Sballo stordente, addio di Marinella Venegoni
Sballo stordente, addio I giovanissimi snobbano le mega-sale: meglio il music-pub Sballo stordente, addio Ni SballoON è davvero con l'occhio del patito del ballo che il sindaco di Riccione, Masini, segue il mondo delle discoteche. I locali che hanno reso celebre e internazionale la sua città sono piuttosto il business dell'intera comunità romagnola, e a questo il Masini presta vigile attenzione istituzionale: le «disco» convogliano nelle strade di Riccione masse affamate di divertimento, muovono energie e mode, tengono la Riviera nell'occhio assatanato dei media. Però nella punta ferragostana che sta per arrivare, si capisce da Masini che il Comune romagnolo ha già annusato l'aria, e segue e accompagna con discrezione il cambiamento che vanno mostrando i costumi generazionali. «Il punto più basso è stato toccato nel dicembre del '93, quando hanno tentato una festa del Presepe invitando tutti a partecipare nudi - confessa Masini -. Ho pensato di intervenire, allora, e di chiedere, semplicemente: ma come stupirete, poi, a Carnevale?». Alla fine sono comunque i ragazzi, e i loro umori, che comandano il mercato. E i ragazzi sono cambiati. Dai tempi ormai lontani del minacciato Presepe, la concezione della discoteca come luogo di stordimento acustico, fisico e mentale, ha subito una crisi severa; il popolo dei giovani si va allontanando da quell'idea, e dai suoi luoghi fisici, in modo sempre più massiccio. Ancora il sindaco Masini ci ha detto che il periodo più nero di crisi del modello discotecaro che trionfò negli Anni Ottanta è stato registrato soltanto a settembre dello scorso anno. E le discoteche hanno cominciato a diversificare l'offerta. C'è un architetto veneto che sta facendo affari d'oro con l'idea dei locali new age. Lo chiamano in tutta Italia, a disegnare ambienti sobri, per musica a misura più umana, magari con l'angolo delle essenze e dei succhi di frutta e di verdura spremuti all'istante; non manca nemmeno la poltrona che fa un massaggio shiatsu automatico. Il popolo della notte non s'è dunque rinta¬ addio nato in casa, non ha smesso di uscire. Ha semplicemente cambiato luoghi e piaceri. Ora sembra privilegiare lo stare insieme piuttosto che lo sballo stordente, vuole la chiacchiera e lo scambio di idee, magari anche la musica dal vivo e non più i watt micidiali che hanno forgiato una generazione di sordastri. Vanno forte disco-bar, disco-pub e pub, locali dove è possibile un rapporto più autenticamente comunicativo. Luoghi scelti sempre con un occhio al tipo di musica. Ha stufato il sensazionalismo, e non se ne può più delle ragazze sul cubo che sono considerate un fenomeno di un'altra stagione. Per i sedicenni la discoteca è rigorosamente «out». E agli antichi templi del divertimento, non resta che adeguarsi ai bisogni dei clienti; in molti posti già ci si affanna a cambiare l'offerta della notte, creando intrattenimenti che vanno dal cabaret al concertino dal vivo con possibilità (trasgressivissima) di ballare in coppia. Marinella Venegoni
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