Privatizzazioni da 150 mila miliardi
Privatizzazioni da 150 mila miliardi Privatizzazioni da 150 mila miliardi TESORO Relazione di Ciampi sui primi 6 anni. Il ministro polemico con Bruxelles E il governo fa quadrato sulla «golden share» ROMA. Si chiudono con un bilancio in attivo per circa 150 mila miliardi i primi sei anni della storia delle privatizzazioni italiane. A tanto ammonta infatti il valore delle cessioni effettuate dal ministero del Tesoro, dall'Iri e dall'Eni, a partire dall'avvio del processo di dismissioni nel luglio del '92 (operativo dall'anno successivo). Un risultato che è servito anche a fare da volano alla Borsa italiana: la capitalizzazione delle imprese oggetto di privatizzazione rappresenta infatti oggi il 50% di quella complessiva di Piazza Affari. Il bilancio delle dismissioni è contenuto nella relazione al Parlamento del ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi. Dall'inizio del '98 a oggi 1300 miliardi sono arrivati dalla cessione della quarta tranche del'Eni, portando il totale dei proventi generati dalla privatizzazione del gruppo petrolifero a 40 mila miliardi, mentre l'In ha effettuato ulteriori privatizzazioni per 2800 miliardi. Il volume complessivo delle cessioni realizzate dalle sole Iri ed Eni dal luglio del '92 al dicembre scorso, invece - si legge nella relazione - è stato di oltre 55 mila miliardi. A fare la parte del leone, sempre nel periodo in esame, è stato l'istituto di via Veneto che da solo ha effettuato dismissioni per circa 48.209 miliardi di lire (di cui il 76,1% attraverso operazioni direttamente realizzate da Iri spa) mentre il «cane a sei zampe» si è attestato a circa 6921 miliardi. Un conto che però sale aggiungendo a tali importi il valore dei debiti finanziari trasferiti con le cessioni (17.659 miliardi per Tiri e 2427 per l'Eni). Si arriva così ad un effetto complessivo delle privatizzazioni Iri ed Eni di 75.153 miliardi (rispettivamente 65.904 miliardi e 9249 miliardi). Ma a far fare lo scatto all'Iri è stato il 1997 che ha visto, da solo, un monte-privatizzazioni per 40.465 miliardi (51.422 miliardi considerando anche l'indebitamento trasferito), circa l'80% cioè del totale degli introiti realizzati dal '92. Un risultato legato alla cessione, nella seconda parte dell'anno, di Telecom (22.880 più 14.100 miliardi per l'indebitamento) e Seat (1643 miliardi). Due operazioni, queste ultime, che da sole hanno prodotto «incassi per circa 24.500 miliardi». Quanto alla questione della «golden share», che l'Unione europea vorrebbe vedere abolita, Ciampi a nome del governo in un'intervista al Sole 24 Ore si dichiara «pronto» a discuterne, ma sottolinea: «Capiremmo meglio la sollecitazione di Bruxelles se, ad esempio nelle telecomunicazioni, la maggior parte dei Paesi europei avesse privatizzato le principali società nazionali, come l'Italia». Questo non è successo, perciò per loro la questione golden share non si pone.
Persone citate: Carlo Azeglio Ciampi, Ciampi
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