D'Antoni rilancia lo sciopero

D'Antoni rilancia lo sciopero D'Antoni rilancia lo sciopero Larizza non l'esclude. Cgih «Abbaia alla luna» ROMA. Contro le contraddizioni della maggioranza di governo «tali da impedire qualunque decisione», a partire dall'emergenza occupazione, il segretario generale della Cisl, Sergio D'Antoni ha rilanciato ieri la proposta di sciopero generale. «Il nostro giudizio sull'azione di governo - ha detto in un intervista al Giornale radio - è profondamente negativo su tutto ciò che riguarda lavoro e Sud. Quello dell'Agensud è un esempio clamoroso del modo sbagliato di affrontare i problemi. Così non si può andare avanti. Credo che la mia proposta di sciopero generale trovi ogni giorno di più conferma e motivazione di merito per scuotere questa situazione». D'Antoni ha ricordato che a settembre oltre alla Finanziaria e al problema lavoro si affolleranno sul tavolo del governo questioni importanti come quella della verifica dell'accordo di luglio, degli straordinari, dell'Agensud, degli aiuti alle famiglie povere. (A settembre - insiste - dovremo organizzarci per dare una spinta formidabile». Ma all'interno delle confederazioni non tutti sono d'accordo. E' nota in particolare la freddezza della Cgil. «Non si può negare l'evidenza: se le cose non funzionano assicura D'Antoni - se il governo non riesce a prendere decisioni e continua a rinviare, anche la Cgil dovrà arrendersi». Forse, ma per ora resta rigida. «D'Antoni abbaia alla luna - è la telegrafica replica di Walter Cerfeda, segretario confederale Cgil - sbagliato oggi, prima della ripresa del confronto con il governo, dire ciò che sarà inevitabile a settembre. In questo confronto saremo rigorosi ed esigentissimi, chiederemo al governo di cambiare la marcia sul lavoro e lo sviluppo. Solo allora decideremo il da farsi e la qualità delle iniziative. Prima di ciò si possono fare solo chiacchiere da spiaggia». E Cerfeda non è solo. Anche Adriano Musi, segretario confederale Uil, «è sbagliato utilizzare l'arma dello sciopero ad ogni pie sospinto come un clava, senza tenere conto dei costi che questo strumento ha per i lavoratori e per il Paese. Lo sciopero va usato come ultima ratio solo in caso di risposte veramente inadeguate o di messa in discussione dei diritti dei lavoratori».Una scelta che comunque il leader deU'Uil, Pietro Larizza, non esclude: «Il governo sta facendo poco o niente - detto al "gr2" - a settembre si cumuleranno un mare di problemi non risolti prima e quindi sarà un mese di verifica, ma molto dura, per cui non va esclusa la possibilità del ricorso a forme di lotta come lo sciopero generale». «Non c'è dubbio che allo stato dei fatti Rifondazione comunista - aggiunge Larizza, commentando l'auspicio di Confìndustria che il governo abbia il coraggio di opporsi alla demagogia - sia di ostacolo alla soluzione dei problemi. Il fatto che il governo sia condizionato negativamente non dall'opposizione ma dalla sua stessa maggioranza fino al punto di non operare, come nel caso dell'Agensud e di tutte le altre questioni rinviate, è una prova che questa non è la marnerà corretta di affrontare problemi complessi come quelli del lavoro e del Sud». Davanti alle telecamere del Tg2 il sottosegretario alla presidenza, Enrico Micheli, si mostra invece ot¬ timista. «Abbiamo piena coscienza di poter superare il confronto con il sindacato com accadde lo scorso anno con il welfare state». E non sembra preoccupato nemmeno della minaccia di sciopero generale avanzata dal leader Cisl: «Capisco D'Antoni, ma probabilmente il suo è un modo di interloquire che cerca di aumentare il potere negoziale del sindacato. In un dibattito - ha concluso - bisogna tener conto anche di questi problemi tattici». [fr. bu.] Sergio D'Antoni leader della Cisl e (a fianco) Pietro Larizza segretario Uil

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