«Caro Prodi, attento a settembre»

«Caro Prodi, attento a settembre» «Caro Prodi, attento a settembre» Cofferati: per il lavoro ora servono fatti L'AUTUNNO DIFFICILE CROMA OFFERATI continua, imperturbabile in questa febbre d'agosto che attizza le polemiche, a raffreddare il gioco, a evitare di impelagarsi in polemiche personali con Bertinotti o D'Antoni sul rilancio del conflitto sociale e le minacce di sciopero generale. Ma non per questo evita di lanciare, alla vigilia della partenza per un prologo rossiniano a Pesaro e per una vacanza familiare in Irlanda, una serie di preoccupati messaggi. Il primo a Prodi, atteso «al banco di prova decisivo di settembre, che sarà un mese de- ~ licatissimo». Un secondo lo rivolge agli imprenditori con i quali si sta per aprire un duplice confronto, sulla verifica della politica dei redditi e sui rinnovi contrattuali: un fronte dal quale potrebbe arrivare «il botto». E infine rivolge un appello «al senso di responsabilità» di Bertinotti, perché non si sfili dalla maggioranza sulla Finanziaria. Anche perché, sostiene Cofferati, sarebbe «un errore, una follia» pensare a una maggioranza diversa, a un «governissimo». Allora Cofferati, il governo ha deciso di nuovo di non decidere, di rinviare a settembre anche l'agenzia per il Sud, dopo aver già rimandato i provvedimenti sul lavoro nero, la semplificazione degli incentivi e tante altre misure sul lavoro. E così Prodi viene criticato dalla destra e da Rifondazione e offre a D'Antoni l'occasione per rilanciare lo sciopero generale a settembre. Che ne pensa di questa nuova polemica? «Sinceramente questa decisione non mi ha sorpreso né scandalizzato. Anzi la ritengo saggia. E non comprendo proprio chi si agita tanto. Non mi pare che avrebbe cambiato nulla avere quest'agenzia adesso, in agosto». Quindi aspettate pazienti la ripresa di settembre? «Il vero banco di prova per il governo è la scadenza di settembre. Perché, prima della Finanziaria, Prodi dovrà presentare una somma di provvedimenti in grado di dare attuazione all'accordo sul lavoro firmato nell'ormai remoto settembre '96. E soprattutto dovrà rendere più efficace la politica per l'occupazione nel Mezzogiorno. A quel punto sarà utile avere anche l'Agenzia per il Sud. Certo, mancano ancora tante cose, oggetto di trattativa anche con gli enti locali, perché i Comuni e soprattutto le Regioni dovranno avere la loro parte di responsabilità». Il ministro Treu parla di un nuovo Patto per il lavoro, di attualizzare quello del '96 in base all'euro. E' d'accordo? «Non è con la continua ricerca del nuovo che si risolvono i problemi. Qui si tratta semplicenente di completare il patto firmato due anni fa. Modestamente mi accontento che si integri quello che c'è già. Sul tavolo c'è la semplificazione delle procedure, la riunificazione degli incentivi, i progetti delle infrastrutture. Basta spendere le risorse già disponibili, e sono molte. Spendere in fretta e bene, utilizzare al meglio le risorse messe a disposizione dalla Finanziaria. E finiamola con l'effetto annuncio, la ricerca a tutti i costi di qualcosa di nuovo quando c'è ancora da attuare quanto convenuto nel '96. E' solo una specie di alibi, fuorviante». E se a settembre il governo non riuscisse a risolvere i nodi sulla disoccupazione? «Settembre è una scadenza oggettiva, perché l'eventuale mancanza di risposte adeguate diventerebbe inevitabilmente una ragione di polemica e di tensione fra noi sindacati e il governo. Ma diventerebbe un problema serio anche nei rapporti interni allo stesso governo e alla sua maggioranza. Perché la disoccupazione, il Mezzogiorno sono stati uno dei temi della verifica che poi non si è fatta». E infatti Bertinotti minaccia la rottura se il governo Prodi non attuerà la «svolta» reclamata da Rifondazione sul lavoro, se non si troverà un accordo sulla Finanziaria. Marini ha già lanciato l'Udr come carta di ricambio di Rifondazione: che ne dice? «Come avviene sempre è sulla Finanziaria che si verifica la coesione della maggioranza. E bisogna prendere serenamente atto che la maggioranza è composta da forze politiche che hanno programmi diversi. Per questa ragione non possono far altro che ricercare un punto di convergenza. Se