Kabila dichiara la guerra al Ruanda: lo invaderemo

Kabila dichiara la guerra al Ruanda: lo invaderemo AFRICA CENTRALE Caccia ai tutsi a Kinshasa, mentre l'opposizione afferma di aver conquistato Muanda e Banana, unici sbocchi al mare Kabila dichiara la guerra al Ruanda: lo invaderemo Ma i banyamulengepuntano ormai su Kisangani, terza città del Congo KINSHASA. Dopo appena quattro giorni, quella che sembrava essere una delle cicliche rivolte africane appare ormai come una vera e propria guerra, in cui il nuovo despota congolese, Laurent Desiré Kabila, rischia di perdere il suo «regno», strappato appena 14 mesi fa al «cleptocrate» Mobutu Sese Seko. I «ribelli» banyamulenge, di etnia tutsi, dopo essersi impossessati nei giorni scorsi di Goma e Bukavu, le più grandi città del Kivu, vicine al confine con il Ruanda, hanno infatti conquistato Uvira, situata più a Sud, al confine con il Burundi, e puntano ormai su Kisangani, terza città del Congo per numero d'abitanti e snodo decisivo sulla via di Kinshasa. Il governo di Kabila ha accusato il Ruanda (dominato dai tutsi) di appoggiare con le proprie forze armate l'avanzata dei banyamulenge, e ieri il Presidente, ripetendo che le truppe di Kigali hanno «aggredito il mio Paese», ha minacciato di «portare la guerra in Ruanda». «Sarà una lunga guerra - ha dichiarato Kabila - ma la porteremo là da dove è venuta. Noi ci difenderemo - ha aggiunto - e i ruandesi non vinceranno». Da parte sua, il Presidente irlandese Pasteur Bizimungu ha seccamente smentito ogni coinvolgimento del suo Paese, affermando però che il Ruanda è pronto a in- tervenire, «se si presenteranno gravi ragioni». E il portavoce delle forze armate di Kigali, Emmanuel Ndahiro, ha messo in dubbio la capacità delle truppe congolesi di lanciare un'offensiva contro il Ruanda: «In ogni caso respingeremo qualsiasi attacco militare al nostro territorio», ha detto. Le vicende degli ultimi giorni hanno il sapore della nemesi storica. Nel maggio 1997 Kabila entrava a Kinshasa dopo solo otto mesi di guerra che lo avevano condotto proprio dal Kivu, con l'appoggio dei banyamulenge, a conquistare l'intero Paese. I problemi di Kabila non si fermano però ai tutsi del Kivu, se è vero che anche nell'estremo Ovest, dove non vi sono tutsi, i ribelli hanno conquistato la città di Muanda e la base navale di Banana: unico sbocco al mare del Congo. Appare calma invece la situazione a Lumumbashi, seconda città del Paese e capoluogo dello Shaba (ex Katanga), dove un tentativo di rivolta è stato soffocato dalle truppe fedeli a Kabila (un morto e decine di feriti). Proprio a Lumumbashi Kabila dovrebbe incontrare oggi i ministri sudafricani degli Esteri (Alfred Nzo), della Difesa (Joe Modise) e della Sicurezza (Sydney Mufamadi), per esaminare assieme la situazione e cercare di spegnere questo preoccupante focolaio d'incendio. Anche lo Zimbabwe ha portato un aiuto a Kabila, inviando un grup¬ po di 10 alti ufficiali in qualità di consiglieri militari, ma il ministro delia Difesa di Harare, Moven Mohachi, ha smentito l'invio di truppe. Mentre gli Stati Uniti, il Consiglio di sicurezza dell'Onu ed il Segretario generale Kofi Annan lanciavano appelli a rispettare l'integrità territoriale del Congo, ma anche i diritti umani di tutti, la caccia all'uomo proseguiva a Kinshasa, dove nella notte tra mercoledì e giovedì case e negozi dei tutsi sono stati saccheggiati e dati alle fiamme. Secondo quanto ha appurato l'organizzazione «Human Rights Now», numerosi drappelli di militari congolesi hanno organizzato posti di blocco nella capitale, arrestando tutte le persone di etnia tutsi, ed hanno circondalo l'edificio che ospita i funzionari del programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, portando via un impiegato locale e due famiglie tutsi. Cinquemila persone sono poi scese in piazza a Kinshasa, scandendo slogan contro il Ruanda e decapitando un fantoccio con le fattezze di Bizima Karaha, il ministro degli Esteri di etnia tutsi che secondo alcuni si sarebbe rifugiato a Goma, tra i banyamulenge. [f.sq.] Il Congo accusa il governo di Kigali di appoggiare il golpe militare con le proprie forze armate Una colonna di militari ribelli in marcia: dopo essersi impossessati nei giorni scorsi di Goma e Bukavu gli oppositori di Kabila puntano ormai su Kisangani terza città del Congo A destra, l'ex ministro Karaha passato ai ribelli