«Le croci ad Auschwitz non si toccano »

«Le croci ad Auschwitz non si toccano » «Le croci ad Auschwitz non si toccano » E il cardinale Glemp: non accettiamo ingerenze sulla sovranità del Paese Varsavia, il governo respingeva protesta di Israele VARSAVIA. Il governo polacco non ha l'autorità per disporre la rimozione delle croci recentemente erette nei pressi del campo di concetramento di Auschwitz. «Siamo consapevoli del significato che la croce ha per i polacchi e del significato che Auschwitz-Birkenau ha per gli ebrei di tutto il mondo», ha affermato ieri un comunicato del governo di Varsavia. Ma la stessa nota ha precisato che le croci si trovano su un terreno di proprietà privata e che in base alla legge in Polonia ogni competenza sui simboli cattolici è riservata alla Chiesa. L'esecutivo ha così replicato alla formale richiesta, avanzata mercoledì da Israele, di eliminare le croci, considerate dallo Stato ebraico inopportune in prossimità di un luogo dove milioni di ebrei furono sterminati durante la Seconda Guerra Mondiale. Il Museo dell'Olocausto da parte sua aveva accusato i cattolici polacchi di «provocazione». La polemica era stata sollevata dopo che, nelle ultime settimane, 50 croci erano state poste attorno a quella alta otto metri, installata dieci anni fa a Auschwitz in ricordo di una messa celebrata dal Papa. L'ultima, alta tre metri, è stata piantata pochi giorni fa da un gruppo nazionalsta della Slesia. Secondo Israele, ciò viola gli accordi raggiunti con le autorità polacce e ecclesiastiche per il bando di ogni simbolo religioso, poli¬ tico o ideologico da Auschwitz. Il primate di Polonia, monsignor Jozef Glemp, sulla questione ha assunto una posizione dura e intransigente dichiarato che tutte le croci devono restare «al loro posto». «La parte ebraica - ha affermato monsignor Glemp in una dichiarazione ufficiale riferendosi alla croce di otto metri dice che la croce non può restare perché a Auschwitz sono morti milioni di ebrei. La parte cristiana dice che la croce deve rimanere perché lì anche migliaia di cristiani sono stati uccisi, ira cui anche ebrei cristiani. Questa terra è polacca e ogni imposizione di un'altra volontà è un'ingerenza nella propria sovranità». Il primate di Polonia ha quindi preso le difese del gruppo di persone che ha posto attorno alla croce papale le altre cinquanta nuove croci criticando il governo israeliano. Il cardinale ha detto che parlava «a nome proprio». Secondo i giornali, non tutte le alte gerarchie ecclesiastiche sono d'accordo con la sua posizione. Il vescovo Tadeusz Rakoczy, titolare della diocesi di Bielsko Biala che comprende Auschwitz, ha più volte espresso perplessità sul moltiplicarsi delle Croci presso l'ex lager. Comunque alla fine del mese è prevista la riunione della Conferenza episcopale polacca che si pronuncerà sulla disputa con gli ebrei. [Ansa-Agi]

Persone citate: Biala, Glemp, Jozef Glemp

Luoghi citati: Auschwitz, Israele, Polonia, Varsavia