Locamo in prima europea il nuovo film d'animazione che sarà nelle sale a Natale Disney, lezioni di femminismo LOCARNO. Chi si aspettava tensioni e musi lunghi, in seguito alla notizia delle dimissioni del direttore Marco Muller, è rimasto sorpreso. Mai inaugurazione del Festival del Vernano (questo è il 51°) si è svolta in un clima più lieto. Vero è che i due litiganti, il direttore e il presidente Raimondo Rezzonico, hanno evitato di presentarsi in coppia ai settemila spettatori di Piazza Grande, ma nei loro discorsi separati non hanno lasciato trapelare il nùnimo accenno alla contesa. E in coda alla proiezione del disegno animato «Mulan» una vivacissima quanto inattesa esplosione di fuochi artificiali intorno allo schermo più gigantesco d'Europa ha rinfocolato l'allegria e incrementato le ovazioni. La Walt Disney non ha badato a spese per trasformare in un evento la prima europea del suo nuovo prodotto, che arriverà nelle nostre sale a Natale in diretta concorrenza con un altro «cartoon» a sfondo esotico: «Il principe d'Egitto» della spealberghiana Dreamworks, già da tempo reclamizzato su stampa e tv. A Hollywood è in pieno svolgimento la guerra per strappare al classico marchio di Topolino l'esclusiva sul mondo dell'animazione (vedi il discusso tentativo della Fox con «Anastasia») e questo sarà uno dei motivi ricorrenti della produzione americana di fine secolo. Gli autori di «Mulan» Barry Cook e Tony Bancroft sono una coppia di finti esordienti, già smaliziati collaboratori della Disney: il pubblico non li conosce solo perché dei disegni animati di solito si menziona la ditta al posto di coloro che materialmente li realizzano, tuttavia è indubbio che i due ci sanno fare. Qui hanno allestito una favoletta eroico-sentimentale di intonazione femminista, dove per contribuire alla lotta contro l'invasione della Cina da parte dei feroci Tartari la giovane Mulan sottrae l'armatura al padre infermo e scende in campo travetita da uomo. Se si scopre il suo inganno, visto il maschilismo imperante nel Celeste Impero, Mulan (ovvero Magnolia) rischia la condanna a morte. Meno male che ad aiutarla a cavarsi d'impaccio provvede, a modo suo, il maldestro e simpatico Musiva (al quale Eddie Murphy presta il suo irresistibile talento di acrobata vocale, una vera sfida per l'attore che dovrà doppiarlo): un draghetto grande quanto una lucertola che ha strappato allo spettrale consesso degli antenati vegliante sul clan l'incarico di proteggere la ragazza. Per cui alla fine i Tartari sono sconfitti e Mulan viene riconosciuta come una specie di Giovanna d'Arco destinata all'altare anziché al rogo. L'indomita guerriera conquista infatti anche il suo principe azzurro e i due vivranno per sempre felici. Fedele alle abitudini della Disney, con gli animaletti che scortano buffonescamente la protagonista (oltre al drago c'è un cavallo rampante e un adorabile grillo portafortuna), nella prima metà il film disegna ambienti e personaggi con tratti caricaturali di tipo manieristico. E' una Cina medioevale che avrebbe dovuto far arricciare il naso al direttore dimissionario Muller, emerito sinologo; e bisogna vedere come la prenderanno i cinesi veri, che i produttori sperano tuttavia di allettare. Anche perché quando arrivano le battaglie, gli autori si rifanno opportunamente ai celebrati modelli del cinema di Kurosawa (si pensa soprattutto a «Kagemusha») e il quadro si allarga a scene affollate e suggestive, il ritmo diventa quel¬ lo incalzante dei film d'azione e il tono si solleva. Si può pure considerare «Mulan» come una specie di corollario al viaggio in Cina del presidente. Clinton, ispirato alla stessa filosofia dei suoi discorsi: un vigile interesse per un Paese destinato comunque a figurare tra i grandi protagonisti del XXI secolo, a patto che i successori di Mao si sforzino di riconoscere i valori portanti della civiltà occidentale: l'uguaglianza dei sessi, la libertà di comportamento e di parola. Insomma è come se l'America dicesse alla Cina: cercate di emulare Mulan, che per noi è una Calamity Jane con gli occhi a mandorla, e diventeremo amici. Alessandra Levantesi mminismo «Mulan», l'eroina del nuovo film della Walt Disney è una giovanetta che combatte contro i Tartari travestita da uomo «Mulan», l'eroina del nuovo film della Walt Disney è una giovanetta che combatte contro i Tartari travestita da uomo I registi Cipri e Maresco «Torniamo sul luogo del delitto»

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