queste condizioni esistono lo vedremo alla ripresa, valutando sul merito dei problemi. Ma se queste condizioni mancheranno per me sarebbe un errore grave, una follia dar vita a una maggioranza diversa dall'attuale senza il consenso degli elettori. Vedo riemergere l'idea che un'emergenza, uno stato di necessità possa giustifeare quello che viene chiamato «governissimo». Al di là della banale osservazione che mi riesce difficile comprendere come si potrebbero unificare programnmi opposti, aggiungo che io, come tanti altri cittadini, considererei questa come una grave lesione di un diritto dell'elettore che ha votato per un candidato, un partito e uno schieramento secondo la regola fondamentale introdotta dal maggioritario, la regola del bipolarismo». E allora cosa manda a dire a Bertinotti? «Secondo me non c'è alternativa a questa maggioranza. Perciò serve un altissimo senso di responsabilità in tutte le forze politiche della maggioranza, Rifondazione compresa». Come in una sorta di matrioska, la scadenza di settembre comprende, oltre al lavoro e il Sud, oltre alla Finanziaria, anche la verifica dell'accordo del '93 sulla politica dei redditi, rimasta finora sullo sfondo. Che prospettive ci sono? «Ho l'impressione che il governo stia sottovalutando la delica- tezza, l'importanza della politica dei redditi. Anzi ha un atteggiamto schizofrenico. Perché da un lato c'è il risultato positivo dei primi contratti nel settore pubblico che confermano il modello introdotto nel '93. Ma dall'altro c'è stato finora, in quest'inizio di verifica, un silenzio sul tema generale della politica dei redditi. Mentre appare evidente che una parte delle imprese, alcuni settori di Confindustria sono intenzionati ad abbandonare quel modello». Teme l'apertura di un fronte conflittuale fra sindacati e imprese? «Osservo che le imprese che hanno vissuto basando la loro fortuna sui vantaggi della svalutazione, attenti ai volumi ma non alla qualità e all'innovazione, oggi incontrano crescenti difficoltà ad operare entro i vincoli dell'euro. E ora pensano di recuperare comprimendo i salari, mettendo in discussione i livelli contrattuali e le loro distinte funzioni salariali. Ma è una politica miope, che sfocia nel conflitto, nel calo dei consumi, in potenziale recessione. La politica dei redditi è stata lo strumento più forte di risanamento e coesione in questi anni. Perciò è importante che il governo la confermi come strumento di interesse generale». Anche perché stanno per iniziare i rinnovi contrattuali, a partire da quello dei metalmeccanici... «Credo che sia assolutamente necessario arrivare a un assetto preciso di regole prima che si apra la stagione contrattuale. Al momento non siamo di fronte a una posizione formale di Confìndustria, ma l'ostilità di ampi settori alla politica dei redditi può portare in autunno a violente tensioni. Attenti, il botto può arrivare da lì». Paolo Patrono L'industria deve stare attenta Non può pensare di comprimere salari e contratti H iano Treu? Non servono annunci Si tratta piuttosto di completare il patto varato due anni fa 3JJ p Non mi scandalizzo per il rinvio dell'Agensud E proprio non capisco chi si agita tanto Averla ad agosto avrebbe cambiato poco o nulla p IJ Tutti i partiti Rifondazione compresa dovranno dimostrare grande responsabilità A questo governo non c'è alternativa J| p MA imsta le gio in rti del e di per viproper anpati tteo di e «il apabin si a Fistierrouna «gorno non m. «Caro Prodi, attenCofferati: per il lavoroenti locali perché i Comuni e la semplificazione delle proceTutti i partiti Rifondazione compresa dovranno dimostrare grande responsabilità A questo governo non c'è alternativa J| p non riuscisse a risolvere i E infatti Bertinotti minaccia la rottura se il governo Prodi non attuerà la «svolta» reclamata da Rifondazione sul lavoro, se non si troverà un accordo sulla Finanziaria. Marini ha già lanciato l'Udr come carta di ricambio di Rifondazione: che ne dice? «Come avviene sempre è sulla Finanziaria che si verifica la coesione della maggioranza. E bisogna prendere serenamente atto che la maggioranza è composta da forze politiche che hanno programmi diversi Per

Luoghi citati: Irlanda, Pesaro